Ancora troppi gli edifici scolastici che non rispettano la normativa: vediamo insieme cosa bisogna controllare
In molte parti d’Italia imperversano le manifestazioni contro il decreto legge per il nuovo ordinamento scolastico del Ministro Gelmini. Ma la discussione su grembiulini e maestro unico lascia anche quest’anno in secondo piano un’emergenza gravemente dimenticata: sono ancora troppi i bambini che non hanno a disposizione un struttura scolastica adeguata. La denuncia arriva da Cittadinanzattiva, che ha appena presentato il “VI Rapporto annuale su sicurezza, qualità e comfort degli istituti scolastici italiani”, dal quale emerge una situazione non proprio rassicurante. L’indagine, svolta in 132 scuole di ogni ordine e grado, dislocate in 12 regioni, ha rilevato che gran parte degli edifici scolastici presenta serie carenze dal punto di vista strutturale e della sicurezza. Oltre la metà degli edifici è collocata in una zona a rischio sismico e che il 38 per cento ha l’ingresso collocato direttamente sulla strada. Molte aule hanno pavimenti sconnessi, finestre rotte, banchi danneggiati, armadi e librerie non ancorati alle pareti. Solo il 39 per cento degli edifici esaminati possiede una palestra. C’è inefficienza anche per quanto riguarda la sicurezza: infatti, metà degli istituti ha un impianto elettrico arretrato, il 42 per cento delle scuole non è dotato di porte antipanico e circa un terzo presenta segni di fatiscenza e crolli di intonaco. E i risultati si vedono: secondo i dati dell’Inail, nel 2007 nelle scuole si sono verificati oltre 90.000 incidenti ai ragazzi e quasi 13.000 al personale.
Una legge mai attuata
Eppure gli edifici scolastici “dovrebbero” essere sicuri. Lo stabiliva già la legge 626 del 1994, i cui criteri principali sono stati ribaditi nel decreto legislativo 81 del 2008, che ha ora riunito in un solo testo la normativa sulla “tutela della salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Secondo quanto aveva già stabilito legge 626 del 1994, tutte le scuole avrebbero dovuto provvedere alla messa in sicurezza, all’adeguamento degli impianti e all’applicazione delle norme antincendio entro il 31 dicembre del 1999. Per diverse ragioni – essenzialmente la mancanza di fondi da parte di Comuni e Province, responsabili rispettivamente delle scuole dell’infanzia, elementari e medie inferiori e di quelle secondarie superiori – la possibilità di adeguarsi è slittata fino al 30 giugno del 2006. “Ma nemmeno questa data è stata rispettata per tutte le scuole – spiega Mario Di Costanzo, responsabile Edilizia e Sicurezza del Ministero dell’Istruzione – La Finanziaria del 2007 ha previsto, però, uno stanziamento di fondi, che assieme alle risorse impiegate dai competenti Enti locali dovrebbero essere sufficienti ad apportare le modifiche necessarie per adeguare gli edifici scolastici agli standard di sicurezza previsti dalla legge. Il termine ultimo è stato fissato ora per il 31 dicembre del 2009. Dopo di allora, le strutture che non risponderanno ai requisiti saranno sanzionabili”.
Cosa possono fare i genitori
Nell’attesa e nella speranza che tutti gli edifici si mettano in regola, anche i singoli genitori possono fare qualcosa, osservando con attenzione la scuola dei propri figli e rendendosi conto di eventuali carenze. Intanto, è diritto dei genitori verificare l’esistenza del “Documento di valutazione dei rischi”. Si tratta di un vero e proprio documento di identità dell’edificio scolastico, che evidenzia le caratteristiche delle strutture, le eventuali carenze degli impianti, gli interventi di manutenzione, il piano di evacuazione, che segnala il personale docente e non docente addetto al servizio di prevenzione per gestire le eventuali emergenze e individua il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Adriana Bizzarri, Responsabile del settore scuola di Cittadinanzattiva sottolinea come “i genitori non solo possono richiedere al Dirigente scolastico di prendere visione del Documento di valutazione dei rischi, ma anche avere notizie certe circa l’esistenza delle certificazioni di agibilità statica, igienico sanitaria e prevenzione degli incendi. Inoltre, i genitori hanno il diritto di essere informati su eventuali carenze strutturali o legate alla manutenzione ordinaria, che sono di competenza dell’ente proprietario dell’edificio”.
Diamo un occhio alle aule
Pur senza avere competenze tecniche specifiche, indispensabili per valutare i requisiti di sicurezza delle strutture scolastiche, i genitori possono comunque farsi un’idea del livello di vivibilità e di sicurezza del luogo in cui i figli trascorrono molte ore ogni giorno. Le aule, per esempio, devono essere sufficientemente ampie (ogni alunno deve poter disporre di circa 2 metri quadrati di spazio), con banchi provvisti di ripiani per l’appoggio dei libri e di ganci per appendere gli zaini, in modo che questi non costituiscano un intralcio, anche nelle situazioni di emergenza. Nelle classi con oltre 25 ragazzi le porte dovrebbero aprirsi verso l’esterno per facilitare l’uscita (anche se la porta anti panico per le classi non è obbligatoria). I corridoi non devono essere ingombri di mobili o materiale vario, ma facilmente percorribili.
Pericoli, sicurezza e vie d’uscita
Ogni piano deve essere provvisto di almeno due uscite di sicurezza (ma ce ne deve essere una ogni sessanta persone), da aprire con meccanismo antipanico, verso uno spazio esterno come un cortile o delle scale di sicurezza. Le porte devono avere una larghezza minima di un metro e venti centimetri. È essenziale che le porte siano sempre apribili: troppo spesso restano chiuse con lucchetti o catene per il timore di un’intrusione dall’esterno. Inoltre in tutta la scuola vanno segnalate con chiarezza le vie di fuga in caso di incendio, attraverso la presenza di pannelli, indicatori e frecce direzionali ben visibili. La presenza di eventuali materiali infiammabili (nelle scuole secondarie che fanno attività di laboratorio) deve essere segnalata in modo chiaro e visibile.
Le prove di evacuazione
È indispensabile la presenza di almeno due estintori per piano. Questi vanno controllati regolarmente e sottoposti ad accurata manutenzione e devono riportare la data della ricarica o della scadenza dalla manutenzione stessa. Inoltre, il piano di evacuazione deve essere applicato nella pratica attraverso una regolare informazione e formazione del personale addetto. Anche i ragazzi vanno coinvolti in modo responsabile, effettuando insieme al personale docente almeno due prove di evacuazione nel corso dell’anno scolastico. Per verificare che queste attività vengano svolte, basta chiedere ai propri figli.
In Rete
Il rapporto “Imparare sicuro” di Cittadinanzattiva
Roberta Raviolo