Un pappagallo per amico
21 Gennaio 2008
Passeggiando fra i mostri
4 Febbraio 2008

Le analisi pre-concepimento

Condividi sui social

Le visite e le indagini cliniche che una coppia deve fare quando la voglia di un figlio

diventa concreta

Programmare una gravidanza implica l’effettuazione preventiva di una serie di accertamenti clinici che garantiscano il

perfetto stato di salute dei futuri genitori e la loro adeguatezza fisica al concepimento e, per la futura mamma, alla gestazione. Il primo passo da

compiere è un accurato check-up che si svolge, di norma, presso il proprio ginecologo di fiducia e durante il quale viene effettuata un’anamnesi

delle famiglie d’origine della coppia per individuare eventuali malattie ereditarie. Durante la stessa seduta verranno verificate le condizioni

dell’apparato riproduttivo femminile, controllando la posizione, il volume e la consistenza di utero e ovaie; inoltre, attraverso l’ausilio

di una ecografia, si può escludere la presenza di fibromi o di cisti ovariche da tenere sotto controllo durante la gravidanza. Si esamina inoltre

l’andamento di eventuali precedenti gravidanze, si valuta l’opportunità dell’assunzione di farmaci in caso di malattie croniche e

viene prescritta una serie di esami clinici indispensabili per prevenire e curare tempestivamente possibili complicanze.

Gli esami e i

test a cui dovrà sottoporsi la futura mamma

  • Analisi per la individuazione degli anticorpi contro i virus dell’epatite (A, B

    o C), il virus HIV, il Citomegalovirus e gli Herpes virus 1 e 2. Il test si effettua tramite un prelievo di sangue.

  • Analisi per

    l’individuazione degli anticorpi contro il virus della rosolia, una malattia infettiva molto pericolosa per il feto (cecità, cardiopatia e

    ritardo mentale) se contratta nei primi 3 mesi di gravidanza. L’esito del controllo sarà di 3 tipi.
    Il risultato potrebbe essere positivo e

    segnalare solo anticorpi di epoca remota(IgG): in questo caso si è già immunizzati e non si corrono gravi rischi.
    Il risultato potrebbe essere

    positivo e segnalare anticorpi di epoca più recente(IgM ed IgG ad alti livelli): in questo caso il contagio potrebbe essere avvenuto da poco e, quindi,

    sarà bene attendere prima di rimanere incinta.
    Il risultato potrebbe essere negativo: l’assenza di anticorpi indica che non si è mai

    contratta la malattia. In questo caso la donna deve eseguire la vaccinazione contro la rosolia e la coppia dovrà attendere 3 mesi prima del concepimento

    del bambino. Il test si effettua tramite un prelievo di sangue.

  • Analisi per rilevare l’eventuale presenza degli anticorpi della

    toxoplasmosi, una malattia infettiva che, se contratta nel primo trimestre di gravidanza può determinare problemi al sistema nervoso centrale del

    bambino nonché la sua cecità. L’esito di questo test può essere di 3 tipi. Il risultato potrebbe essere positivo e segnalare solo anticorpi che si

    riferiscono a periodi passati: in questo caso la donna risulta immunizzata alla malattia e non corre rischi per la gravidanza. Il risultato potrebbe

    essere sempre positivo ma rilevare anticorpi che si riferiscono a periodi più recenti: il contatto con il parassita potrebbe quindi essere avvenuto da

    poco e, quindi, sarà opportuno curarsi con antibiotici e ripetere l’esame prima di rimanere in stato interessante.
    Il risultato potrebbe

    essere negativo: l’assenza di anticorpi indica che non si è mai contratta la malattia e quindi durante la gravidanza il test va ripetuto più volte

    per intercettare un eventuale infezione primaria. Il test si effettua tramite un semplice prelievo di sangue.

  • Emocromo, un esame

    attraverso il quale è possibile rilevare la presenza di un’anemia, causata da carenza di ferro o di folati , che andrà curata durante la

    gravidanza.
    Questo esame dimostra anche la presenza di microcitemia, cioè dello stato di portatore sano di talassemia, una grave anemia ereditaria

    e letale. Se entrambi i genitori sono microcitemici, ogni volta che concepiranno un figlio correranno un rischio del 25% di generarlo affetto da

    talassemia.
    Il riscontro di una microcitemia impone un approfondimento mediante lo studio delle emoglobine patologiche (Hb fetale, Hb

    dell’anemia falciforme, etc.). I test si eseguono con un prelievo di sangue.

  • Visita ginecologica: mediante la vaginoscopia

    (o colposcopia) si possono evidenziari dei papillomi causati da uno specifico virus, il cui riscontro, accanto all’Herpes virus 2, rende

    impossibile il parto per via vaginale.La coltura delle secrezioni vaginali può dimostrare la presenza di Chlamidia., un batterio che può provocare

    un’infezione oculare o polmonare del neonato e che può essere debellato con gli antibiotici.

  • Pap-test: serve a identificare

    eventuali alterazioni delle cellule del collo dell’utero. Si effettua tramite il prelievo, non doloroso, di secrezioni del collo dell’utero

    effettuato dal ginecologo con una piccola spatola e uno specifico tampone. Le cellule così prelevate vengono analizzate in laboratori specializzati.

    Gli esami e i test a cui deve sottoporsi la coppia

  • Test per l’Aids: rileva nel sangue la presenza di

    anticorpi contro il virus HIV, responsabile dell’immunodeficienza acquisita. Se l’esito dovesse risultare positivo per uno dei due genitori,

    esiste la probabilità reale di trasmettere questa malattia al nascituro. Conoscere questo rischio consente di ridurre la possibilità di contagio,

    adottando le cure adeguate. Il test si esegue attraverso un semplice prelievo di sangue, ma, in questo caso, sarà necessario il consenso informato

    dell’interessato.

  • Test per la sifilide: anticorpi VDRL questo controllo serve a escludere la presenza di sifilide, una

    malattia a trasmissione sessuale che, se non curata adeguatamente, può recare seri danni al feto. Se uno dei componenti della coppia dovesse risultare

    positivo, si dovrà ricorrere alle cure del caso. Il test si effettua tramite un prelievo di sangue.

  • Emocromo: per il rischio di

    microcitemia in entrambi i coniugi di cui abbiamo già parlato.

  • Gruppo sanguigno ABO e fattore-RH: con questo esame si riscontra

    se vi sarà incompatibilità sanguigna tra madre e bambino: verifica, infatti, se sulla membrana dei globuli rossi dei futuri genitori è presente il

    fattore rh. Se la madre Rh negativa ha ricevuto una trasfusione di sangue Rh positivo o ha avuto un precedente figlio da un partner Rh positivo, ha

    prodotto anticorpi anti-fattore Rh che distruggeranno i globuli rossi del feto Rhpositivo provocandone l’aborto od una grave anemia emolitica.Lo

    stesso esame è utile anche se la donna ha il sangue di gruppo 0 e il compagno di un gruppo diverso (A,B o AB) in quanto il bimbo potrebbe soffrire di

    ittero da incompatibilità AB0. Il test si esegue tramite prelievo del sangue.

     

    Prof. Luigi

    Tarani

  • Registrati o Accedi

    Lascia un commento