Calazio: frequente nei bambini, pur fastidioso è innocuo

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Calazio: frequente nei bambini, pur fastidioso è innocuo

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Può capitare di notare, sulla palpebra superiore del proprio bambino, una piccola formazione tondeggiante, arrossata, delle dimensioni di una lenticchia: è il calazio, un accumulo sotto palpebrale del secreto prodotto dalle ghiandole di Meibomio. Queste si trovano all’interno del tessuto delle palpebre. Quando la secrezione prodotta, necessaria alla formazione del film lacrimale, si infiamma e all’interno del condotto crea un piccolo gonfiore. A volte è proprio il bambino a  lamentare il bruciore e prurito in quell’area.

Le cause del calazio

Le ghiandole di Meibomio si possono infiammare per diverse ragioni. Nei bambini può essere colpa del sole preso in eccesso nell’area, una forma di congiuntive allergica non curata, ma anche l’alimentazione può avere la sua responsabilità, un eccesso di alimenti grassi e eccessivamente dolci possono dare l’avvio al calazio. In estate può anche essere colpa dell’irritazione di vento, polvere, cloro di piscina e di acqua salata. A volte, la formazione di calazio, soprattutto se recidiva, può essere la conseguenza di un difetto visivo del bambino, non individuato e quindi non curato. Il piccolo può avere problemi di messa a fuoco a causa del cosiddetto occhio pigro, oppure può essere soggetto ad astigmatismo, un difetto che impedisce la messa a fuoco di immagini su piani differenti. Piuttosto frequente nei bambini è anche l’ipermetropia, la difficoltà di messa a fuoco da vicino. Infine, la miopia impedendo la messa a fuoco delle immagini lontane. Il bambino, a causa di questi difetti, per mettere a fuoco le immagini sottopone i muscoli dell’occhio a contrazioni involontarie e irregolari, impedendo di fatto al dotto escretore delle ghiandole di Meibomio di eliminare il proprio secreto. Questo si accumula nei tessuti palpebrali, dando luogo alla formazione del calazio.

Calazio:  sintomi e terapia

Il gonfiore è accompagnato da arrossamento della palpebra, difficoltà a tenere ben aperto l’occhio e ad ammiccare normalmente. Inoltre, l’occhio colpito è soggetto a bruciore e prurito, che spinge il bambino a portare frequentemente le mani sull’occhio nel tentativo di placare il prurito. Anche la congiuntiva, la membrana che riveste internamente le palpebre, è arrossata. È opportuno sottoporre il bambino alla visita di un pediatra, anche se il trattamento del calazio è semplice. In primo luogo è bene evitare di toccare la zona con le mani sporche, procedendo a un’accurata detersione locale con soluzione salina e garza sterile, tamponando delicatamente. Le pomate a base di cortisone e antibiotico devono essere sempre prescritte dal medico.

Calazio: la prevenzione è l’arma più efficace

Per prevenire la comparsa del calazio, vanno prima di tutto esclusi difetti visivi attraverso una visita oculistica. In estate gli occhi vanno protetti da sole, vento, sabbia con occhiali specifici per bambini e con cappelli a visiera. Una alimentazione sana, a base di frutta, verdura, pesce e yogurt ricco di probiotici aiuta a prevenire l’insorgenza delle infiammazioni alle palpebre. Se dopo due o tre settimane il calazio è ancora presente, il medico può effettuare un piccolo intervento in ambulatorio, per l’asportazione di una o più ghiandole. È un intervento semplice e per nulla doloroso, è effettuato in anestesia locale.

Lina Rossi

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