La reazione allergica a un cibo è, al momento, la prima causa di anafilassi nei bambini. E non sempre è prevedibile perché spesso il cibo dannoso è nascosto, oppure il piccolo vi entra in contatto attraverso altre strade: non sono rari, per esempio, i casi di bambini che si sentono male perché toccati da un compagno che aveva mangiato il cibo responsabile. Sta di fatto che i dati parlano chiaro: il 30% delle reazioni allergiche gravi avvengono nelle scuole e il 61% delle scuole ha almeno un bambino a rischio di anafilassi. È insomma una situazione che non va sottovalutata perché, in futuro, i casi sono sicuramente destinati ad aumentare.
Un problema destinato ad aumentare
Le allergie alimentari sono disturbi acuti più comuni nei primi 3 anni di vita, ma si possono presentare a qualsiasi età. La maggior parte delle reazioni allergiche sono da imputarsi a un numero relativamente piccolo di alimenti: latte vaccino, uovo, soia, grano, arachidi, noci e frutta a guscio, pesce e molluschi. Secondo gli esperti della AAITO – Associazione Allergologi Immunologi Territoriali Ospedalieri – l’allergia alimentare costituisce la prima causa di anafilassi in età pediatrica. Nell’ultimo decennio si è osservato un aumento di almeno sette volte nei bambini e ragazzi tra zero e quindici anni. Le manifestazioni sono molteplici e non sempre riconoscibili, per cui esiste una sottostima dei casi. Negli ultimi anni è aumentata l’incidenza delle allergie alimentari nei bambini in età scolare, accrescendo così il rischio che insegnanti e personale scolastico si trovino a gestire alunni a rischio di gravi reazioni. In Italia, oltretutto, manca una normativa precisa quindi è necessario che il governo, le istituzioni e la scuola si organizzi in un piano che garantisca a tutti gli alunni la possibilità di vivere in un ambiente sicuro e, se necessario, di essere soccorsi nel modo adeguato.
Liguria, esempio di eccellenza
Al momento un esempio di eccellenza è offerto dalla regione Liguria, grazie al progetto GAIA – Gruppo Allergie e Intolleranze Alimentari – vanta il primo piano strutturato di gestione delle anafilassi da replicare su scala nazionale. Da anni infatti l’Associazione Ligure Allergici, aderente a FederASMA e Allergie Onlus, con il supporto delle Rete Allergologica Ligure, ha affrontato le richieste che riguardano i bambini con allergia alimentare che utilizzavano la ristorazione scolastica. Il progetto GAIA affronta il problema a 360 gradi e nel tempo ha sviluppato un vero e proprio sistema articolato a fasi: prevenzione, formazione delle competenze e gestione rapida delle emergenze. Altri progetti territoriali sulla gestione delle anafilassi meritevoli di nota sono in Sicilia il Progetto REAP, una rete di protezione intorno al bambino a rischio di anafilassi per reazione allergica o a rischio di reazione asmatica grave. Nel comune di Roma e successivamente anche a Milano, Torino, Palermo, Cagliari e Prato è partito il progetto – Una scuola dall’aria sana – una serie di informazioni mirate per gli studenti e personale scolastico e un primo set di formazione per gli insegnanti.
Come riconoscere l’anafilassi
E’ essenziale saper riconoscere sempre i segnali di reazione allergica alimentare. Dagli esperti AAITO ecco i sintomi più comuni nei bimbi:
1.Prurito al palmo delle mani e dei piedi
2.Rossore e gonfiore generalizzato e orticaria
3.Difficoltà respiratorie
4.Dolori addominali
5.Vomito e diarrea
6.Abbassamento della voce e raucedine
7.Debolezza da calo della pressione
In caso di reazione allergica grave ecco cose fare:
1.riconoscimento della reazione in atto e richiesta al 118
2.Somministrazione di adrenalina e prime misure di soccorso
Giorgia Andretti