Disturbi alimentari psicogeni, individuata la struttura responsabile

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Disturbi alimentari psicogeni, individuata la struttura responsabile

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Si tratta di due disturbi dell’alimentazione che portano, nel caso dell’anoressia, a un rifiuto pressoché totale del cibo; nella bulimia, all’ingestione di enormi quantità di cibo di nascosto per poi provocare il vomito. Per molto tempo l’origine di questi due disturbi è stata considerata soprattutto psicologica: la difficoltà delle giovanissime a confrontarsi con modelli estetici inarrivabili, con la bellezza filiforme delle modelle, è stata a lungo ritenuta la causa di questo disturbo alimentare.

Individuata la struttura nervosa responsabile
Ma è troppo semplicistico pensare che si tratti solo di quello: certo, il binomio magrezza=bellezza è tipico della nostra epoca, un’epoca durante la quale si dà troppa importanza all’apparenza. Non si tratta solo di questo: di anoressia hanno sofferto da sempre donne coraggiose e complicate, che sicuramente non si ispiravano alle magrissime modelle dei giorni nostri. Basti pensare a sante medievali, a donne mistiche e perfino a principesse come Sissi d’Austria. È evidente che c’è un disturbo di tipo neurologico alla base di tutto questo, come da tempo sostengono gli esperti. Ed oggi se ne sa di più gli scienziati hanno infatti scoperto la connessione neuronale che potrebbe essere alla base della bulimia e dell’anoressia. Il centro è in una regione del cervello chiamata Bnst o nucleo del letto della stria terminale. È una struttura che fa da ponte tra l’amigdala e l’ipotalamo: quando questa rete si attiva, induce a mangiare anche se si è sazi, mentre quando è spenta spinge a ignorare il cibo anche se affamati. La scoperta è stata pubblicata su Science dai ricercatori dell’università del Nord Carolina e si tratta di una scoperta importante perché in futuro potrebbe aiutare a individuare trattamenti davvero efficaci per la cura dell’obesità e per curare i disturbi dell’alimentazione di origine psichica.

Una … lampadina che accende e spegne la voglia di cibo
La centralina nervosa che accende e spegne l’interesse per il cibo è stata individuata in alcuni topi di laboratorio che sono stati geneticamente modificati in modo che i loro neuroni potessero essere attivati artificialmente colpendoli con la luce emessa da fibre ottiche impiantate nel cervello. I ricercatori hanno deciso di mirare con precisione solo i neuroni del nucleo del letto della stria terminale perché queste cellule nervose si attivano proprio quando mangiamo, andando a inibire un’altra regione del cervello – l’ipotalamo laterale, che comanda funzioni primarie come l’alimentazione, il sesso e l’aggressività. È stato così possibile scoprire che nell’ipotalamo si verifica lo spegnimento di una particolare tipologia di neuroni – i glutammatergici – che inducono i topi a nutrirsi ricercando soprattutto alimenti molto calorici anche se sono già sazi. Al contrario, lo spegnimento della centralina fa in modo che i topi ignorino completamente il cibo, anche se affamati. Gli autori dello studio si augurano che la scoperta aiuti ad individuare come regolare l’attività delle cellule di una specifica regione del cervello per mettere a punto nuove terapie contro i disturbi alimentari.

Giorgia Andretti
Consulenza della dott.ssa Rosalba Trabalzini
Psichiatra, psicoterapeuta, laureata in psicologia medica

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