I farmaci non sono caramelle, ma preparati chimiche che, pur agendo per il benessere dell’organismo, possono avere effetti collaterali. Per questo è importante non superare la dose suggerita dal pediatra: è stabilita sull’età e sul peso di un bambino. Il discorso vale soprattutto per i più piccoli: il loro organismo è in fase di crescita, quindi più esposto agli effetti secondari delle molecole sintetiche in eccesso che possono essere date da una somministrazione non abbastanza attenta. È però sbagliato anche l’eccesso opposto, ossia dare poco farmaco: in questo modo si rischia di non raggiungere la dose adeguata necessaria per effettuare la cura.
Sciroppi, mai con il cucchiaio
Anche questo può essere pericoloso, soprattutto nel caso degli antibiotici. Una quantità inadeguata di questo tipo di farmaco, infatti, non elimina i batteri responsabili della malattia o della febbre, ma anzi li addestra a riconoscere la molecola stessa e li rende più forti. In compenso, ne risentono i batteri buoni detti anche saprofiti, quelli che fanno parte della flora intestinale e che contribuiscono al benessere dell’organismo. Con la quantità di farmaco che viene somministrata ai bambini, insomma, è doveroso fare più attenzione. La raccomandazione arriva anche dai pediatri americani, in particolare dal dottor Ian Paul, specialista dell’ospedale pediatrico Penn State Hershey e autore delle nuove linee guida dell’American Academy of Pediatrics che sono rivolte ad aziende, farmacisti e medici e che dovrebbero essere conosciute e adottate anche da noi. In particolare, si raccomanda di abbandonare la scorretta quanto diffusa abitudine di utilizzare cucchiai per somministrare ai bambini farmaci in sciroppo. In questa formulazione i farmaci per bambini sono molto diffusi, perché è un sistema semplice che favorisce la deglutizione e quindi assicura la loro assunzione. Non sono solo gli antibiotici a essere in sciroppo, ottenuto spesso da sospensione, ma anche gli antidolorifici antinfiammatori come l’ibuprofene pediatrico o il paracetamolo. È invece essenziale misurare la dose di farmaco prescritta dal pediatra oppure presente nel foglietto illustrativo del farmaco, che va sempre letta con molta attenzione, anche per i prodotti di auto-medicazione.
Abituarsi a usare il dosatore
I genitori dovranno abituarsi a utilizzare le unità metriche nel caso degli sciroppi, i millilitri o ml. aiutandosi con una siringa specifica, naturalmente senza ago con cui aspirare il farmaco che va misurato prima con l’apposito dosatore a bicchierino. Lo sciroppo va poi rilasciato delicatamente nella bocca del bambino. Certo, non a tutti i piccoli piace l’idea della siringa, ma per aiutarli è possibile fargliela conoscere e toccare, facendo vedere che è senza il famigerato ago e quindi, non fa paura. Si può permettere ai piccoli di manipolare la siringa così da provare a spruzzare un po’ d’acqua. Questo piccolo, essenziale trucco è necessario per evitare le migliaia di casi di sovradosaggio o overdose da farmaci che si registrano ogni anno tra i bambini e che sono causati da una errata somministrazione dei medicinali. Un cucchiaio, infatti, altera la dose giusta di farmaco: un cucchiaio da minestra, per esempio, rischia addirittura di triplicare la dose corretta di farmaco. Lo stesso discorso vale per le altre formulazioni, per esempio le gocce: vanno accuratamente contate, perché lo spruzzo che esce dal contagocce quando il genitore vuole fare in fretta contribuisce a far arrivare al piccolo una quantità esagerata di farmaco. Idem per le supposte, che sono utilizzate quando il bambino, per esempio, ha problemi di vomito e non riesce ad assumere nulla per bocca. Anche in questo caso è doveroso utilizzare la formulazione pediatrica e non spezzare in due la supposta per gli adulti: il dosaggio così somministrato risulta spesso sbagliato.
Lina Rossi