Il microbioma o microbiota, ormai non è più un perfetto sconosciuto. Il microbioma è oggi riconosciuto come un organo vitale del nostro corpo a tutti gli effetti, il totale del suo peso si aggira intorno a circa Kg. 1.400 è allocato all’interno del nostro intestino ed è composto da milioni di microrganismi. Il loro compito è quello di trasformare il cibo in micronutrienti e immetterli nel torrente sanguigno affinché arrivi la giusta quantità di energia a tutte le cellule. Il microbioma, come ogni organo può andare incontro alle infezioni batteriche e come prassi, in quel caso, potrà essere necessario ricorrere agli antibiotici.
Dagli ultimi studi sembrerebbe che, nei soggetti geneticamente predisposti, il disturbo celiaco esploda nel suo disturbo conclamato a seguito di una infezione intestinale importante, nella fattispecie: una infezione batterica o virale. Infatti, i ricercatori attivi nel nord Europa hanno avuto modo di testare un buon numero di bambini affetti dalla celiachia riscontrando che gli stessi individui avevano avuto una infezione intestinale importante nei primi mesi della loro vita. Tra i disturbi accertati: rotavirus e infezioni gastrointestinali ricorrenti trattate con antibiotici. Altra tematica importante sono gli antibiotici, sembra che siano proprio loro ad incidere sul benessere del microbiota, potrebbe essere una delle variabili da considerare. Mentre, sembrerebbe che i neonati vaccinati per il rotavirus non svilupperebbero disturbo celiaco. Quello che non è però a tutt’oggi ben chiaro è se il disturbo celiaco può essere attivato a seguito dell’infezione intestinale o se è la celiachia a stimolare le infezioni gastrointestinali. Insomma, la correlazione esiste ma non è possibile stabilirne chi sia il primo attivatore del disturbo. Solo di un fatto si ha completamente certezza: le infezioni intestinali contratte dalla mamma in gravidanza non hanno alcun esito sul disturbo celiaco del bambino.
Per assolvere meglio alla sua funzione, la mucosa del piccolo intestino, è munito di piccolissime estroflessioni della membrana, i villi, con la funzione di aumentare la superficie assorbitiva. Il danno della mucosa intestinale nel disturbo celiaco consiste nella perdita dei villi dovuta alla gliadina, una frazione proteica del glutine, parte integrante dei cereali contenuta nella farina di frumento ma anche in altri cereali quali orzo, segale e avena. La celiachia deve la sua esistenza a un danno permanente della mucosa del piccolo intestino, cioè di quella parte del tubo digerente deputata all’assorbimento dei nutrienti introdotti con la alimentazione e localizzata tra lo stomaco e il colon. La celiachia si verifica in soggetti geneticamente predisposti nei quali la gliadina causa reazioni immunologiche a livello della mucosa del piccolo intestino con conseguente danno dell’epitelio e perdita dei villi. L’incontro tra la gliadina e alcune cellule immunologicamente attive, i linfociti, presenti nella mucosa intestinale, innesca delle reazioni con produzione di infiammazione e danno della mucosa intestinale. La base genetica della malattia è suggerita dalla sua elevata incidenza in parenti di I° grado – il 20% – e dalla elevata concordanza della malattia in gemelli monozigoti – 70%-80%.
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Responsabile scientifico Guidagenitori.it