Sovrappeso, fumatori e giocatori, sono gli Italiani durante la crisi

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Sovrappeso, fumatori e giocatori, sono gli Italiani durante la crisi

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Obesità, sedentarietà e dipendenze riguardano ormai fasce della popolazione sempre più ampie, pur restando le malattie cardiocircolatorie ed i tumori, rispettivamente al 39 ed al 29,7% le principali cause di morte. Il problema messo in evidenza nella relazione sta nei comportamenti non salutari degli italiani, a partire dal fumo che, infatti, ogni anno uccide dalle 70 alle 83 mila persone.

Un popolo troppo sedentario
Siamo un popolo di pigroni sedentari e non particolarmente attenti alla qualità dell’alimentazione, due cose che insieme costituiscono gravi rischi per la salute.
Nonostante le numerose campagne informative sull’importanza di una alimentazione corretta fin dall’infanzia, l’unica opportunità per prevenire l’obesità da adulti, il 32% degli italiani sono in sovrappeso e l’11% è obeso. Le malattie metaboliche sono in aumento e il diabete colpisce tre milioni di persone. Con buona pace dei nutrizionisti e delle loro raccomandazioni per un consumo giornaliero di almeno cinque porzioni di frutta e verdura. Alla cattiva alimentazione si aggiunge la mancanza di attività fisica, un fenomeno più frequente nelle fasce sociali a bassa scolarità e con reddito inferiore, riproponendo forti differenze regionali, in cui il meridione si distingue negativamente.

Mangiamo meglio e muoviamoci di più
Se guardiamo i dati riportati nella Relazione sotto i riflettori della crisi che morde il paese, c’è di che preoccuparsi. Ormai moltissime famiglie sono state costrette non solo a ridurre il contenuto dei carrelli della spesa ma anche alla ricerca del cibo di bassa qualità nel rispetto del risparmio. Le palestre fino a qualche anno fa in attivo, si svuotano ed è difficile fare esercizio fisico in solitaria, è necessaria una buona dose di determinazione. Di conseguenza la parola prevenzione diventa un “optional” tutt’altro che popolare e c’è da mettere in conto un peggioramento di questi stessi dati per gli anni a venire. Eppure qualcosa si può fare, magari risparmiando sulla quantità ma non sulla qualità. Se facessimo un calcolo delle calorie che la maggior parte delle persone introduce con l’alimentazione, ci si renderebbe conto che sono molte di più del reale fabbisogno. Si potrebbe quindi risparmiare sulla quantità delle porzioni da portare a tavola senza trascurare la qualità del cibo. Per quanto riguarda l’attività fisica, con un po’ di buona volontà si può fare anche a casa, magari mettendosi d’accordo con qualche amica o amico, condividere la spesa di qualche dvd con lezioni di ginnastica. La scelta è varia: pilates, aerobica, step e il sempre raccomandato stretching, utile per allungare la muscolatura e lavorare sulla postura. E poi ogni tanto non farebbe male lasciare parcheggiata l’auto e camminare, così si risparmia anche sui costi del carburante.

Alcol e droga, problemi attuali
Un ulteriore allarme riportato dalla Relazione preoccupa e non poco: le dipendenze da alcol e droghe, si confermano come problemi sociali. Il primo coinvolge 3 milioni di anziani e 390 mila minori, mentre circa 1,3 milioni di giovani under 25 bevono regolarmente fuori pasto. Il secondo ha portato 177.227 persone a chiedere l’assistenza dei Sert per disintossicarsi da eroina 70,1%, di cocaina 15,2% o cannabinoidi 9,2%. Non è proprio un bel quadro, al quale si aggiunge la diffusione di un nuovo tipo di dipendenza rappresentato dal gioco d’azzardo, che tocca all’incirca 700 mila persone, 300 mila a livello patologico, la chiamano ludopatia. E’ indubbio che in tempi di difficoltà economica, soprattutto se lunghi, bisognerebbe tenere i nervi saldi. Ma non è facile, il fardello è pesante e la voglia di fuggire o rifugiarsi nei cosiddetti vizi può farsi impellenza. Per quanto riguarda gli adulti è importante che prendano coscienza del loro problema di dipendenza e chiedano aiuto alle strutture preposte. Per i minori la cura e il sostegno dei familiari sono fondamentali, se c’è un problema di dipendenza non serve fare gli struzzi o disperarsi, i servizi sociali di assistenza – come Sert o consultori – sono a disposizione anche delle famiglie che devono mettere in campo, insieme a personale specializzato, le strategie idonee ad affrontare il problema. Rispondere complessivamente a un quadro sociale, come quello emerso dalla Relazione sullo stato di salute dei cittadini del nostro paese, è compito delle istituzioni governative. I tagli alle spese per pagare il debito pubblico sono inevitabili, ma non dovrebbero colpire in forma contundente la vita di coloro che il paese lo abitano e senza i quali neanche esisterebbe. Un popolo che non ha cura per la propria salute psicofisica rende il paese malato. C’è da auspicarsi che siano presi provvedimenti e fatti investimenti nel sociale diretti a migliorare una condizione che non può permettersi ulteriori arretramenti.

Marina Zenobio

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