Dimezzando la quantità di sale nella dieta giornaliera si guadagna salute

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Dimezzando la quantità di sale nella dieta giornaliera si guadagna salute

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Gli italiani esagerano con i cibi salati e assumono sempre meno potassio, naturalmente presente in frutta e verdura, aumentando così il rischio di contrarre pericolose malattie e scompensi cardiocircolatori. I dati dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione – INRAN, evidenziano come ogni giorno un adulto italiano ingerisce in media circa 10 grammi di sale, l’equivalente di 4 grammi di sodio: ben dieci volte di più del necessario.

Qualche grammo in meno tutti i giorni
Rinunciare a una certa dose di sale permetterebbe di salvare molte vite. Basterebbe ridurre di soli tre grammi, pari a mezzo cucchiaino da caffè, l’introduzione di sale al giorno per evitare un ictus, infarti del miocardio, decessi e infermità legati agli eventi cardiovascolari. Consumare troppo sale porta a un indurimento delle arterie, con il risultato dell’aumento della pressione arteriosa. Chi consuma molto sodio è più soggetto all’osteoporosi, un’alterazione delle ossa che ne provoca l’indebolimento: l’eccesso di sodio nella dieta provoca infatti una perdita eccessiva, attraverso le urine, di calcio che viene sottratto allo scheletro, predisponendolo a fratture. Per lo stesso motivo, cioè per l’eccessiva eliminazione urinaria di calcio, chi mangia salato rischia di andare incontro più facilmente a problemi di calcoli ai reni, perché i calcoli sono in genere formati proprio da sali di calcio. I gastroenterologi sono concordi nel ritenere l’abuso di sale responsabile dell’aumentato rischio di sviluppare un tumore allo stomaco. Esiste anche una correlazione tra sale e obesità. Le persone sovrappeso tendono a mangiare più salato e ingerisco più cibo rispetto alla media, quindi la quantità di sale assunta è spesso molto elevata. L’obesità stessa, poi, altera il corretto funzionamento dei reni e del sistema nervoso simpatico, facendo trattenere più sale e più acqua.

Impariamo a mangiare meno salato
Il quantitativo minimo di sale di cui il nostro organismo ha bisogno è di appena 1-2 grammi al giorno. Per assumere queste piccole dosi sarebbe già sufficiente la quantità presente negli alimenti naturali come verdura, frutta, carne, pesce e uova al naturale. Il fabbisogno di sodio aumenta soltanto in condizioni di sudorazione elevata e prolungata, come succede, per esempio, durante un’attività sportiva. Il sale va quindi ridotto, in modo da abituarsi pian piano a un sapore meno sapido. Non è un obiettivo difficile: basterebbe diminuire progressivamente, di quantità minime, il sale che si aggiunge all’acqua di cottura della pasta, alle carni o alle insalate e, nel giro di poche settimane, secondo gli esperti si potrebbe raggiungere la dose di 5 grammi di sale consigliata. Questo può essere fatto gradualmente, a cominciare dalla spesa. Si potrebbe ad esempio evitare di acquistare troppi alimenti precucinati e preferire l’equivalente di prodotti freschi. È bene ricordare che cereali, legumi e frutta al naturale contengono pochissimo sodio. Anche la verdura fresca contiene poco sodio. Le specie che ne contengono di più sono il sedano, i carciofi e gli spinaci. Le carni, il pesce e le uova ne contengono discrete quantità. I formaggi freschi, più ricchi di acqua, ne contengono meno rispetto ai tipi stagionati, che sono invece molto ricchi di sale.

Non c’è un solo sale
Quando si acquista un prodotto, è bene prestare molta attenzione. Infatti il sale è una sostanza che può essere definita in modi diversi e questo può trarre in inganno. È bene quindi leggere attentamente le etichette dei prodotti confezionati e rendersi conto se è contenuto il sale dannoso per le arterie, cioè il sodio. Le diciture che indicano la presenza del cloruro di sodio sono le seguenti: cloruro di sodio, bicarbonato di sodio, benzoato di sodio, sodio disodico e glutammato monosodico. Quest’ultimo è il componente principale dei dadi da cucina e contiene tantissimo sodio. Molto glutammato è contenuto anche nella salsa di soia e in generale in molti piatti della cucina esotica. Al contrario, un’alternativa valida per ridurre l’apporto di sodio è utilizzare il sale iposodico, pur contenendo una quantità inferiore di sodio regala comunque un buon sapore ai piatti. Questo sale è naturale ed è costituito da una miscela di cloruro di potassio sostituendo il sodio per il 70 per cento presentandosi con un sapore meno salato rispetto al normale sale da cucina.

Giorgia Andretti

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