Tutte le strategie da adottare e le mosse giuste da fare se in spiaggia il vostro bambino sparisce
Niente panico! E’ successo a tutti almeno una volta: una chiacchiera con un amico, un caffè veloce al bar e il vostro bambino non è più sotto l’ombrellone. Uno sguardo rapido nelle vicinanze, un richiamo con voce ferma, una domanda al vicino: “Mi scusi, ha visto dove è andato mio figlio?” e, alla risposta negativa, comincia a battere il cuore, la voce a tremare, gli occhi a chiedere aiuto.
E’ inutile dire che il consiglio più saggio è quello di mantenere la calma per affrontare l’emergenza, che nella maggior parte dei casi, fortunatamente, secondo quanto ci dicono le statistiche, è solo un falso allarme. In un ambiente diverso dal solito, come la spiaggia, dove si respira soprattutto aria di libertà, è abbastanza normale per il bambino cominciare ad assaggiare un pizzico di autonomia e prendere l’iniziativa di allontanarsi. A volte si nasconde per scherzo, oppure è distratto da altri ragazzini o da giochi che non conosce, altre volte inconsapevolmente perde il senso dell’orientamento, e non trova più riferimenti familiari e, alla ricerca di essi, si allontana ancora di più. In ogni caso si tratta di una emergenza da affrontare senza perdere la testa.
Cosa fare in caso di smarrimento
La prima mossa da fare è quella di avvertire il bagnino, che, se in possesso di altoparlante, dà l’annuncio dello smarrimento del piccolo. Segue poi la vera e propria ricerca, magari insieme a qualche volontario, prima all’interno dello spazio dello stabilimento, poi allargando la ricerca agli stabilimenti limitrofi.
Sono passati intanto circa otto minuti; in questo spazio di tempo un bambino di due o tre anni può percorrere anche un chilometro: continuate a cercare sul litorale.Quindici minuti è il tempo medio di ritrovamento: nella maggior parte dei casi tutto si risolve con qualche lacrime e a volte qualche sgridata. A questo proposito attenzione al livello della “sgridata”. E’ possibile che al momento del ritrovamento esploda, come naturale reazione allo spavento che avete provato, la vostra rabbia: frenatela, abbandonate la voglia di far partire lo schiaffo che non gli avete mai dato, trattenete urla e rimandate i rimproveri. Al bambino potrebbe capitare ancora di smarrirsi e l’ultima cosa che deve provare è il timore di farsi ritrovare.
Prevenire è meglio che morire di paura
Come già detto, lo smarrimento di un bambino su una spiaggia è frequente e può capitare anche al genitore più attento. Per questo è bene prevenire il pericolo, dando al bambino indicazioni utili a limitare, se non altro, i tempi di ricerca.
La moda del braccialetto elettronico
In questi ultimi anni, per prevenire lo smarrimento dei bambini sulla spiaggia, è esplosa la moda del “braccialetto elettronico”, che alcuni stabilimenti della riviera adriatica hanno già trasformato in un benefit esclusivo. Il meccanismo è semplice. Il bambino indossa una braccialetto-trasmettitore che è collegato al ricevitore della mamma, se il primo supera la distanza di sicurezza predeterminata e finisce “fuori campo” l’apparecchio ricevitore lancia l’allarme luminoso ed acustico. Per ritrovare il bambino, poi, basta farsi guidare dal marchingegno che suona tanto più velocemente quanto più ci si avvicina al piccolo “fuggiasco”. Il sistema sarà sicuramente efficace ma lascia qualche dubbio.
Delegare ad una apparecchio elettronico il controllo di un figlio ha infatti ben poco a che fare con l’educazione di un bambino e molto con l’ansia di un adulto. La paura di perdersi un figlio è naturale, tanto quanto l’esigenza di imparare ad ascoltarla e a rispettarla. Vuol dire essere coscienti del bisogno di “stare” con i nostri figli – tanto più in vacanza, quando davvero il nostro tempo dovrebbe essere dedicato a loro – e consapevoli della necessità di educarli a non allontanarsi. Affidarsi ad un braccialetto elettronico che segnala “l’allontanamento”, vuol dire non tenere presente che i bambini imparano anche dagli errori e dai rimproveri. Privarli della possibilità di sbagliare e di allontanarsi troppo dall’ombrellone, così come hanno fatto da sempre tutti i bambini, vuol dire privarli della possibilità di diventare ogni giorno più responsabili. Rassicurati dalla nostra fiducia.
Matteo De Matteis