Il Coronavirus o Sars-CoV-2 è un agente patogeno nuovissimo, mai visto prima, forse qualcosa si poteva imparare dalla precedente epidemia di Sars – rimasta confinata in Medioriente? E’ questa la domanda che si stanno ponendo gli scienziati di tutto il mondo. Si diventa immuni? E per quanto tempo? Una notizia recentissima è che alcune persone in Corea, dopo essere guarite, sono tornare ad essere positive. Se si confermerà vera la notizia, sarà la prova che di questo virus la scienza ha ancora davvero tanto da scoprire.
Sapere se si diventa immuni al coronavirus o no è essenziale, dal momento che è sicuro che, nella maggior parte delle persone, i sintomi sono molto lievi o del tutto inesistenti. L’unico modo per distinguere, dunque, una persona che non si è mai ammalata da una che è malata ma che non ha sintomi è quindi cruciale per sapere verso chi dirigere le attenzioni e le precauzioni per evitare nuovi contagi. Se dopo essere stati malati si diviene immuni, e anche questo è da scoprire, e assolutamente non più contagiosi, le persone che sono state malate in modo più o meno evidente possono tornare a scuola, al lavoro, contribuire alla società per esempio occupandosi a modo loro di chi è ancora a rischio. Nel frattempo la scienza e la ricerca prosegue, fino a quando non si individuerà un vaccino che possa rendere immuni anche tutti gli altri, ossia gli anziani e i malati cronici. Inoltre medici, infermieri, operatori sanitari in genere, una volta scoperto di essere davvero immuni, potrebbero occuparsi con più serenità di chi ha bisogno di assistenza. Una volta che si procede in questa direzione, si arriverebbe all’immunità di gregge, che consiste in una percentuale di circa il 70% di popolazione guarita e quindi immune, per proteggere gli altri dalla circolazione del virus.
Nel frattempo, è prevista per il prossimo 3 maggio, quindi coincidente con la fine del lockdown, e la gara per l’acquisizione dei test sierologici che verranno utilizzati per la campagna nazionale che dovrà scoprire quali cittadini sono immuni al sarsCov2. Il 22 aprile è avvenuta la presentazione delle offerte ed entro il 29 aprile sarà definita la graduatoria finale. L’indagine sarà a campione e secondo gli esperti permetterà di capire il livello di diffusione del virus nel Paese e di pianificare le prossime fasi e il ritorno all’attività. Oltre a questo, si procederà al rafforzamento sul territorio nazionale dei Covid-Hospital dedicati, alla App di tracciamento e assistenza a distanza. Sarà essenziale mantenere le abitudini acquisite fino a ora, ossia distanziamento sociale e protezione individuale.
Verranno quindi effettuati 150.000 test sierologici finalizzati ad un’indagine campione sulla diffusione dell’infezione da SarsCoV2, con possibile successiva estensione della fornitura di kit, reagenti e consumabili del medesimo tipo, per l’effettuazione di ulteriori 150.000 test. I test dovranno rispondere ad alcune caratteristiche, tra le quali avere una sensibilità non inferiore al 90%, rapidità di risposta con la possibilità di processare almeno 120 test per ora, essere in grado di rilevare le IgG specifiche, anticorpi neutralizzanti per sarsCov2. Inoltre i test dovranno essere validati da laboratori qualificati o agenzie regolatorie operanti a livello nazionale o internazionale. Ci dovrà essere rapidità di trasporto e consegna della fornitura, a partire dal 3 maggio 2020. La valutazione e la scelta finale sarà fatta da una commissione di gara nominata dal commissario straordinario e formata da sei esperti. Speriamo che sia un passo in avanti verso la sconfitta di questa pandemia.
Giorgia Andretti