La metà dei bambini italiani ha la TV in camera e confessa di vedere tranquillamente film da bollino rosso. L’allarme è stato lanciato ad un convegno su Internet e sulle sfide della modernità organizzato l’11 giugno presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e organizzato dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum in collaborazione con Aippc (Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici), Istituto di Terapia Cognitivo Comportamentale, Scint scuola di specializzazione in psicoterapia cognitiva interpersonale, Italian Hospital Group, La Fondazione Centro di Formazione Culturale e UGL Medici.
Piccoli digitali crescono
Dati alla mano, gli esperti hanno anche rilevato che il 60% dei bambini può accedere alla connessione a internet nella propria camera da letto, lo usa quasi tutti i giorni e ha un profilo sul social network. Tonino Cantelmi, presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici, pur sottolineando gli aspetti positivi delle nuove tecnologie, ha precisato che l’importante è che queste ultime non si sostituiscano alla realtà della vita quotidiana, al valore di un abbraccio vero e di una stretta di mano. Lo psicologo dello sviluppo Daniele Mugnaini ha spiegato che i bambini italiani stanno quasi due ore al giorno davanti alla televisione. Quasi la metà ha il video in camera da letto, ammette di non potervi rinunciare e vede tranquillamente film col bollino rosso. La maggioranza gioca ai giochi elettronici e ha Internet in casa. Il 60% di questi ha Internet in camera da letto, lo usa quasi tutti i giorni e ha un profilo sul social network.
Gare pericolose a chi è più magra
Tra gli stimoli con cui bambini e adulti sono bombardati, ha rilevato Mugnaini, compaiono spesso l’oggettificazione della donna (presente anche in certe bambole, in diversi giochi elettronici e nell’abbigliamento), la collocazione del rapporto sessuale in relazioni disimpegnate, la sessualità spettacolare (anche nelle pubblicità e nei video musicali), ricreativa, casuale, sempre vincente e sempre più connotata da violenza e istintualità.
La psicoterapeuta Beatrice Toro ha invece parlato del triste fenomeno dei siti che possono fomentare l’anoressia, che rappresentano uno dei tantissimi nodi di intreccio tra web, psicologia e psicopatologia. In questi blog e siti, le ragazze gareggiano per perdere peso, si fotografano e mettono on line i loro pericolosi “progressi”. È un’immersione entro logiche che sembrano ricalcare, in parte, miti normali: la magrezza, la bellezza, l’estetica a ogni costo. Non a caso, chi gestisce i siti non si ritiene una persona che soffre di un disturbo, ma piuttosto, un individuo che ha liberamente scelto uno “stile di vita” anoressico, una filosofia della perfezione. Un modo – ha precisato la dottoressa Toro – di rendere innocue e trasgressive, nel contempo, le patologie alimentari che invece possono avere dei risvolti negativi e pericolosi nello sviluppo psicofisico di giovani e giovanissimi.
Riscoprire il gioco all’aperto
Il Professore Tonino Cantelmi ha infine dichiarato che la grande sfida, agli inizi del terzo millennio, è recuperare i rapporti umani. È ritrovare un’autentica comunicazione, che troppo spesso oggi viene sostituita da una fredda connessione. In questo senso l’esempio dei genitori e degli educatori diventa fondamentale. E’ importante ridurre al minimo il tempo di permanenza dei piccoli davanti a tv o pc, soprattutto se i bambini vi assistono da soli. I ragazzini, poi, non dovrebbero avere la Tv in camera da letto e anche l’uso del computer deve essere monitorato con attenzione dai genitori. È bene coinvolgere i figli in altre attività, meglio se socializzanti e all’aperto. Certo, non è semplice trovare il tempo e il modo per farlo, tra i mille impegni della vita di oggi, ma è indispensabile farlo. Ed è importante anche trovare il modo di effettuare un controllo diretto sui programmi e sui contenuti visionati dai nostri figli. Pur rispettando i loro interessi e la loro privacy, è dovere dei genitori proteggerli.
Sahalima Giovannini