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Come allontanare la pigrizia

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L’inverno è vicino e il pomeriggio lascia velocemente spazio al buio. La tentazione di stare al chiuso nelle case a crogiolarsi pigramente è forte, ma cerchiamo di reagire.

Fuori è freddo e rifugiarsi in casa diventa davvero piacevole. Nei mesi freddi e bui si è invogliati a trascorrere più tempo nel tepore delle proprie case ed è normale che sia così. Peccato che il tempo trascorso “all’interno delle mura domestiche” sia speso in attività troppo sedentarie oltre che passive. I bambini riescono a stare per ore immobili davanti alla Tv, incollati davanti agli innumerevoli videogiochi e affascinati dai social network internettiani. Sembrano soffrire di una pigrizia “indotta” dall’offerta della tecnologia. Una pigrizia che rischia di rasentare l’ozio e che spinge fino al rifiuto di qualsiasi attività “faticosa” come una semplice passeggiata. Senza contare tutte le conseguenza fisiche e psicologiche che comporta una crescita priva di occasioni di confronto, di attività fisica, di movimento. Certo è che un po’ di sano movimento non farebbe niente male soprattutto se viene trascorso insieme alla mamma e papà. Cosa fare, allora, se ci si accorge che la pigrizia ha “contagiato” anche i nostri figli.

L’importanza dell’esempio
Devono essere i genitori, per primi, a incentivare i figli con un comportamento attivo. In altre parole, è inutile invitarli a spegnere la Tv se stiamo noi stessi immobili sul divano. Cerchiamo di invogliarli con proposte coinvolgenti. Proponiamo una semplice passeggiata, non importa se piove: con mantella impermeabile e stivali di gomma, anche saltare nelle pozzanghere rappresenta un buon esercizio fisico. La destinazione può essere un bar o una pasticceria dove gustare una sana merenda, oppure una libreria per premiarsi con l’acquisto di un libro. Se il tempo è discreto, organizziamoci con qualche amico con bimbi dell’età dei nostri. Con un po’ di fantasia ci possiamo inventare un itinerario misterioso anche solo nel centro storico della nostra città, a scoprire luoghi resi intriganti dall’oscurità e dalla nebbia. O magari visitare qualche cittadina d’arte poco distante dal nostro luogo di abitazione. L’Italia ne è piena. Armati di piantina e guida, per i ragazzi sarà anche un’occasione di arricchimento culturale. Se i nostri figli vedono che siamo noi i primi ad abbandonare atteggiamenti di pigrizia faranno meno resistenze di fronte alle proposte alternative ai pomeriggi di Tv e Play station.

Muoversi anche se fa freddo
Lo sport rappresenta per un bambino una importante possibilità di crescita perché lo mette nella condizione di confrontarsi con gli altri e di misurarsi con i propri limiti e con la propria forza di volontà. Le occasioni per correre in bici, sui roller o per giocare al parco adesso sono poche, ma nulla vieta di farlo quando non piove, anche se fa un po’ fresco. Inoltre, sicuramente anche vicino a dove si abita esistono palestre e centri sportivi indoor, che dietro prenotazione permettono entrate anche pomeridiane ai nostri figli e a qualche amico. Per i ragazzini sarà divertente sperimentare tappeti elastici, pertiche e parallele. Vale la pena provare anche in qualche ludoteca: a volte possono entrare anche bambini di età leggermente superiore, ai quali non dispiace tornare un po’ piccini. Anche un museo, un acquario civico, una pinacoteca sono occasioni di movimento: camminando per osservare le opere esposte o gli animali si fa un bel po’ di strada e si impara tanto.

Pigri per la paura degli altri
Se nostro figlio oppone un’estrema resistenza anche alle proposte che si paiono più allettanti, cerchiamo di capire se non ci sia qualcosa di più, rispetto alla semplice inerzia. A volte un’eccessiva pigrizia nasconde in realtà una profonda insicurezza, una scarsa autostima, il timore di entrare in relazione con il mondo esterno. Allora il bambino preferisce stare in casa a confrontarsi con un mondo virtuale quale quello del computer o della televisione piuttosto che entrare in relazione con un mondo in carne ed ossa. È inutile, in questo caso, iniziare una guerra senza fine. Prima di forzare la mano è importante cercare di capire le ragioni alla base del disagio ed aiutare il bambino a riacquistare sicurezza e autostima.

 

Dott.ssa Ilaria Ronchetti
Psicologo

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