Chi non ha mai portato in tavola un surgelato o un prodotto confezionato? La maggioranza delle mamme lavora e tempo per preparare i buoni manicaretti non ce n’è abbastanza. Ecco allora far ricorso ai cibi surgelati pronti da mettere in forno e far così consumare alla famiglia i piatti più sfiziosi. Siamo in tante ad esserci lasciate tentare da una bella porzione formato famiglia di lasagne al forno, di cannelloni surgelati o di tortellini ripieni in busta. E siamo andate tranquille: da sempre veniamo rassicurate sulla bontà dei surgelati: sono assolutamente sicuri, di ottima qualità e contengono solo materie prime di provenienza sicura. La notizia della carne di cavallo nelle lasagne gira ormai da una decina di giorni e proprio per questo i NAS hanno sequestrato oltre 2.400 confezioni di pasta al ragù per verificare la concretezza delle voci.
Carne di cavallo anche in prodotti italiani
Le analisi sono state tranquillizzanti: niente carne equina nei prodotti di una nota azienda di surgelati mentre è stata riscontrata, in percentuale ancora da definire, in lasagne prodotte da un marchio che rifornisce una catena di supermercati in zona Piemonte e Liguria. La reazione dei consumatori è comprensibile: ma cosa facciamo mangiare ai nostri figli? Certo, alcuni l’hanno presa con filosofia, asserendo che la cane di cavallo non è dannosa, anzi. È magra, altamente proteica, ricca di ferro e vitamina B e può essere considerata un valido sostituto della carne bovina. Questo è vero, nella misura in cui, ovviamente, la carne equina provenga da esemplari sani, controllati, di cui si conosce la provenienza. Secondo quanto denunciato da associazioni di consumatori, infatti, l’obbligo di certificare la provenienza della carne è limitato solo a quella bovina, a partire dal periodo di “mucca pazza” nel 2001. Altre specie, tra cui i cavalli, non sono soggette a questo tipo di controlli, soprattutto quelle utilizzate per la produzione di semilavorati, destinati quindi a essere utilizzati in altre preparazioni.
Controlli scarsi soprattutto in nord Europa
Le associazioni di consumatori ribadiscono che la colpa dell’ingresso in UE di materie prime non controllate è attribuibile soprattutto alle nazioni del nord dell’Europa, da sempre restie a creare un serio sistema di tracciabilità degli alimenti. In mancanza di regole severe vengono introdotte, specialmente dell’Est europeo, merce di indubbia provenienza. La questione, del resto, già diversi giorni prima dello scandalo era stata affrontata dall’organizzazione Save the Dogs, che si occupa, oltre che del salvataggio di cani dalla Romania, anche dei cavalli e degli asini che spesso vanno incontro a macellazione in questi paesi e le cui carni riescono a entrare, più o meno illegalmente, nell’Unione Europea. È insomma necessario stabilire regole per tutti, più rigide ed obbligare a effettuare verifiche a campione a monte e non una volta che lo scandalo è scoppiato. A tal proposito, il ministero della salute ha precisato che è necessario rendere più efficace il sistema di tracciabilità della carne equina, come avviene per la carne bovina. Il ministero propone inoltre l’istituzione di un’anagrafe equina oltre che di iniziative come la lotta contro la macellazione dei cavalli non più partecipanti a competizioni sportive, effettuata con trattamenti di sofferenza e assoluta mancanza di dignità. Lo stesso discorso si può fare per i cavalli importati, soprattutto dall’Est Europa, i quali vengono trattati in modo non conforme a quanto previsto dalle normative europee, non rispettando la loro dignità. Con il rischio di conseguenze gravi anche per l’uomo, come elemento finale della catena alimentare.
Giorgia Andretti