Obesità infantile: arrivano le linee guida internazionali per combatterla

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Obesità infantile: arrivano le linee guida internazionali per combatterla

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Mai come oggi esiste una discrepanza tra il mondo occidentale e i paesi poveri. In un pianeta dove milioni di persone muoiono ancora di fame, il dilagare dell’obesità rappresenta una vera e propria paradossale emergenza. Sovrappeso e obesità coincidono infatti con un aumento del rischio di incorrere in malattie cardiovascolari, in diabete e anche in forme tumorali, con un peggioramento della qualità della vita e un peso non indifferenete sulla spesa sanitaria.

Come tenere sotto controllo l’obesità
L’obesità infantile ha assunto nei paesi occidentali il carattere di una vera e propria epidemia: i bambini italiani hanno il triste primato di essere i primi in Europa. Ormai un bambino su tre è in sovrappeso o francamente obeso ed è in aumento anche il numero di bambini in condizione di iper-obesità: tale numero negli Stati Uniti è passato in 14 anni dal 13 al 17%, in Europa la situazione non si discosta di molto. Anche per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità nei mesi scorsi ha nominato una commissione di esperti per discutere su questo tema. Il dato nuovo, rispetto al passato, sta nel fatto che le strategie educative e dietetiche-comportamentali, pur fondamentali, non sempre riescono a tenere sotto controllo il problema. Per questo sono in arrivo le prime linee guida internazionali per la chirurgia dell’obesità, la cosiddetta chirurgia bariatrica in ambito pediatrico. Si tratta di un approccio più drastico, senza dubbio, ma in molti casi necessario per arginare il problema. Redatte da un comitato di 12 esperti coordinato dal prof. Valerio Nobili, responsabile di malattie epato-metaboliche all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, sono state appena pubblicate sul Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition, l’organo ufficiale della Società europea per la gastroenterologia pediatrica, l’epatologia e la nutrizione – ESPGHAN e di quella nordamericana -NASPGHAN.

Chirurgia sì, come ultima spiaggia
D’ora in avanti sarà quindi possibile ricorrere alla strategia chirurgica per la riduzione dell’obesità nei bambini adottando criteri univoci e riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale. Secondo i medici che hanno messo a punto le linee guida, la chirurgia bariatrica costituisce un’importante alternativa per la riduzione del peso in quei bambini affetti da una forte obesità con rischi seri. Sulla base delle evidenza scientifiche e del parere degli esperti, le linee guida pubblicate delineano un approccio internazionale standardizzato alla chirurgia dell’obesità, che deve essere limitata a due gruppi di pazienti pediatrici: quelli con indice di massa corporea – BMI pari o superiore a 40, obesità patologica e quelli con un indice di massa corporea tra 35 e 40, obesità grave associata a fegato grasso o ad altri seri disturbi medici correlate all’obesità come il diabete, l’ipertensione o le apnee notturne. È giusto, quindi, che anche la chirurgia dell’obesità nei soggetti più giovani sia regolamentata da norme che assicurano la correttezza e la sicurezza delle procedure. Non si deve però dimenticare che prima di arrivare a questo tipo di soluzione è indispensabile intervenire sullo stile di vita, riducendo l’apporto calorico quotidiano e aumentando il dispendio energetico con una regolare attività fisica. Questo cambiamento va affrontato fin dai primi anni di vita, perché con il passare degli anni è più difficile. E l’obesità, oltre a problemi di salute, può creare al bambino forme di insicurezza e spingerlo a evitare le amicizie e i contatti sociali. E’ in accordo a questo principio che è nato il progetto Mamme Mixer attivo sul nostro Forum ed in vivo, attraverso visite specialistiche con il team medico di GuidaGenitori.it effettuate presso la sede della redazione.

dott. Alessandro Tullio
Spec.ndo Gastroenterologo

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