Candido, dolce, cremoso. Il “primo nutrimento” è amato da quasi tutti i bambini ed è ricco di nutrienti insostituibili. Ecco perché non deve
mancare. Ma attenzione ai grassi.
Una tazza di latte tiepido con i biscotti prima di andare a scuola, per mettere nostro figlio di buon umore e
“caricarlo” nel modo giusto. Un bicchiere come merenda, oppure prima di andare a letto per conciliare il sonno. Non c’è dubbio che, per quasi tutti i
bambini, il latte sia associato a momenti di benessere e di piacere. Così bianco e dolce, appaga i gusti infantili e richiama un mondo di coccole e di
tenerezza. Ancora oggi, i nutrizionisti sostengono che il latte, dopo l’anno di vita, è un ottimo alimento per i più piccoli.
Sostanze
preziose in un bicchiere
Abbiamo detto alimento, appunto, perché nonostante l’aspetto liquido, il latte non è una bevanda, ma un cibo a tutti gli
effetti, che contiene sostanze in grado di soddisfare le esigenze di un bambino in crescita. È ricchissimo di minerali, in particolare di calcio, il
principale costituente delle ossa, un elemento quindi indispensabile per la crescita. Un bicchiere di latte vaccino intero contiene circa 240
milligrammi di questo minerale, coprendo quindi oltre un quarto quindi dell’intero fabbisogno giornaliero di un bimbo da uno a sei anni. Apporta fosforo
nella giusta dose, sodio e potassio, minerali indispensabili per la trasmissione degli impulsi nervosi, per l’idratazione delle cellule e l’elasticità
muscolare. Il latte contiene proteine di elevata qualità biologica, come lattoalbumina e caseina, indispensabili per lo sviluppo dei muscoli. È ricco di
zuccheri – primo fra tutti il lattosio – che fornisce una buona carica di energia pronta per nostro figlio, quando deve affrontare la giornata a scuola
o il pomeriggio di corse e giochi. D’altra parte, va detto che non è del tutto vero che il latte è un alimento completo: infatti contiene pochissimo
ferro, un elemento necessario per la formazione delle cellule del sangue ed è anche relativamente povero di vitamine, come la C, che difende dalle
infezioni, la A e la E che collaborano alla formazione dei tessuti, la D che fa assorbire il calcio contenuto nel latte stesso. Quindi, il latte va
sicuramente proposto al bambino, ma è anche importante seguire una dieta variata, che comprenda alimenti ricchi di ferro (come la carne) e molta verdura
e frutta fresca. La frutta, secondo le più moderne direttive nutrizionali, può essere proposta assieme al latte a colazione e a merenda, sotto forma di
macedonia, succo, frullato o intera.
Occhio a grassi e zuccheri
Un bicchiere di latte può essere concesso come sostituto di un pasto
solo una volta ogni tanto, meglio se la sera, ma non deve diventare un’abitudine. Il latte è infatti ricco di grassi ed anche se di tipo insaturo, sono
ben digeribili soprattutto se l’alimento viene consumato non troppo freddo. Tuttavia, si tratta pur sempre di grassi, che comportano un certo introito
calorico e che possono favorire un eccessivo aumento di peso se la quantità ingerita non viene controbilanciata da una adeguata attività fisica. È
quindi meglio non abituare i bambini a bere latte durante i pasti come sostituto dell’acqua. Meglio proporre un bicchiere del candido liquido a
colazione, a merenda o prima di andare a nanna. A proposito del momento di andare a dormire, abituiamo nostro figlio a lavarsi sempre bene i denti dopo
aver bevuto il suo latte serale: il lattosio è uno zucchero e, come tutti gli zuccheri, se lasciato sui denti durante il sonno favorisce l’insorgenza
della carie.
A ciascuno il suo tipo di latte
Il lattosio è anche responsabile di un altro problema presente in alcuni bambini ma anche
in adulti: una forma di intolleranza che rende davvero difficile la digestione del latte. Per non privarsi dei benefici nutrizionali elencati sopra, in
caso di intolleranze di questo tipo, è possibile ricorrere ai latti delattosati: in commercio ne esistono diversi tipi e sono “lavorati” per eliminare
le molecole del lattosio. La lavorazione non modifica il patrimonio di sali e proteine. Il latte in commercio nel nostro paese, di qualunque tipo sia, è
assolutamente sicuro perché proviene solo da mucche italiane, nel caso del latte fresco o per lo meno europeo per il latte a lunga conservazione.
Secondo i nutrizionisti, il latte qualitativamente migliore è il tipo fresco intero, pastorizzato, che porta la definizione di “Alta Qualità”. Il latte
a lunga conservazione ha un apporto vitaminico leggermente inferiore, proprio a causa della più elevata temperatura al quale viene sottoposto per
“durare” più a lungo, ma ha il vantaggio di resistere meglio al trasporto a casa nei mesi caldi e permette di averne sempre una buona scorta in casa.
Una volta aperto, però, va tenuto in frigo ed è più deperibile rispetto al fresco. Il latte esiste anche nelle versioni a ridotto tenore di grassi: se
nostro figlio ne è goloso e tende a consumarne molto, è preferibile proporgli il tipo parzialmente scremato. La scrematura garantisce un apporto
calorico inferiore rispetto alla variante “intero”, pur mantenendo la stessa identica quantità di proteine e di minerali, che sono presenti addirittura
in quantità più elevate.
Giorgia Andretti