

La dieta sana per eccellenza sta diventando troppo cara e sono molte le famiglie che non se la possono permettere. È quanto afferma uno studio della Fondazione di ricerca e cura Giovanni Paolo II dell’Università Cattolica di Campobasso pubblicato dalla rivista Bmj Open del British Medical Journal. Frutta, verdura, pesce, olio d’oliva costano troppo, quindi la gente si vede costretta a ripiegare su alimenti meno dispendiosi che, purtroppo, sono anche quelli a maggiori carico calorico e a minor apporto di vitamine e minerali. Stiamo parlando dei cibi confezionati, conservati, in scatola, ricchi di grassi, zuccheri e conservanti, ma anche di troppa pasta e di troppi carboidrati che, se sono ingeriti in quantità eccessive, non sono certo un toccasana per la salute.
Come si è svolto lo studio
Lo studio ha analizzato le abitudini alimentari di 13mila persone residenti nel Molise, per valutare quanto seguissero la dieta mediterranea. La dottoressa Licia Iacoviello, uno degli autori dell’indagine, illustrando il campione ha messo in evidenza un dato interessante: le differenze in fatto di scelte alimentari, di fatto obbligate, si riscontrano all’interno di un campione piuttosto omogeneo per quanto riguarda il reddito medio annuo che nel gruppo arruolato, si manteneva nel range tra 10mila e 40mila euro l’anno: le differenze in fatto di scelte alimentari sono sostanziali anche con una non eccessiva differenza in fatto di reddito. Di fatto l’incidenza dell’obesità è del 20% tra i benestanti contro il 36% di coloro con problemi economici.
La dieta mediterranea va seguita!
Eppure, gli esperti non si stancano di ribadire quanto sia importante seguire la dieta mediterranea. Gli antiossidanti contenuti nel pesce, nella frutta e nella verdura fresca, ma anche nell’olio di oliva, hanno infatti la capacità di combattere i processi infiammatori dell’organismo, prevenendo malattie e di evitare l’accumulo di grassi nel sangue che predispone a disturbi cardiovascolari oltre ad essere un’efficace arma di prevenzione per tutti i tipi di tumori. Non basta: secondo alcuni esperti, la dieta mediterranea svolge un ruolo essenziale nella prevenzione delle allergie. Lo dimostra il fatto che, in Italia, fino a qualche tempo fa i bambini erano meno soggetti a disturbi respiratori di tipo allergico, rispetto ad altri paesi occidentali con il medesimo tasso di benessere e uno stile di vita simile, come, per esempio, i paesi anglosassoni. Nel nostro paese si consumava, in passato, un’elevata quantità di frutta, verdura e altri cibi tipici della dieta mediterranea. Da quando anche l’Italia ha, in parte, abbandonato questo stile alimentare, l’incidenza di asma allergico, riniti e bronchite allergica è aumentata. Le statistiche riferiscono di quanto questi disturbi siano sempre più frequenti: la rinite allergica colpisce circa il 15% della popolazione italiana, con una tendenza in aumento. L’asma presenta una percentuale più bassa, ma è anch’essa in crescita.
Come la dieta influisce sulle allergie
Gli esperti di un importante osservatorio nutrizionale italiano hanno svolto una ricerca su un campione di circa 2000 bambini, di età compresa fra i 6 e i 13 anni, calcolando il rapporto tra apporto calorico di alimenti appartenenti alla dieta mediterranea – cereali come pasta e pane, frutta e verdura, legumi, olio e pesce – e apporto calorico di alimenti non appartenenti alla dieta mediterranea. È emerso che i bambini, soprattutto i maschi, assumono insufficienti quantità di alimenti che sono alla base della dieta mediterranea. Questo spiegherebbe perché le allergie sono aumentate nei bambini di oggi. La conferma viene anche da un recente studio internazionale effettuato su 50 mila bambini tra gli 8 e i 12 anni, pubblicato da Thorax. I meccanismi sono ancora oggetto di studio. È possibile che gli antiossidanti della frutta e della verdura e i grassi “buoni” di olio di oliva e pesce stimolino una corretta maturazione del sistema immunitario che quindi impara a non sviluppare eccessive reazioni, responsabili delle manifestazioni allergiche. Inoltre gli antiossidanti tengono sotto controllo i processi infiammatori che sono alla base delle allergie. L’invito degli esperti è quindi cercare di mantenere il più possibile almeno qualche aspetto caratteristico della dieta mediterranea. Il pesce dovrebbe essere consumato almeno due volte la settimana: in alternativa a quello fresco, più costoso, va bene anche quello surgelato, meno caro. No al pesce in scatola, conservato o affumicato: non fa parte della dieta mediterranea. La frutta e la verdura migliore sono quelle di stagione, sono anche meno care perché provengono da zone di coltivazione più vicine e quindi non richiedono grosse spese di trasporto. Infine, un alimento ricco di qualità, poco costoso e troppo sottovalutato sono i legumi: ceci, piselli, fagioli sono ricchi di ferro e di antiossidanti, non apportano grassi e consentono la preparazione di piatti che piacciono a tutti, anche ai bambini.
Giorgia Andretti