In estate nulla è più piacevole e divertente di un bagno in mare o in piscina. La sicurezza in questi ambienti deve essere una priorità assoluta e non solo per i bambini.
Il caldo, il sole, l’aria aperta … mare e piscine diventano la naturale valvola di sfogo per i nostri bambini. Qualcuno ha forse ancora un po’ di timore, altri sguazzano felici tra mille spruzzi e tuffi. Lasciamoli liberi di divertirsi e non guastiamo la loro felicità con troppe raccomandazioni. Al tempo stesso, però, mettiamo in atto tutte le precauzioni necessarie per rendere sicuro il bagno. E vigiliamo sui bambini, con discrezione ma costantemente.
I rischi di annegamento
Ogni estate, infatti, non mancano purtroppo le notizie di cronaca che parlano di annegamenti di persone adulte e, purtroppo, anche di bambini. Nel caso dei più piccoli, questi fatti drammatici si verificano spesso nelle piscine private, anche in quelle poco profonde, a causa delle scarse misure di sicurezza che vengono messe in atto dai proprietari. In Italia, in realtà, i casi di annegamento nelle piscine private sono abbastanza limitati, perché questo tipo di strutture è poco diffuso nel nostro paese. Nelle case e nelle ville se ne stanno però costruendo sempre di più e per questo è bene prestare attenzione. In altri paesi, come la Spagna o gli Stati Uniti, dove le piscine private sono più diffuse, i decesso per annegamento di bambini, che vi cadono in modo accidentale, sono purtroppo più numerosi. Di conseguenza, se si ha già una piscina nel proprio giardino o si ha intenzione di costruirne una, è bene tenere presenti poche regole, come quelle che vengono suggerite dalla American Academy of Pediatrics.
Come proteggere i bambini in piscina
Suggeriamo di costruire una piscina nel proprio giardino prima del compimento del quinto anno d’età del bambino sole se viene istallata la copertura di sicurezza. Si tratta di una sorta di tapparella che segue esattamente la forma della piscina, su cui è possibile camminare. Questo tipo di copertura è a motore e dovrebbe essere aperta solo da un adulto e chiusa immediatamente quando ci si allontana dal bordo piscina. Nel caso in cui in giardino sia già presente una piscina non dotata di questa speciale copertura di sicurezza, per proteggere i bambini dal rischio di annegamento la regola principale è non lasciare mai i piccoli da soli nella piscina o vicino ad essa, nemmeno per un momento. Bisognerebbe cercare di rimuovere sempre tutti i giochi dall’acqua, in modo che i bimbi non siano tentati dal provare a raggiungerli, immergendosi in acqua o sporgendosi con il rischio di caderci dentro. Per evitare che i bambini abbiano accesso alla piscina senza la supervisione di un adulto è utile far costruire una recinzione chiusa con un cancelletto che un bambino non sia in grado di aprire da solo. Uno studio statunitense e uno studio australiano hanno inoltre verificato che, nei casi di annegamento in piscine di tipo familiare, le cause più comuni sono state: assenza o incompletezza delle recinzioni, cancello aperto o difettoso, accesso diretto alla piscina dall’abitazione; raramente l’accesso alla piscina è avvenuto scavalcando la recinzione. Nel caso delle piscine non interrate è bene eliminare la scaletta in modo che un bambino non possa arrampicarvisi e cadere in piscina.
L’attrezzatura di salvataggio
La piscina privata va inoltre dotata di attrezzatura di sicurezza, essenziale ma indispensabile. Per una sicurezza ottimale, non bisognerebbe utilizzare i salvagenti gonfiabili (come per esempio i braccioli) al posto dei giubbotti di salvataggio omologati: non sono dei veri sostituti perché si possono sgonfiare e danno a bambini e genitori un falso senso di sicurezza. È inoltre opportuno tenere, vicino alla piscina, un telefono portatile con i numeri del pronto soccorso e alcune attrezzature di salvataggio, come una pertica di lunghezza pari almeno alla metà della vasca munita di uncino o un salvagente. La pertica e le altre attrezzature di salvataggio vanno scelte in fibra di vetro o in altro materiale che non conduca elettricità.
Attenzione anche al mare
Molti stabilimenti balneari dispongono di un bagnino che può soccorrere anche i bambini in caso di necessità, ma nel nostro paese sono numerosi i tratti di mare non sorvegliati. In questo caso, tocca agli adulti fare molta attenzione. Vanno ovviamente evitati i punti in cui compaiono cartelli che vietano la balneazione: si tratta magari di luoghi suggestivi, con acqua che appare limpida e pulita. La presenza dell’indicazione potrebbe però significare la presenza di correnti pericolose, o di un fondale profondo o con scogli che possono ferire o, ancora, acque inquinate da liquami e da scarichi industriali che non si vedono ma che ci sono. Occhio anche alle spiagge del tutto deserte: la mancanza di turisti potrebbe significare un tratto non idoneo ai bagnanti. Ma anche in un tratto di mare sicuro è bene non allontanarsi dai propri bambini, anche se questi hanno braccioli e salvagente, oppure se si trovano all’interno di un canotto, stando vicini a loro per una distanza pari alla lunghezza di un proprio braccio disteso. I bambini vanno stimolati a imparare a nuotare prima possibile, in modo che possano almeno restare a galla qualora si trovino in difficoltà, per dare il tempo a un adulto di raggiungerli in pochi secondi.
Giorgia Andretti