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Babbo Natale, fino a quando crederci

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Qualcuno crede fermamente all’esistenza di Babbo Natale fino agli ultimi anni della scuola primaria. Altri, con genitori più realistici o con fratelli maggiori, arrivano alla consapevolezza che si tratta di una bella favola molto prima. In tutte le famiglie, comunque, arriva prima o poi il momento in cui il bambino inizia a dubitare.  Vediamo come affrontare la faccenda.

Fino a quando ci credono, assecondiamoli

Quando sono piccoli i bambini non mettono in dubbio che Babbo Natale esista e che lui o anche Gesù Bambini, in alcune zone, porti i regali in tutte le case del mondo. In questa fase i bambini sono concentrati sul proprio mondo e non hanno ancora la capacità del pensiero astratto  e quindi  di domandarsi come sia possibile che un anziano, su una slitta con renne volanti, riesca a girare tutto il mondo nell’arco di una notte. Lasciamoglielo credere, magari seminando tracce del passaggio di Babbo Natale come un cappello rosso che resta sul balcone, i biscotti di cui restano solo le briciole o qualche pagliuzza delle renne sparsa qua e là in salotto…i bambini hanno bisogno di fantasia, per questo vanno assecondati in questa magia nella quale è giusto che credano per sognare, ma anche per una sorta di impegno morale che li porta a cercare di migliorare se stessi, essendo più buoni e ubbidienti.

Lasciare che lo capiscano da soli

Attorno agli otto anni un bambino inizia ad acquisire più senso della realtà e si rende conto che è impossibile che quella bella favola sia reale. Spesso però finge di non porsi domande, si crogiola nel sogno del signore vestito di rosso che porta i doni. E lo fa fino a quando, inevitabilmente, qualche compagno di classe che gioca a fare il cinico, magari perché ha un fratello maggiore, non gli dice chiaro e tondo che Babbo Natale non esiste e che sono i genitori ad acquistare e a sistemare i doni sotto l’albero. In questo caso, il bambino può avere due atteggiamenti. Il più frequente è accettare con naturalezza una realtà alla quale era già arrivato da solo. Altre volte rimane male e chiede con insistenza ai genitori quale sia la verità. In questo caso non si può continuare a recitare la favola: il bambino sta crescendo e potrebbe anche sentirsi preso in giro. Gli si può dire, allora, che Babbo Natale è lo spirito della festa, la magia che si avverte nell’aria, la gioia nello stare insieme nel calore della propria casa. Ed è importante mantenere questa sensazione, soprattutto il primo Natale dopo la scoperta del bambino, cantando insieme le canzoni, preparando un dolce tipico, sistemando i doni sotto l’albero per aprirlo tutti insieme il mattino successivo.

Giorgia Andretti

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