Tante le iniziative per limitare il consumo di junk food nei più piccoli

Il succhietto oltre a rassicurare contro lo stress è anche un salvavita
6 Giugno 2014
Il Baby Shower ci sta contagiando: tutti i regali per il baby in arrivo
10 Giugno 2014

Tante le iniziative per limitare il consumo di junk food nei più piccoli

Condividi sui social

Pediatri e nutrizionisti lo ripetono da anni: il cibo spazzatura o junk food: patatine, snack dolci e grassi, bibite gassate e fast food non è l’alimentazione ideale per mantenere il corpo in salute. Non deve essere demonizzato, di certo no, ma può essere consumato solo di tanto in tanto per evitare l’aumento di peso a cui si va incontro e che si può tradurre, nel tempo, in obesità, con tutti i disturbi metabolici connessi. Purtroppo i nostri ragazzi continuano a ingrassare anche per colpa della cattiva alimentazione e uno su quattro è sovrappeso. Così si è deciso di ricorrere alle misure estreme: ricorrere addirittura al portafogli o alla paura.

Il junk food come le sigarette
C’è chi, per esempio, suggerisce di agire come per le sigarette, apponendo sulle confezioni di questi alimenti scritte shock con l’obiettivo di disincentivarne il consumo. Inoltre sarebbe opportuno introdurre tasse per scoraggiare i consumi. Sono le misure proposte dal Consumer International e dal World Obesity Federation, in occasione dell’assemblea generale dell’OMS. Secondo le due associazioni sarebbe opportuno stipulare una vera e propria – Convenzione Globale – contro il cibo poco salutare, sul modello di quella contro il tabacco approvata nel 2003 e legalmente vincolante per i paesi che l’hanno ratificata, per ottenere misure più rigide contro l’industria alimentare. Tra le misure suggerite ci sono l’eliminazione dei grassi artificiali da cibo e bevande entro cinque anni, oltre che l’adozione di un metodo di tassazione che scoraggi i consumi di cibo spazzatura e persino il cambiamento delle autorizzazioni al commercio. Per raggiungere questi obiettivi è necessaria una convenzione vincolante dall’alto, non una serie di regole lasciate alla buona volontà dei singoli paesi.

Niente spot che promuovano cibi grassi
C’è chi propone addirittura di ricorrere ai divieti, proibendo la vendita di dolci, caramelle e snack vicino alla casse dei supermercati. L’esposizione di questi prodotti, ricchi di zuccheri, grassi, sale e sostanze chimiche rappresenta una vera tentazione per i bambini e un elemento di conflitto tra genitori e figli, che fanno capricci finché non ottengono lo snack mentre sono in fila per pagare la spesa. Altra misura importante sarebbe limitare o addirittura bloccare gli spot pubblicitari di determinati alimenti nelle fasce orarie seguite anche dai bambini. Lo afferma la associazione britannica Action on Junk Food Marketing dopo aver dimostrato con uno studio che uno spot su dieci nella fascia preserale, quella con il maggior numero di utenti, promuove un’alimentazione poco salutare. La ricerca è stata condotta dall’università di Liverpool durante tre programmi molto amati dai bambini, ed è emerso che l’11% degli spot pubblicitari veniva da catene di fast food e produttori di cioccolata, bibite gassate e altri cibi ipercalorici. Secondo gli esperti dell’associazione l’influenza di questi messaggi sulle abitudini dei bambini è ormai provata.

Basta snack e dolciumi vicino alle casse
E ci sono, infine, le iniziative italiane. Il Fatto Alimentare ha lanciato una petizione online su Change.org rivolta alle catene di supermercati per dire – stop alla vendita di dolci, caramelle e snack in prossimità delle casse. In sole 24 ore sono state raggiunte già 7800 firme. L’idea arriva dall’Inghilterra, dove la più grande catena di supermercati ha annunciato che entro la fine dell’anno eliminerà snack e dolci dagli espositori posizionati vicino alle casse in tutti i negozi. La decisione è stata presa dopo un’indagine secondo cui il 65% delle persone voleva l’eliminazione di questi prodotti dalle casse, per acquistare alimenti più sani per i propri figli. Sempre in Inghilterra una catena di hard discount ha sostituito qualche mese fa le caramelle e gli snack in vendita alle casse con succhi di frutta e altri prodotti meno attraenti per i bambini. I nostri supermercati sapranno seguire lo stesso esempio?

Sahalima Giovannini

Registrati o Accedi

Lascia un commento