Il piombo e i disturbi cognitivi nei bambini

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Il piombo e i disturbi cognitivi nei bambini

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Tra gli inquinanti ambientali più pericolosi figura il piombo, un metallo pesante che può avere conseguenze serie sulla salute delle persone e, in particolare, dei bambini nel pieno dello sviluppo e quindi hanno un organismo particolarmente sensibile agli effetti delle sostanze che possono assorbire dall’esterno. Anche la società americana di pediatria di recente ha richiamato l’attenzione sull’importanza di proteggere i bambini dalle influenze negative di questa sostanza, che non sempre si riescono a controllare.

Il piombo causa disturbi cognitivi
Uno degli effetti più dannosi del piombo si esplicherebbe, secondo una ricerca pubblicata su Jama Pediatrics e condotta dall’Università della Pennsylvania, sul sistema neurocognitivo dei bambini, rischiando di ridurre il quoziente intellettivo e di favorire problemi comportamentali nei più piccoli, a livelli ematici inferiori alla soglia di 10 mg/dl considerata a rischio. Una ricerca condotta in Cina ha infatti provato che già a una concentrazione nel sangue di 6,4 mg/dl di piombo compaiono disturbi comportamentali nei bambini di 6 anni. Non si sa con esattezza se i piccoli siano entrati in contatto con il piombo in fase prenatale, nei primi anni di vita oppure poco prima della misurazione, ma è certo che il metallo sia responsabile dei problemi di comportamento. Occorrono altri studi per valutare gli effetti biologici del piombo sui piccoli, ma i legami sono indubbi.

Abbassare la soglia considerata tollerabile
Il piombo per molto tempo è entrato in contatto con il nostro organismo in vari modi: è stato utilizzato nelle vernici, in oggetti di uso comune come anche giocattoli, perfino nei biberon che venivano proposti ai bambini. Secondo gli esperti, non esistono livelli di sicurezza: anche dosi molto basse possono causare i problemi cognitivi e comportamentali e quindi sarebbe opportuno cercare di eliminare del tutto la sostanza, anche se a partire dal 2011 c’è stata una maggiore attenzione e le quantità sono drasticamente diminuite. Secondo i ricercatori del Centre for child and adolescent health dell’Università di Bristol, in Inghilterra, sarebbe opportuno dimezzare il tetto massimo di piombo nel sangue considerato come sicuro, abbassandolo da 10 a 5 microgrammi per decilitro. Gli esperti hanno sostenuto questo dopo aver monitorato alcuni bambini con concentrazioni di piombo nel sangue inferiori alla soglia massima consentita, iniziando a seguirli a 30 mesi d’età ad analisi del sangue e seguendoli fino a sette-otto anni, con valutazioni periodiche del loro andamento scolastico e del loro comportamento indipendentemente da altri fattori psicologici e biologici. È stato osservato che un certo livello del piombo nel sangue dei bambini quando avevano due anni e mezzo incideva in modo non indifferente sui problemi legato allo sviluppo intellettuale e comportamentale.

Il piombo viene assorbito soprattutto attraverso la respirazione e la nutrizione e per la maggior parte viene per fortuna eliminato ma un 20% circa si distribuisce nell’organismo dove viene assorbito soprattutto dai tessuti molli come fegato, reni, midollo osseo e cervello ma anche nelle ossa e nei denti. Inoltre il metallo agisce sui sistemi dopaminergico e colinergico, oltre che sul glutammato, fondamentale neurotrasmettitore del cervello. Ma in che modo è possibile proteggersi? Secondo gli esperti, è bene evitare vecchi giocattoli e posate della nonna conservate come ricordi, non utilizzate contenitori in ceramica smaltata e prodotti cinesi, dai giocattoli agli indumenti. Le vecchie vernici in casa, le vecchie tubature vanno sostituite e i mobili d’epoca vanno fatti controllare da un esperto.

Giorgia Andretti

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