La ripresa della scuola. A questa emozione non ci si abitua mai, indipendentemente dal fatto che accompagniamo i nostri figli alla materna, alle elementari oppure alla scuola media inferiore. Dopo le lunghissime vacanze estive, rientrare alle solite abitudini, rivedere volti ben noti e qualcuno nuovo, sentire quell’inconfondibile odore delle aule, sempre uguale di generazione in generazione, regala una sensazione di leggerezza mentale e quella ben nota tremarella alle gambe. L’emozione può essere ancora più forte quando si inizia un nuovo ciclo scolastico. Ecco come gestire questo carico emozionale e farne un punto di forza per affrontare bene l’inizio anno.
Materna, addestriamolo per tempo
Sono i bambini della materna ed i loro genitori a vivere l’emozione più intensa. Per loro, infatti, il cambiamento è notevole: devono affrontare una trasformazione radicale, passando dalle rassicurati mura domestiche vissute in simbiosi con la mamma, i nonni o la baby sitter ad un ambiente nuovo e sconosciuto. I loro primi tre anni coincidono con un periodo di timidezza, dovuta alla progressiva maturazione emotiva ed una nuova consapevolezza della propria identità. Il bambino inizia a scoprire aspetti nuovi di se stesso e della propria personalità e ne ha quasi timore. Per questo motivo è opportuno iniziare per tempo l’inserimento, un periodo variabile durante il quale uno dei due genitori o un nonno può restare negli ambienti della scuola, per dare modo al bambino di esplorarli, ambientarsi e di conoscere i coetanei sapendo di avere accanto la presenza rassicurante di un famigliare. L’inserimento dovrebbe essere stabilito con le educatrici in un periodo adatto alle necessità psicologiche del bambino. E’ bene non far coincidere l’inizio della scuola con momenti impegnativo come l’addio al pannolino: il piccolo deve fare il suo ingresso alla scuola dell’infanzia nello stato d’animo ideale. Iniziamo a percorrere la strada da casa alla scuola almeno una decina di giorni prima, perché il bimbo deve abituarsi al paesaggio che lo accompagnerà per tutto il percorso della scuola materna. Non attendiamo l’inizio della scuola per introdurlo nel nuovo istituto: previo accordo, facciamogli incontrare le educatrici e se possibile anche i nuovi compagni di classe, organizzando con le altre mamme una merenda per far socializzare i bimbi. Una volta iniziato l’anno, un piccolo premio a fine giornata sarà un modo piacevole per rassicurarlo e gratificarlo.
Elementari, impariamo a coinvolgerlo
Il primo giorno del ciclo delle elementari non è da meno della materna. I bambini di sei anni sono ancora piccoli e, per loro, il difficile è non ritrovare le educatrici, una sorta di affettuose vice-mamme. Ecco perché il primo giorno di scuola, quando i piccoli vengono suddivisi nelle aule, molti di loro lasceranno scorrere lacrime di incredulità, impietosamente ripresi dalle videocamere dei genitori. E se questo accade, non rimproveriamo nostro figlio ma sosteniamolo con il nostro sorriso: tra pochi giorni il bambino sarà perfettamente a suo agio nella classe tra i nuovi amici. Cerchiamo di fargli vivere i primi giorni da ragazzino “grande” per rendergli più soft il passaggio al mondo della scuola dell’obbligo, del percorso di lettura e scrittura, dei compiti da svolgere. Regaliamoci un giro in un negozio o in un grande centro commerciale, facciamogli scegliere lo zaino o l’astuccio colorato completo dell’occorrente per scrivere e qualche gadget simpatico, utile a scuola. I quaderni poi, saranno preziosi compagni e contenitori di tutto un sapere in divenire. Il tempo è ancora mite: organizziamo una bella merenda sul terrazzo di casa e cerchiamo di rintracciare i futuri compagni di classe. Sarà un bel lavoro per noi, certo ma l’occasione regalerà la tranquillità necessaria ai bambini per iniziare le sfide della lettura e della scrittura.
Medie, rispettiamo le sue richieste
Fino a qualche mese fa era nel pieno dell’infanzia ed oggi si appresta al grande salto delle medie. Se nostro figlio è un maschio, probabilmente avrà già fatto notare a le prime ombrosità adolescenziali, se invece siamo genitori di una ragazzina, la sua femminilità sta compiendo i suoi primi passi. Ebbene sì, sembrano nati ieri e invece si avviano al mondo degli adulti. Non stupiamoci davanti alle loro richieste e ricordiamoci che, alla loro età, forse non eravamo diversi. Rispettiamo l’esigenza di avere piccoli segreti non confidabili e che gli amici siano i loro primi interlocutori. Lasciamo loro spazio fisico e mentale, pur senza perderli mai di vista. Lo stesso discorso vale per la nuova scuola, le medie: un luogo che attrae nostro figlio o nostra figlia perché indica il passaggio tra i ragazzi più grandi e quindi l’approdo alla sospirata libertà e maggiore indipendenza; un luogo, al tempo stesso, ricco di incognite, di potenzialità e sicuramente di impegno scolastico. Non stupiamoci quindi se in questi giorni di inizio anno vediamo i nostri figli più inquieti e scontrosi. In un’età di insicurezze, il timore di non essere all’altezza in una situazione nuova è forte. Impariamo a infondere fiducia sorridendo e dimostrando di esserci; chiediamo poco e mettiamoci a disposizione per qualsiasi loro confidenza o problema. Diamo loro fiducia, alla probabile richiesta di andare a scuola da soli permettiamo che lo facciano, ovviamente con tutte le possibili attenzioni. E se proprio non riusciamo a perdere l’abitudine di andarlo a prendere, rispettiamo il suo bisogno di sentirsi grande… e aspettiamolo un po’ più in là, al riparo dagli sguardi indiscreti degli amici affinché possa sentirci ancora al sicuro tra le braccia della mamma.
Giorgia Andretti