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I sintomi dell’influenza 2011-2012

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Sta per iniziare la stagione dell’ influenza 2011-2012. La vaccinazione è auspicabile ma se non è possibile è necessario curare. Impariamo a riconoscere i suoi sintomi.

È autunno inoltrato. Oltre a raffreddore, tosse e febbre, si inizia già a parlare di influenza, quella con febbre molto alta, naso chiuso, starnuti, tosse, bruciore agli occhi e perfino disturbi intestinali. Un bel problema, soprattutto per i piccoli, per chi è affetto da disturbi cronici, per gli anziani. Ecco come riconoscerla, distinguendola dalle altre “sindromi”.

Quali sono i sintomi dell’influenza
Con il termine “influenza” si intende una malattia respiratoria di tipo acuto, causata da virus che appartengono al ceppo degli orthomyxovirus. Gli esperti hanno individuato tre gruppi principali, denominati A, B e C. I virus di tipo A sono i più aggressivi, scatenano le epidemie più lunghe e con sintomi più accentuati. I virus appartenenti al gruppo B, invece, causano forme influenzali più lievi e non danno luogo a epidemie. Il virus C dell’influenza provoca infezioni leggere, con qualche linea di febbre e raffreddore. Nelle persone adulte, l’influenza esplode dopo due giorni di incubazione in cui si avverte stanchezza, mal di testa, sensazione di “ossa rotte”. In questa fase, anche se l’influenza non è ancora conclamata, si è già contagiosi. Quindi inizia la febbre, che può raggiungere i 39-40 gradi e che dura dai tre ai cinque giorni. Il raffreddore è esploso in pieno e compare anche tosse secca e fastidiosa. Si può anche essere soggetti a disturbi gastrointestinali come vomito e diarrea. Dopo circa una settimana dalle prime avvisaglie la febbre cala nel giro di un giorno. Resta la sensazione di naso chiuso e la tosse tende a diminuire. Per alcuni giorni permangono stanchezza e inappetenza. È bene tenere presente che i sintomi dell’influenza sono abbastanza accentuati: febbre alta, malessere, disturbi gastrointestinali e debolezza che dura anche dopo. Se non si presentano questi segnali, con tutta probabilità si è trattato di una sindrome di tipo parainfluenzale.

Come affrontare l’influenza
Se si decide di non vaccinarsi oppure, una volta effettuato il vaccino antinfluenzale si è soggetti a una lieve forma, è bene prendersi tutto il tempo per guarire alla perfezione. Il bambino va sistemato in posizione sdraiata, possibilmente a letto, la sistemazione più consona a lasciare riposare tutto l’organismo e quindi a riprendersi prima. La stanza deve essere abbastanza calda (sui 20-21°C circa) e soprattutto deve essere ben umidificata. Infatti l’aria secca prosciuga le mucose di naso e gola, rendendo più intenso il pizzicore in gola e la tosse, aumentando la sensazione di naso chiuso. Per umidificare l’aria è bene azionare un apposito dispositivo, che si acquista in farmacia e nei negozi di sanitari, ma anche i classici umidificatori da termosifone vanno bene. Per i bambini, è bene evitare le essenze al mentolo da aggiungere all’acqua, perché può essere irritante per le vie respiratorie. Se si ha la febbre e si avvertono brividi, è bene coprirsi in modo appropriato, evitando però di coprirsi troppo. Per tenere sotto controllo la febbre, è possibile somministrare un antipiretico con paracetamolo, solo dopo aver chiesto il parere del pediatra, a intervalli di cinque-sei ore e solo se la febbre supera i 38.5°C. I bambini possono assumere solo paracetamolo, in supposte, gocce o sciroppo. Le supposte vanno preferite se il bambino ha crisi di vomito, mentre le gocce e lo sciroppo sono più indicati se ci sono problemi di diarrea. Anche in questo caso è importante attenersi alle indicazioni del pediatra o alle istruzione riportate sul foglietto illustrativo.

Come controllare gli altri disturbi
Qualche volta l’influenza, nei bambini, si accompagna a problemi come diarrea e vomito. In questi casi, è bene cercare di reintegrare i liquidi persi facendo bere molto i piccoli. È preferibile somministrare acqua con poco zucchero, tè deteinato a temperatura ambiente, succhi diluiti in acqua. Il latte va evitato perché potrebbe rendere più serio il problema (infatti è un alimento indigesto), a meno che non si tratti di latte materno che deve essere offerto ai bimbi più piccoli. Ci si deve ricordare che, se il bambino vomita, ha più difficoltà a trattenere i liquidi. Questi vanno quindi somministrati subito dopo la crisi, quando è possibile che trascorra almeno una mezz’ora, tempo sufficiente all’organismo per assorbire i liquidi, a piccoli sorsi con l’aiuto di un cucchiaino. Quando si ha la febbre alta, è difficile avere appetito. Tuttavia è bene cercare di assumere qualcosa, per non perdere le forze necessarie a una buona guarigione. Farsi preparare piatti sfiziosi o, peggio, molto conditi, nella speranza di stimolare l’appetito, è inutile e anche dannoso, perché i condimenti e il sale aumentano la sete e la sensazione di arsura che si accompagna spesso all’influenza. Inoltre possono causare crisi di vomito. È quindi preferibile assumere brodo magro ben caldo, tè con zucchero e un po’ di limone, succhi di frutta non freddi, spremute fresche di arancia o pompelmo che sono ricche di vitamina C, una sostanza che aiuta a guarire prima. Se si avverte un po’ di appetito si può scegliere una patata al vapore, un po’ di riso bollito o una minestrina. È meglio evitare gli alimenti proteici.

 

Giorgia Andretti

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