Fumo e giovanissimi: binomio sconsiderato. Purtroppo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità deve necessariamente monitorare la sua diffusione. Nei paesi industrializzati, ogni giorno iniziano a fumare tra gli 80.000 e i 100.000 ragazzini di età inferiore a 15 anni. Ragazzini destinati a soffrire di problematiche cardiovascolari e respiratorie, ragazzini esposti ad un rischio decisamente superiore per malattie cancerogene, se non smettono di fumare. Quanto più è precoce l’età della prima sigaretta, tanto maggiore è la possibilità di malattie. Anche il consiglio dei Ministri si è occupato recentemente di legiferare in proposito. E’ stato approvato un decreto legge contenente delle norme ben precise, all’art. 6 recita così: Promozione di corretti stili di vita, vede una modifica con una limitazione di vendita di prodotti del tabacco. È vietata la vendita dei prodotti da fumo ai minori di 18 anni, finora il limite era a 16 anni, con sanzioni per gli esercenti da 250 a 1000 euro, che passano da 500 a 2000 euro con la sospensione della licenza per tre mesi in caso di recidiva.
Legge infranta ed esempio negativo
Il problema è che sarà ben difficile combattere il vizio del fumo alla radice, almeno fino a quando i giovanissimi non percepiranno la sigaretta come qualcosa di pericoloso. Per loro la sigaretta rappresenta essere proiettati nel futuro, si sentono già grandi e attraenti: in altre parole, fa “fico”. E, sicuramente, non è positivo né per l’esempio né per la salute il fatto che i giovanissimi vedano fumare i professori, come invece è successo proprio nel nostro paese. Da uno studio di I-Think di Ignazio Marino, risulta che l’82% dei ragazzi delle superiori e il 51% delle medie ha visto fumare i compagni a scuola. Quasi nove studenti su 10 delle superiori poi, ammettono di fumare anche spinelli, dato che si ferma al 28% alle medie. L’aspetto più grave è che i ragazzi hanno visto anche i professori. Infatti, quasi 8 insegnanti su dieci delle superiori, il 77%, e uno su due alle medie sono stati visti fumare dagli studenti ”nei luoghi più vari all’interno della scuola” e il 3% e’ stato visto fumare addirittura in classe. Si tratta di un fatto molto grave, con effetti negativi sui ragazzi: prima di tutto, per l’esempio in sé, visto il divieto di fumare all’interno dell’edificio scolastico ed in aula, quindi, adulti che dovrebbero rappresentare un esempio positivo infrangono la legge. In secondo luogo, possono indurre tentativi di emulazione. Sì, perché è vero che gli adulti in adolescenza rappresentano un modello alla rovescia: i ragazzi fanno esattamente l’opposto da quello che vedono fare dai grandi. Nel caso del fumo, però, la questione è un po’ diversa, perché, soprattutto alle medie i professori rappresentano l’autorità verso la quale si prova rispetto e ammirazione. E può quindi scattare il tentativo di emulazione, conducendoli sulla pericolosa strada della dipendenza.
Tutti i danni in una singola sigaretta
Fumare è veramente troppo dannoso per la salute. Dalla combustione della sigaretta si sprigionano sostanze tossiche e irritanti, come catrame, azoto, ammoniaca e altre che danneggiano prima di tutto i tessuti delle vie respiratorie alte per scendere nella laringe, bronchi e polmoni. L’irritazione delle mucose predispone a malattie respiratorie quali asma, bronchite cronica, enfisema polmonare, oltre che alle malattie cancerogene. Spesso infatti vengono diagnosticate forme importanti troppo tardi, quando è difficile intervenire, a meno che non ci si sottoponga ad attenta “prevenzione”. Le sostanze cancerogene possono coinvolgere e sviluppare cancro anche alla vescica, pancreas, prostata, mammella e altri organi. È accertato che il fumo è responsabile di almeno il 30 per cento di tutte le neoplasie. In Italia sono oltre 80 mila le persone che ogni anno perdono la vita a causa del fumo, per la maggior parte di età compresa tra i 35 e i 69 anni. Persone che avrebbero potuto vivere anche 10, 20 o 30 anni in più ancora in buona salute se avessero evitato di fumare. Mediamente sono circa 20 gli anni di vita persi per colpa del fumo. E gli anni aumentano se si inizia presto.
Vietato proibire, meglio coinvolgere
Le politiche di prevenzione sono quindi essenziali, soprattutto per i ragazzi che, sempre più numerosi si vedono per le strade con la sigaretta tra le dita. Purtroppo la sigaretta tra le dita esercita ancora fascino. Chi fuma costituisce ancora un modello positivo da emulare e fa ancora presa sui più giovani. La colpa è anche del comportamento paradossale delle multinazionali del tabacco, scrivendo sulle confezioni frasi come “Il fumo nuoce gravemente alla salute” e continuano a vendere il prodotto. E non è detto che la proibizione paghi, anzi: spesso sortisce l’effetto opposto e favorisce il desiderio di trasgressione tipico dei giovani, ma è oggi indiscutibile la necessità di politiche di controllo rigorose. Servirebbe un vero e proprio cambiamento culturale, che parli il loro linguaggio, coinvolgendoli direttamente e invitandoli a delineare strategie di prevenzione.
Giorgia Andretti