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La sfida dell’affido

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In un libro ironico e profondo l’esperienza di chi ha vissuto questa straordinaria scelta di solidarietà.

Uno straordinario gesto d’amore. E’ così che si potrebbe definire l’affido. Una meravigliosa testimonianza di come amare un bambino significhi donargli il tempo della nostra vita per garantirgli una crescita adeguata ai suoi diritti ed alle sue esigenze di gioia, di amore di crescita e di educazione senza però privarlo della possibilità di condividere quella gioia e quell’amore con i suoi genitori naturali. Per essere genitori affidatari ci vuole consapevolezza, maturità, disposizione ad amare senza cercare risposte. Ma ci vuole, soprattutto, tanto coraggio. Perché quella che si compie rappresenta per un bambino la seconda “scelta adulta”. E, questa volta, deve davvero consegnargli la speranza di una vita migliore.
Non è facile parlare di affido. Non è facile soprattutto per chi non ha mai avuto modo di vivere questa esperienza. Ecco perché abbiamo scelto di parlarne attraverso un libro, scritto, appunto, da una donna che quell’esperienza l’ha vissuta in prima persona. La cicogna bendata (La Meridiana, €14), questo il titolo del racconto, è una vera e propria scoperta di sentimenti, gioie e dolori di un percorso tanto delicato da dover essere affrontato con la massima attenzione e cura. E l’autrice, Antonella Borgini, ci è riuscita perfettamente. Il libro affronta infatti l’argomento senza tentare di dare lezioni o insegnamenti di alcun tipo ma, semplicemente, raccontando gioie, dolori e riflessioni di una donna, l’autrice, che ha personalmente vissuto per cinque anni una coinvolgente esperienza di affido. Mauro, così si chiama il piccolo che le è stato affidato, racchiude in sé per la sua mamma affidataria tutto l’amore e tutte le speranze che ogni madre immagina per il proprio figlio. Ed è proprio in virtù di quell’affetto così profondo che quando il piccolo dovrà allontanarsi da lei, la donna riuscirà ad assegnare al distacco, seppure doloroso, il suo reale valore, trasformando il dolore di un affetto che finisce in un amore, infinito, che vive proprio nella rinuncia e in ciò che esso stesso ha saputo costruire.
Il libro è ricco di ironia, di poesia e di umanità ed offre molti spunti per riflettere sul cammino tormentato dei sentimenti nel mondo interno di chi si impegna in un’esperienza di affido familiare. “In un’epoca in cui tutto viene fatto di corsa, dove la gestione delle relazioni e delle cose del mondo sembra ispirata più dall’esigenza del consumare che dal bisogno di vivere in modo creativo, il pericolo che sempre più tutti noi viviamo sembra quello dell’estraniazione da noi stessi, della perdita delle nostre radici affettive e quindi della nostra identità. (…)È questo il pericolo che corriamo tutti se non impariamo ad osservare in modo più chiaro e nitido gli affetti che si celano dietro il nostro vivere quotidiano e soprattutto dietro le nostre relazioni e le nostre scelte creative.” E’ così che Diego Miscioscia nella prefazione del libro sintetizza il difficile percorso intrapreso dall’autrice. Ed è così che, associandoci alle sue parole, affidiamo a “La cicogna Bendata” la possibilità di offrire un vero e proprio spunto di riflessione. Per i genitori affidatari, per quelli che si apprestanto a diventarli e per tutti coloro che non hanno mai messo in conto di esserlo. E che, forse, dopo aver letto questo libro, avranno un motivo per farlo.
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Paola Ladogana

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