Bambini che non crescono, quando preoccuparsi

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Bambini che non crescono, quando preoccuparsi

Crescita
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I genitori sono alti e robusti, mentre il figlio è magrolino e non è tra quelli che svettano in classe. Eppure fa sport senza problemi, gioca, è di buon umore e mangia un po’ di tutto. Mamma e papà sono preoccupati e la domanda: avrà qualche disturbo della crescita è più che lecita. Per qualsiasi timore è bene parlare con il pediatra, ma in generale un bimbo in assenza di sintomi fisici non dovrebbe avere problemi.

 

Non sempre ci si deve preoccupare

Per valutare lo stato di salute generale è necessario che lo specialista visiti il bambino una o due volte l’anno, per accertare che la crescita sia armoniosa e che avvenga secondo parametri di riferimento i percentili – che indicano un range all’interno del quale peso e statura sono considerati corretti, pur con le normali differenze tra individui. Per questo è naturale che due bambini della stessa età presentino differenze ponderali e di altezza. È il caso di approfondire se un bambino dimagrisce improvvisamente e appare pallido, senza forze, se mostra disinteresse verso quello che lo circonda. Se, soprattutto, questa situazione non è motivata da una causa precisa e transitoria, come per esempio la convalescenza dopo un’influenza o una malattia esantematica. La magrezza eccessiva accompagnata da debolezza può essere dovuta a disturbi cronici come la celiachia, cioè l’intolleranza al glutine di pane, pasta e cereali, che è un problema in aumento tra i bambini e che, per fortuna, può essere risolto con una dieta appropriata. Oppure, possono essere responsabili altre forme di allergia alimentari o, ancora, forme di anemia. Ci sono esami specifici per diagnosticare questi problemi. Per esempio, per individuare la celiachia un esame tutto sommato poco invasivo è il dosaggio degli anticorpi antitransglutaminasi, che richiede solo un prelievo del sangue.

 

Non forzare le sue abitudini

Per favorire la crescita di un bambino bisogna fare attenzione a scelte sbagliate, per esempio quella di inserire nella dieta cibi troppo calorici o ricchi di grassi né cibi-spazzatura nella speranza di farlo ingrassare. Stimolare l’appetito è giusto ma non ci si può basare solo su questo: servono anche con cibi freschi, per un pasto più equilibrato e completo, con proteine, sali minerali e vitamine. È giusto offrire cibi un po’ più calorici, ma questi devono essere completi dal punto di vista nutrizionale. Il latte intero, i formaggi e lo yogurt, per esempio, sono in genere graditi ai bimbi e poiché sono piuttosto ricchi di grassi, aiutano certamente i bambini sottopeso a mettere su qualche chilo. E sicuramente sono importanti per la crescita delle ossa e dei denti, ma contengono poche vitamine e poco ferro. Non si deve insistere troppo sul mangiare, con premi e minacce. Tutto questo genera un atteggiamento ansioso verso il cibo e peggiora la situazione. Essenziale è dormire a sufficienza, altrimenti il nervosismo aumenta e l’appetito cala. Infine, si deve proporre attività fisica anche a un bambino molto magro: aiuta i bimbi troppo esili a irrobustire le ossa e a sviluppare i muscoli, che regolano il metabolismo, di conseguenza, la richiesta di cibo come carburante è maggiore e il bambino ha più appetito e mangia di più e meglio. La sedentarietà, invece, non sviluppa la massa muscolare, ma in compenso favorisce il deposito di massa grassa. Così, tutto il peso che un bambino acquisisce è costituito di adipe, che con l’adolescenza non può che aumentare. Il gioco, la corsa, l’attività sportiva moderata e divertente invece aiutano a raggiungere un corretto peso forma nell’età dello sviluppo.

 

Sahalima Giovannini

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