


Asma bronchiale: sono molte le donne in attesa a soffrirne, si pone il problema di come trattarla per non causare problemi al feto. L’asma in gravidanza può oggi essere curata con i farmaci appropriati.
L’asma è una malattia infiammatoria, colpisce le vie aeree nei soggetti predisposti provocando episodi, più o meno ricorrenti, di respiro sibilante e fischiante, difficoltà respiratoria, senso di costrizione toracica e tosse. Si tratta di episodi che si presentano generalmente “a crisi” intervallati da periodi di relativo benessere fra una crisi e l’altra. L’asma, se non trattata adeguatamente, può provocare importanti conseguenze alla salute e rendere invalidante la quotidianità. A livello mondiale si calcola che dal 3,4% al 12,4% delle donne in gravidanza soffra di asma o di patologie correlate per le quali si pone il problema di una terapia che non danneggi il feto. Il 20% di queste donne, inoltre, ha una riacutizzazione dei sintomi spesso verso la fine del secondo trimestre. Tutti gli studi concordano nel sostenere che un’asma ben controllata non influenza l’esito della gravidanza, al contrario vengono descritti conseguenze come ritardo di crescita intrauterina, parto pretermine o morte fetale nel caso in cui la malattia non sia correttamente compensata.
L’uso dei farmaci
Una donna su tre affetta da asma lamenta i sintomi della malattia in progressivo peggioramento durante la gravidanza, è quindi importantissimo che la futura mamma venga seguita dallo specialista. Seppure nel corso della gravidanza i farmaci vanno usati con cautela, va anche detto chiaramente di quanto una crisi di asma possa avere effetti deleteri sul feto, con aumento della mortalità perinatale, aumento dei parti prematuri e riduzione dei peso alla nascita. Quindi si ritiene giustificato l’uso di farmaci atti a mettere l’asma sotto controllo anche e soprattutto quando si è in stato interessante. Lo assicura anche uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine. In pratica è dimostrato di come una crisi di asma nella donna in attesa diminuisca l’apporto di ossigeno al feto, un pericolo maggiore rispetto a quello che si potrebbe correre assumendo antiasmatici e broncodilatatori per tenere sotto controllo l’infiammazione.
Controllo costante e preventivo
Le donne asmatiche in dolce attesa devono essere costantemente monitorate dallo specialista il cui compito, nel trattare la malattia, sarà quello di garantire al feto una adeguata ossigenazione e, per tanto, sarà necessario prevenire eventuali mancanze di ossigeno nella madre. Affinché non sorgano complicazioni in tal senso, sia nella futura mamma che nel feto, è necessario che l’asma sia sempre tenuta sotto controllo del medico. Alle donne affette da asma che stanno programmando una gravidanza, gli specialisti raccomandano di consultarsi prima con il ginecologo per progettare un piano terapeutico preventivo che potrebbe prevedere anche il ricorso ad una immunoterapia, è priva di effetti negativi se iniziata prima del concepimento. Una delle istituzioni a livello internazionale ha studiato nello specifico il tema, il californiano Kaiser Permanente Medical Center, raccomanda alle donne asmatiche in gravidanza di:
I doveri del medico curante
Da parte sua, il medico dovrà:
Marina Zenobio