Si torna dalla vacanze e si è più stanchi di prima! Assonnati, di cattivo umore, con poca voglia di riprendere il ritmo consueto. Non è solo malinconia al pensiero delle ferie ormai terminate, si tratta di una vera e propria sindrome psico-fisica complicata da una serie di malesseri. Stiamo parlando della post-vacation blues, così come definita nel mondo anglosassone, o più semplicemente detta in italiano: la sindrome da rientro. Secondo uno studio condotto dal Dipartimento di Neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, a soffrirne è circa il 35% degli italiani, concentrati soprattutto nella fascia di età compresa tra i 25 e i 45 anni. I bambini non ne sono esonerati, potendo anche loro presentare i sintomi dello stress da rientro. Anzi, proprio i più piccoli, hanno bisogno di un maggiore aiuto per riprendersi, per affrontare al meglio gli impegni scolastici e sportivi che li attendono nelle prossime settimane.
Dal relax alla normalità
La sindrome da rientro è causata da un insieme di fattori psicologici e ambientali che compromettono momentaneamente il benessere di una persona. Sicuramente la nostalgia per le giornate di vacanza, per il sole, il mare, i rilassanti paesaggi di montagna che vengono inevitabilmente paragonati al grigiore sempre più frequente di molte mattine incidono e non poco. Il pensiero degli impegni di lavoro, delle scadenze da rispettare, degli appuntamenti per il controllo di salute dei figli hanno iniziato a riempire la nostra agenda. Anche i bambini, pur stimolati dal piacere di rivedere gli amici della città, i compagni di classe e di ritornare alla tranquilla sicurezza della cameretta, risentono della mancanza del relax, delle dormite e soprattutto delle tante ore di gioco all’aria aperta. A tutto questo si aggiunge una normale reazione di adattamento ai cambiamenti che l’autunno inevitabilmente porta con sé e che influenzano la biochimica dell’organismo umano. La minore quantità di luce solare ed il minore tempo trascorso all’aperto, fanno ridurre momentaneamente la produzione di serotonina, il neurotrasmettitore cerebrale specializzato alla trasmissione dei messaggi che regolano l’appetito, il sonno, il tono dell’umore: la produzione di serotonina è direttamente stimolata dalla retina, stimolata a sua volta dalle radiazione UV. Una minore concentrazione si serotonina rende evidente: l’insonnia notturna e sonnolenza diurna, difficoltà di concentrazione, irritabilità, disinteresse e apatia verso le attività quotidiane. Si tratta, a tutti gli effetti, di una lieve forma depressiva, negli adulti può perfino accompagnarsi a un momentaneo peggioramento di disturbi fisici come cervicale o ulcera.
Sane abitudini per sentirsi meglio
La buona notizia è che, poco per volta, la sgradevole sensazione scompare da sola per effetto del nuovo adattamento fisiologico alla carenza di raggi UV. Nel frattempo, però, la serenità quotidiana ne risente. La sindrome da rientro va quindi prevenuta, per adulti e bambini, per godersi tutto ciò che di bello offre l’autunno. Uno degli accorgimenti più validi è quello di riprendere le abitudini quotidiane in maniera graduale. Evitiamo, per esempio, di rientrare dalle vacanze il giorno prima che inizi la scuola. Anticipiamo di qualche giorno, per permettere a nostro figlio di assorbire il “colpo” del rientro, di riappropriarsi dei suoi ritmi, di godersi il piacere di stare nella sua stanza, di fare un giro del quartiere rivedendo i vecchi amici: in questo modo lasceremo al bambino un po’ di tempo per riabituarsi ai soliti ritmi. Aiutiamo anche il corpo a reagire meglio alla tristezza, prima di tutto facendo in modo che nostro figlio riposi per un adeguato numero di ore durante la notte. Poiché ci si deve alzare prima al mattino, è meglio ricominciare ad andare a letto presto la sera: dormire a sufficienza significa essere di umore migliore durante il giorno, più concentrati e ricettivi. Se il tempo lo permette, lasciamo i nostri figli giocare il più possibile all’aperto, ai parco giochi, ai giardinetti, oppure organizziamo un pomeriggio in un parco avventura o in un’oasi naturalistica. Stare all’aperto, con la luce solare, migliora l’umore; camminare, giocare e correre mette in moto i muscoli e attiva la circolazione del sangue, aiuta ad attenuare malessere e debolezza.
Sentirsi bene mangiando meglio
La sindrome da rientro può essere contrastata anche scegliendo gli alimenti giusti, in grado di regalare la giusta dose di energia. I gelati, le bevande dolci e gassate e gli altri snack estivi, per esempio, non aiutano il tono dell’umore e non aiutano a sentirsi meglio: ricchi di zuccheri semplici come sono, infatti, inducono un aumento della glicemia, il livello di zucchero nel sangue. Il pancreas viene quindi sollecitato a produrre più insulina, l’ormone con il compito di immagazzinare lo zucchero, riducendo improvvisamente la concentrazione di questi zuccheri. Al calo glicemico corrisponde quindi una sensazione di tristezza e di “stomaco vuoto”. Meglio concentrarsi sulla frutta, ricca di vitamine e di minerali preziosi; sui cereali integrali, anche con un po’ di cioccolato fondente: sono ricchi di carboidrati complessi che vengono bruciati lentamente e quindi non fanno mai andare il corpo dei nostri bambini in riserva di energia. Perfetto anche il latte, sia a colazione che a merenda: è ricco di triptofano, una sostanza che precorre la sintesi della serotonina. Con un po’ di fantasia, questi cibi sani possono essere la base per una piacevolissima merenda di “ben trovati” da organizzare con gli amici dei nostri figli, in giardino o sul terrazzo. Tra spremute e centrifugati, yogurt, pane integrale con marmellata e miele, montagne di frutta colorata i nostri bambini si ritroveranno per godere del piacere di stare insieme, di raccontarsi esperienze e di programmare gli impegni autunnali. E lo stress da rientro diverrà poco a poco solo un ricordo.
Sonia Chiappetta