

Quest’anno le vacanze natalizie durano a lungo: quasi tre settimane. Tre settimane che molti dei nostri bambini trascorreranno chiusi in casa, a intrattenersi con i nuovi giocattoli e a leggere i libri trovati sotto l’albero: e chissà, forse a fare anche un po’ di compiti delle vacanze. E questo è un bene, perché l’inverno è anche il momento giusto per ritrovarsi in casa, tra gli affetti più cari. I bambini, però, hanno bisogno di trascorrere qualche ora all’aria aperta, anche se le temperature sono basse. Questo ha infatti conseguenze positive sul piano della salute, da tanti punti di vista.
La luce naturale rinforza le ossa
Trascorrere almeno un’ora al giorno all’aperto, con la luce naturale sulla pelle, è importante in primo luogo per l’accrescimento delle ossa. Infatti la luce del sole – sempre presente anche se ci sono le nubi – attiva la sintesi della vitamina D, la sostanza che favorisce l’assorbimento del calcio da parte delle ossa. Il calcio viene assunto con l’alimentazione, si trova soprattutto nei latticini e nelle verdure a foglia verde ma se non è accompagnato da una adeguata quantità di vitamina D non riesce a essere utilizzato e a irrobustire le ossa dei nostri bambini, in questa fase della vita hanno bisogno di questo minerale. Basta stare un po’ all’aperto, ovviamente nelle ore in cui c’è più luce: dalle 11 del mattino e nel primo pomeriggio entro le ore 16, esponendo alla luce il viso e, se possibile, anche le mani. Non si deve avere paura, se ben coperto il bambino non prende freddo: i bimbi, anche quelli molto piccoli, hanno già un’ottima capacità di regolare la propria temperatura corporea anche quando il clima è rigido. Inoltre è bene ricordare: non è il freddo a farci ammalare, ma lo stare a lungo in ambienti chiusi, scarsamente aerati, dove si radunano i microbi.
Come vestirli a tutte le età
Per tenerli i piccoli caldi all’aperto a ogni età bastano pochi capi scelti con criterio. Coprirlo eccessivamente, invece, non solo innervosisce il bimbo, sentendosi limitato nei movimenti, ma rischia di irritare la sua pelle delicata. Un bambino molto piccolo, fino ai due anni di età, può stare all’aperto da mezz’ora a tre quarti d’ora nella stagione fredda, una o due volte al giorno. Per stare al calduccio nel passeggino si può far indossare al piccolo una tuta imbottita sopra i vestitini da casa e, se dorme, una copertina di lana oppure l’apposito sacco imbottito del passeggino. Una cuffia di lana o pile, infine, è indispensabile. Se è un po’ più grande e quindi cammina da solo, corre o gioca in un parco, non serve coprirlo troppo perché il movimento lo riscalda. Possono bastare il piumino, un paio di pantaloni pesanti ma comodi oppure gonna e leggings, se è una bambina, maglioncino o pile. In montagna i bimbi vanno coperti come in inverno in città, con in più un paraorecchie e una sciarpa di lana o di pile. Anche un paio di guanti non guastano: meglio sceglierli del tipo muffola, per non rischiare di piegare le sue dita quando li infili. Necessaria la cuffia: i bambini, almeno fino ai dieci anni, tendono a disperdere velocemente calore dalla testa.
Scegliere i tessuti adatti
I tessuti naturali, oltre a essere i meglio tollerati dalla pelle del piccolo, sono anche quelli più caldi. Il cotone e il lino, oltre a dare una piacevole sensazione di morbidezza sulla pelle, assorbono il sudore in fretta e lasciano respirare la pelle. Sono anche molto sicuri, dal momento che non accumulano energia elettrostatica: non provocano cioè scintille in seguito a sfregamento. La lana è il tessuto migliore per tenere il piccolo al caldo, ma non deve essere indossata a diretto contatto con l’epidermide perché può irritarla. Può essere indossata liberamente se a contatto della pelle c’è una maglietta in cotone o una camicia. Se il bambino all’aperto gioca e si scatena molto, a meno di non essere sotto lo zero si può provare a lasciarlo senza giacca e utilizzare solo un ampio pile o un giubbotto senza maniche. Se suda troppo, infatti, tenderà a eliminare il calore velocemente e questo può causare un brusco abbassamento della temperatura.
Sahalima Giovannini