Un bambino in sovrappeso è spesso figlio di genitori in sovrappeso: l’unione fa la forza e
migliora i risultati
Bambini in sovrappeso, famiglie a dieta: tutti insieme, perché spesso anche i genitori ne hanno bisogno e perché
l’unione fa la forza. E’ la conclusione alla quale sono giunti gli esperti dell’Unità Operativa di Dietologia Clinica dell’Ospedale
Pediatrico Bambino Gesù di Roma, consapevoli ormai che nella maggior parte dei casi ad accompagnare nel loro ambulatorio un bambino in soprappeso sono
genitori che, a loro volta, mettono a dura prova la bilancia. Il successo di una dieta, spiegano i medici, non è in un regime alimentare di privazione
per un lungo periodo. Il segreto del successo è nella capacità di aiutare la famiglia a recuperare il concetto esatto di dieta intesa come stile di vita
in cui corretta alimentazione e abitudine al movimento vanno di pari passo.
Più movimento, meno spuntini
Quando in
ambulatorio arriva un bimbo con dei chili di troppo, con la mamma preoccupata e il papà che minimizza al seguito, i medici danno uno sguardo anche alla
silhouette dei genitori e spesso la trovano non proprio invidiabile, chiaro sintomo che qualche comportamento scorretto pervade tutti i membri del
nucleo familiare. Spesso è facile scovare il colpevole in una dieta troppo ricca in proteine animali, grassi e zuccheri semplici e povera in fibre.
“Riappropriamoci della sana abitudine a muoverci, magari tutta la famiglia, sfruttando i pochi momenti liberi della giornata, anche prima di cena,
o il fine settimana per camminare di più – suggeriscono i pediatri – e scegliamo poi insieme un modo di mangiare in cui le verdure e la frutta siano
presenti almeno 4-5 volte al giorno”. “Un altro trucchetto, proseguono gli esperti, potrebbe essere di lasciare un po’ di verdura cruda
scondita in frigorifero da sgranocchiare quando il languorino ci attanaglia. I fuori pasto infatti sono i peggiori nemici della linea perché agiscono di
soppiatto facendo lasciando l’illusione che si stia mangiando nella misura giusta a pranzo e a cena.
L’importanza della
colazione
Si comincia tutti insieme al mattino, consigliano i dietologi, sacrificando al sonno qualche minuto per apparecchiare la tavola con
latte, yogurt, frutta, fette biscottate o pane tostato che servono per dare quella carica di energia utile per iniziare bene la giornata. L’ora di
pranzo arriva così senza trovarci sopraffatti dalle morsa della fame e, anche se ognuno mangia per conto proprio a scuola, a mensa, al bar, si può
sempre tener fede al “patto comune” scegliendo un buon piatto unico, o un panino leggero accompagnato da verdure se non c’e’ tempo, oppure
un primo e un secondo piatto con contorno, cercando di stare attenti al pane e all’olio. Così si arriva a cena non appesantiti, pronti per stare tutti
insieme condividendo, oltre ai racconti della giornata appena trascorsa, un menù comune da masticare con più tranquillità e a TV spenta.
Pasta e pane nella giusta misura
Non è necessaria né vietata la pasta, osservano i medici, però importante abituarsi a scegliere quantità
giuste di pane, pasta, patate e soprattutto variare i secondi, sempre accompagnati da verdure in modo che su 14 pasti settimanali la carne e il pesce si
presentino non più di 3-4 volte ciascuno, i legumi, con pasta o riso un ottimo piatto unico, almeno 2-3 volte e infine prosciutto, formaggio o uova per
le volte rimanenti. Il dolce non è un problema se rappresenta un’eccezione per le feste o eventi particolari. La dieta comune può accompagnare la
famiglia anche nell’uscita settimanale: la pizza, valida nutrizionalmente, è ottima come piatto unico da gustare una sera a settimana tutti insieme,
mentre quella rossa del fornaio come merenda è ammessa solo saltuariamente. Per lo spuntino meglio frutta, yogurt, gelato di frutta, macedonia
dimenticando merende e snack più calorici e ricchi di grassi e conservanti. Così facendo, forse con meno sforzo del previsto, alla successiva visita dal
dietologo anche mamma e papà potranno sfoggiare una taglia in meno e chissà che invece l’unione familiare non ci abbia anche guadagnato nel frattempo.
In Rete:
Ospedale pediatrico Bambino Gesù di
Roma
Matteo De Matteis