I consigli per svezzare i bambini vengono ricordati spesso dai pediatri, ma non è male ripercorrerle ancora una volta per capire gli ultimi trend in fatto di nutrizione infantile. Lo ha fatto di recente la CIA – Confederazione Italiana Agricoltura insieme a VAS – Verdi Ambiente e Società onlus in occasione della nona giornata Mangiasano appena conclusa. Tutte le raccomandazioni in un facile promemoria.
Latte della mamma fino ai sei mesi
Fino ai sei mesi il bambino dovrebbe essere alimentato soltanto con latte materno, è l’unico nutrimento in grado di soddisfare le esigenze nutrizionali del piccolo è, infatti, ricco di proteine, zuccheri e vitamine necessari alla crescita. Ogni donna è teoricamente in grado di allattare al seno: solo in casi rari è impossibile, per esempio se il piccolo è molto prematuro o la mamma soffre di qualche malattia. Negli altri casi ci si può rivolgere anche a consulenti per l’allattamento, per imparare a nutrire il bambino al seno. Se proprio non è possibile avviare l’allattamento, esistono in commercio valide alternative di prodotti ricostituiti molto simili al latte materno dal punto di vista della formulazione. Dopo i sei mesi, il sistema nervoso, gastroenterico e renale del bambino iniziano a maturare ed quindi il tempo giusto per cominciare a proporre alimenti più densi. L’allattamento può essere proseguito anche fino ai due anni di età, ma ad esso vanno associati nuovi cibi. Il piccolo potrà iniziare a mordere con le gengive pezzettini di frutta e verdura crudi, ben lavati e sbucciati: mele e carote che non rischiano di rompersi e che sono le tipologie meno a rischio di causare reazioni allergiche.
Quando introdurre i vegetali
La frutta e la verdura possono essere poi proposte anche in altre forme. La frutta può anche essere offerta grattugiata. Le verdure cotte, meglio se al vapore, possono essere proposte in passato, assieme a legumi ben cotti, interi o schiacciati anche con un po’ di pane o in una minestrina. Del pane è meglio dare la crosta, può essere mordicchiata dando sollievo alle gengive con i denti che stanno crescendo. Nelle minestre di verdure e legumi si può aggiungere il riso o la pasta integrale. Il condimento ideale è l’olio extravergine di oliva, da aggiungere crudo nelle minestre, sulle pastine e nelle zuppe. Uno dei due pasti della giornata dovrebbe essere costituito soltanto da verdure, legumi e cereali che costituiscono un pasto equilibrato e ricco di proteine nobili. Per quanto riguarda le proteine animali si possono proporre yogurt, formaggi di qualità e carne. Il pesce va bene dopo i sette – otto mesi, scegliendo esemplari piccoli: significa che sono giovani, quindi non contaminati da inquinanti che possono essere presenti nei mari.
Gli alimenti che non vanno bene
Nel primo anno di età il bambino non può assumere il latte vaccino, perché contiene nutrienti poco assimilabili: yogurt, ricotta e formaggi sono più digeribili perché il processo di fermentazione facilità all’assimilazione. Finché il bambino viene allattato, non ha bisogno di altri tipi di latte. Pomodoro, melanzana e peperone contengono solanina, una sostanza tossica per il sistema nervoso. Attenzione al miele, non va mai offerto prima dei due anni a causa delle allergie che potrebbero svilupparsi: il miele altro non è che il polline digerito dalle api! Inoltre è molto dolce e abitua i bambini a cercare sempre più spesso sapori intensi e molto dolci. Lo stesso vale per il sale: fino ai due anni il sistema renale non è ancora ben efficace, è quindi sufficiente il sale contenuto nelle verdure, in seguito si dovrebbe usare il buon senso limitando l’abitudine ai sapori troppo sapòoriti. Attenzione allo zucchero bianco: oltre a predisporre a carie, demineralizza l’organismo sottraendo calcio, vitamina B e magnesio ed espone ad alti rischi di diabete. Sono ovviamente da evitare fino ai tre anni ma anche dopo, i cibi industriali in generale come snack, dolciumi, scatolette, cibi pronti perché abituano i bambini a sapori artificiali e perché contengono spesso aromi, zucchero, sale e additivi.
L’importanza della dieta a pH neutro
Con Mamme-Mixer vogliamo portare avanti il concetto degli alimenti buoni per la nostra salute ma soprattutto per quella dei nostri bambini. Perché allora non provare ad utilizzare i cereali buoni fin dallo svezzamento Ovvero i cerali a pH il più vicino al neutro? Sappiamo ad esempio che la pasta ha un pH troppo acido – 4 , mentre altri cereali come ad esempio la tapioca, il mais, l’avena o la quinoa, hanno un pH vicino al 6 quindi vicino al valore neutro pari a pH 7. La quinoa è la sola pianta alimentare che contiene tutti e nove gli amminoacidi essenziali, è ricca in minerali come il fosforo, magnesio, zinco e ferro, ha un alto contenuto in proteine, micronutrienti e vitamine ma soprattutto non contiene glutine e non è eccessivamente calorica, adatta quindi anche alle diete della mamma. Per saperne di più conviene fare un giro nel forum di Mamme-Mixer.
Sahalima Giovannini