Orientamento sessuale
L’orientamento sessuale si manifesta attraverso l’intensa attrazione e il trasporto emotivo verso l’altra persona. L’orientamento è un aspetto ben distinto dagli altri componenti della sessualità, ovvero: la sessualità biologica, l’identità sessuale di genere e il ruolo della sessualità nella società, l’uniformarsi alle norme culturali per maschi e per femmine. L’orientamento sessuale è diverso dall’educazione sessuale e viene riferito ai sentimenti e al concetto di sé stesso. Una persona può o meno esprimere il suo orientamento a livello comportamentale. Si riconosce un ventaglio piuttosto ampio di variazioni, che vanno dall’assoluta omosessualità fino all’assoluta eterosessualità, prevedendo, tra questi due estremi, diverse forme di bisessualità. Una persona bisessuale può avere esperienze emozionali e attrattive sia per individui del suo stesso sesso che per soggetti del sesso opposto.
Oggi molti ricercatori sono d’accordo nel sostenere che l’orientamento sessuale sia il risultato di una complessa interazione di fattori ambientali e culturali, l’epigenetica, oltre che biologici. I geni e i fattori ormonali, ovvero la biologia, gioca un ruolo significativo nello sviluppo della personalità di un individuo così come il contesto familiare, con i suoi modelli di riferimento, può rinforzare o meno la predisposizione genetica di partenza. L’orientamento sessuale si forma fin dalla fanciullezza. Riassumendo possiamo sostenere che sono molti gli elementi che concorrono alla strutturazione dell’orientamento sessuale di una persona e questi possono essere diversi per ogni singolo individuo.
Non è possibile scegliere se essere omosessuali o eterosessuali. L’orientamento sessuale emerge allo stato di coscienza, per la maggior parte delle persone, nell’età adolescenziale, ancor prima delle esperienze sessuali. Si può scegliere di intervenire sui sentimenti con l’aiuto di uno psicoterapeuta. Il ruolo di quest’ultimo è solo quello di far accettare all’adolescente il proprio modo di essere per vivere più serenamente la propria condizione e non restare vittima del pregiudizio della società. Spesso gli adolescenti sono spinti a lavorare su di loro su sollecitazione della famiglia o per non vedersi esclusi dal gruppo a cui appartengono. La realtà è che l’omosessualità non è una malattia, non può essere modificata e non esistono terapie specifiche.
Il contesto della famiglia è importante per una crescita serena dei bambini sia a livello psicologico sia sessuale. L’ambiente sano è quello in cui i ruoli dell’uomo e della donna sono pienamente rispettati, ma soprattutto deve essere sano il rispetto dell’identità di genere in cui si riconosce il ragazzino, futuro adolescente. È quindi molto importante che l’immagine di entrambi i genitori sia un’immagine valida, coerente nei modi e soprattutto stabile nel tempo. L’attività ludica, con il gioco dei ruoli, deve ricalcare i personaggi da imitare in cui si riconosce il bambino così da non creargli confusione. L’aspetto puramente estetico può ingentilire o rendere più ruvida una personalità, ma da solo non è sufficiente a modificare l’orientamento sessuale. Ovviamene questo significa che non è importante se si cresce in una famiglia mono genitoriale oppure in una famiglia gay: l’importante è accettare qualunque sia il genere a cui il bambino sente di appartenere.
Dottoressa Rosalba Trabalzini
Psichiatra, psicoterapeuta, laureata in psicologia medica