È partita la campagna di comunicazione “Uno su cinque: costruire un’Europa per e con i bambini”. Un libro, un video e uno spot per contrastare l’abuso sessuale.
La violenza sessuale è molto più diffusa di quanto non si creda. Si ritiene che, in Europa, ne possa essere vittima un bambino su cinque. Nel 70- 85% dei casi, il piccolo conosce il suo aggressore. E nel 90% dei casi, i reati sessuali non sono denunciati alle autorità. Per contrastare il fenomeno della violenza sui minori, il Consiglio d’Europa ha lanciato la campagna “Uno su cinque” che rappresenta la più recente iniziativa intrapresa nell’ambito del Programma “Costruire un’Europa per e con i bambini” 2006 – 2011, cui l’Italia ha partecipato fin dall’inizio in modo attivo e costruttivo.
Due obiettivi da perseguire
L’Italia è il primo paese ad aderire e a diffondere la campagna. Questa è stata presentata lo scorso 29 novembre a Roma dal Ministro per le Pari Opportunità, On.le Mara Carfagna e dal Vice segretario generale del Consiglio d’Europa, On.le Maud de Boer Buquicchio, alla presenza del Presidente della Repubblica, On.le Giorgio Napolitano. Gli obiettivi da raggiungere sono essenzialmente due. Il primo è sostenere il processo di firma, ratifica ed implementazione della Convenzione del Council Of Europe – COE – per la protezione dei minori dall’abuso e dallo sfruttamento sessuale stipulata a Lanzarote nel 2007, sottoscritta dall’Italia il 7 novembre dello stesso anno e di tutti gli altri strumenti convenzionali previsti dal COE in materia. Altro obiettivo è sensibilizzare il grande pubblico sull’entità del fenomeno della violenza sessuale perpetrata da persone di fiducia, in modo da prevenire l’abuso ed incoraggiare i bambini che lo hanno subito a rompere il silenzio che li circonda.
Forme di violenza vecchie e nuove
Tra le forme di violenza a danno dei minori che il Consiglio d’Europa si impegna a combattere, la violenza sessuale è senza dubbio una delle peggiori perché la meno denunciata. Nella maggior parte dei casi, i bambini subiscono violenza all’interno delle mura domestiche o vengono abusati da persone a loro vicine. Altro fenomeno preoccupante è l’adescamento dei minori in rete, che introduce una nuova tipologia di reato, il grooming. Questo termine si riferisce specificamente alla tecnica usata da molti pedofili per adescare i minori attraverso l’uso delle nuove tecnologie. Gli adescatori puntano ad assicurarsi la fiducia e la collaborazione di un bambino o di un adolescente contattato in Rete, allo scopo di coinvolgerlo in attività a sfondo sessuale, attraverso la scelta di incontrarsi in un luogo che risulti attraente per la futura vittima. Il Senato ha di recente approvato il disegno di legge di “Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale” (adottata a Lanzarote il 25 ottobre 2007), ora sottoposto nuovamente all’esame della Camera. La Convenzione di Lanzarote rappresenta lo strumento normativo che introduce il reato di grooming.
Che cosa insegna la campagna
All’interno della campagna contro la violenza, è stata definita una regola semplice: la regola del Qui non si tocca, che i genitori sono invitati a insegnare ai bambini tra i 4 e i 7 anni, per spiegare loro che hanno il diritto di porre dei limiti, di esprimere i propri sentimenti e di farsi ascoltare. Tale regola è spiegata attraverso uno spot televisivo, un libro per l’infanzia, un sito internet dedicato (www.quinonsitocca.it ) e altri supporti mediatici, che mettono in scena un personaggio chiamato Kiko. La promozione dei messaggi-chiave della campagna all’evento avverrà attraverso la distribuzione di depliant specifici per i bambini e le loro famiglie, brochures, posters e cartoline. È stato realizzato anche uno spot TV appositamente per la promozione della Campagna nei vari Paesi aderenti che è stato diffuso sulle reti Rai fino al 12 dicembre scorso.
La sicurezza parte da casa propria
Iniziative come questa sono senza dubbio lodevoli, ma vanno accompagnate da una corretta informazione all’interno del proprio nucleo famigliare. Per quanto i nostri bambini siano amati e protetti, può sempre capitare che incontrino una persona che cerchi di approfittarsi della loro ingenuità e magari anche del loro affetto. E i più piccoli, così psicologicamente indifesi e impreparati, non hanno gli strumenti per reagire e, pur sentendo che si tratta di “una cosa sbagliata” non sanno mettere in atto strategie di difesa. Spesso non hanno il coraggio di riferirlo alla mamma e al papà, vivendo un tremendo dramma tutto loro. Per questo è importante che, fin dai primi anni di vita, noi genitori spieghiamo loro, con delicatezza, senza impaurirli e usando un linguaggio adatto, fino a che punto possono arrivare le manifestazioni di affetto di una persona grande. Soprattutto alludendo alla sfera dei genitali, “lì dove si fa la pipì”, è bene insegnare loro che si tratta di parti delicate e assolutamente personali e che per nessuna, nessunissima ragione queste zone vanno mostrate a una persona adulta che lo chieda. A meno che, naturalmente, si tratti del pediatra durante le visite di controllo e dei genitori durante le normali operazione del cambio e il bagnetto. È importante avere molto tatto per non indurre nel bambino timore o senso di rifiuto verso una parte del corpo che, più avanti, sarà al centro della sessualità.
dott.ssa Rosalba Trabalzini