Cosa fare se il bambino ha ingerito involontariamente sostanze velenose

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Cosa fare se il bambino ha ingerito involontariamente sostanze velenose

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Forse succede perché i piccoli trascorrono più tempo all’aria aperta, nella natura e quindi hanno maggiori possibilità di entrare in contatto con sostanze tossiche, come piante e funghi. Nel caso dei bambini, che a causa delle vacanze passano più tempo a casa, il rischio esiste anche con detersivi e liquidi tossici, non sempre tenuti in luoghi sicuri.

Se ha ingerito cibi avariati o funghi
Non sempre si è presenti mentre il bambino ha ingerito la sostanza nociva. Lo si può sospettare se compaiono sintomi simili a quelli di un’indigestione – nausea, vomito, diarrea, ma più intensi. Inoltre, possono comparire disturbi neurologici come vertigini, confusione mentale e delirio. Le sostanze più tossiche danno sintomi tardivi, anche 12-15 ore dopo l’ingestione, quelli mediamente tossici causano problemi immediati. Anche consumare un alimento avariato causa sintomi simili a quelli di una forte indigestione e anche disturbi neurologici. Se si ha ragione di sospettare seriamente che il bambino abbia ingerito un fungo velenoso per prima cosa è necessario provocare il vomito introducendo le dita il più profondamente possibile in gola. Non vanno somministrate soluzioni saline. Inoltre è importante risalire alla specie di fungo responsabile, o dalla descrizione, o prendendo un campione avanzato, cotto o crudo, o, anche se può essere sgradevole, raccogliendo parte del vomito. È sempre consigliabile contattare un centro antiveleni o il 118. Nel frattempo è bene cercare di tenere tranquillo il bambino. Se, per qualsiasi ragione, non fosse possibile raggiungere al più presto il pronto soccorso, si può somministrare un antidoto preparato mescolando quattro albumi di uova con un litro di latte o di acqua, oppure del carbone vegetale. Queste sostanze limitano l’assorbimento del materiale tossico. Ci si deve comportare nello stesso modo anche in caso di ingestione di alimenti tossici, come frutti di mare crudi, carne andata a male o alimenti in scatola, soprattutto di produzione casalinga.

In caso di ingestione di acidi o detersivi
I bambini sono più a rischio rispetto agli adulti di ingerire detersivi o liquidi corrosivi, poiché non si rendono conto di correre un rischio. Anche gli adulti, però, possono scambiare per acqua o per una bevanda un liquido nocivo trasferito in una normale bottiglia di plastica. L’ingestione di sostanze corrosive si distingue facilmente perché sulle labbra e nel cavo orale della persona compaiono segni di ustione. In questo caso non si deve assolutamente provocare il vomito: il “ritorno” della sostanza corrosiva nell’esofago potrebbe causare ulteriori lesioni. Si deve invece chiamare immediatamente il 118. Nell’attesa che arrivi l’ambulanza, la persona va sistemata nella posizione di sicurezza – su un fianco, con le gambe piegate verso il petto. Inoltre è bene lavare la bocca e le labbra con molta acqua. Somministrare acqua in abbondanza serve a diluire la sostanza, per evitare che danneggi lo stomaco. Si devono raccogliere più informazioni possibili sulla sostanza, possibilmente mostrando ai sanitari del pronto soccorso il contenitore originale o un campione della sostanza. Possibilmente, sarebbe utile fornire indicazioni circa la dose assunta in modo accidentale o intenzionale. Per fare un esempio, il sorso di un bambino equivale a circa 5ml, quello di un adulto a circa 15-30 ml. Va riferito anche il tempo trascorso dall’esposizione e tra esposizione e comparsa di eventuali sintomi.

Contattare un centro antiveleno
Nei centri antiveleno – CAV – sono attivi specialisti che garantiscono una consulenza telefonica 24 ore su 24 per tutto l’anno. L’operatore risponde in base alle informazioni ricevute, prima di tutto i sintomi e, se possibile, il tipo di sostanza tossica e la quantità assunta potendo così valutare cosa è meglio fare. Se gli operatori del centro antiveleni, contattati direttamente da casa, ritengono che non si corrano rischi, possono anche consigliare di restare a casa propria, senza prendere alcuna iniziativa. Se, in base ai sintomi, gli operatori del CAV ritengono che la persona intossicata corra un rischio per la vita o per la salute, la persona va trasportata al Pronto Soccorso, con mezzi propri per i casi meno seri o anche con l’autoambulanza. Quando ci si reca al Pronto Soccorso di riferimento, i medici di questa unità si mettono direttamente in contatto con il centro antiveleni, seguendo personalmente la prassi del caso.
Centri antiveleni

Lina Rossi

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