Nelle scuole si discute di mete e programmi: i doveri degli insegnanti, i diritti dei genitori
Nelle scuole si comincia in questo periodo a parlare del momento più atteso dagli studenti: le gite di classe. Un appuntamento che ha ormai raggiunto nel nostro Paese le dimensioni di un mercato, con tanto di “Borsa del turismo scolastico”: una kermesse espositiva che si tiene ogni anno a novembre alla fiera di Genova. Secondo una recente ricerca condotta dal Touring Club Italiano in collaborazione con Doxa si tratta di un affare da un miliardo di euro che vede coinvolto l’87% degli studenti delle scuole superiori con una spesa media procapite di 259 euro. Una cifra non indifferente, che può tuttavia rivelarsi utile alla crescita dei ragazzi. Semprechè si tenga conto di imprescindibili passaggi organizzativi e che, naturalmente, vengano rispettate delle regole ben precise.
Il “business” delle gite
Ad aprile, in pullman, possibilmente all’estero. Questi secondo la ricerca Doxa l’attuale tendenza delle scuole nell’organizzazione delle gite scolastiche. Certo molto dipende dalle possibilità economiche. Tuttavia, in base ai dati rilevati, nel 2005 la scelta delle destinazioni estere si è piazzata al 50,2% contro il 49,8% dell’Italia il che lascia presupporre che almeno uno studente su cinque avrà quest’anno l’opportunità di trascorrere qualche giorno con i suoi compagni in una capitale europea. Tra le regioni italiane, invece la destinazione al primo posto è il Lazio che accoglierà il 19%degli studenti. Segue la Toscana con il 12% e l’Emilia Romagna e la Campania con il 7%. Cambia anche la scelta dei mezzi di trasporto: privilegiato fra tutti il pullman utilizzato nel 62% dei casi. Praticamente scomparso invece l’uso del treno che interessa solo il 12% delle gite, surclassato anche dall’aereo sperimentato dal 16,4% delle scolaresche. Resta invariata invece la scelta del luogo dove dormire che nel 91% dei casi è l’albergo, sebbene comincino ad essere valutati anche i vantaggi e i benefici degli agriturismo. Per quel che riguarda il periodo scende invece la preferenza per il mese di maggio, troppo caro, a tutto vantaggio del mese di aprile considerato periodo ideale nel 42% dei casi dagli insegnanti che, spiega la Doxa, rimangono detentori del giudizio finale sulla scelta.
Dalla parte della scuola
L’autonomia scolastica ha eliminato molti vincoli nell’organizzazione delle gite scolastiche consentendo agli istituti, tramite i consigli di classe, di seguire una sorta di “percorso personalizzato” e di decidere quindi autonomamente tempi e modi. Con qualche obbligo e nel rispetto di norme basilari previste dal Ministero, ovviamente. Decidere mete, modalità e dettagli è compito del consiglio di classe dove si raccoglie il contributo di insegnanti, alunni e genitori che, insieme, devono stabilire i dettagli tenendo conto, tuttavia e in primis, che le finalità dei viaggi devono essere di ordine didattico ed in linea con i programmi. Quanto ai costi, non ci sono limiti stabiliti “per legge”, ma deve prevalere in ogni caso il senso di opportunità e, soprattutto, occorre sempre analizzare in modo attento e scrupoloso le garanzie che gli organizzatori offrono per evitare che le classi, in viaggio, possano avere sgradevoli sorprese. Secondo le disposizioni scolastiche, deve esserci inoltre un coordinatore di classe, un insegnante, ché avrà nell’organizzazione il compito di raccogliere le autorizzazioni delle famiglie e i soldi e di segnalare situazioni difficili, come per esempio scolari con difficoltà economiche, per far scattare interventi di solidarietà da parte dell’istituto. Anche la sorveglianza e l’assicurazione sono a carico delle scuole. Per la prima la normativa prevede un “prof” ogni 15 ragazzi e la continuità durante tutto il viaggio, pena l’accusa di abbandono di minori. Per quel che riguarda l’assicurazione è invece indispensabile che, nel pacchetto di viaggio venga prevista, per gli insegnanti e gli alunni, la copertura di danni a persone o a terzi.
Gli strumenti dei genitori
Se la gita è un servizio della scuola è anche un momento attivo in cui sono coinvolti tutti i componenti di una classe. Sarebbe opportuno quindi che all’interno dei consigli si ascoltassero e si valutassero le proposte di tutti esprimendo il proprio consenso non senza aver considerato prima di ogni altra cosa il bene per i propri figli. Come strumento estremo di dissenso, va precisato che le famiglie possono opporsi non firmando l’autorizzazione al viaggio ma prima di arrivare a questo esistono molti spazi di intervento per i genitori, rappresentati formalmente dai rappresentanti di classe in consiglio. Le segreterie della scuola sono ad esempio tenute a farsi dare dal vettore tutte le garanzie sui mezzi utilizzati che, a norma di legge, devono ad esempio avere caratteristiche in regola quanto a cinture di sicurezza, facilitazioni per portatori di handicap e così via. In ogni fase dell’organizzazione, poi, a proprie spese, si possono chiedere le copie dei preventivi o, dopo il viaggio, la rendicontazione delle spese. Per le gite all’estero può essere utile proporre di stipulare anche la Europe Assistance, una copertura assicurativa che garantisce l’assistenza medica 24 ore su 24 e copre i bagagli. Nel caso in cui i genitori decidessero di partire con i ragazzi occorre infine verificare che ci sia l’assicurazione per tutti i partecipanti: inclusi quindi anche mamma e papà.
Paola Ladogana