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L’ittero nel neonato

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La particolare colorazione della pelle è dovuta a un meccanismo naturale che si verifica nei primi giorni. In genere non occorrono particolari trattamenti per attenuarla.

Nei primi giorni di vita di un bambino, non è infrequente che i genitori notino una colorazione giallastra della pelle del bebé, quasi come se il piccolo fosse abbronzato. La particolare tonalità si presenta però anche nella sclera, la “parte bianca” dell’occhio. Questa colorazione viene definita ittero ed è dovuta agli elevati valori, nel sangue, di bilirubina. Questa è una sostanza che viene normalmente prodotta nell’organismo come conseguenza della distruzione dei globuli rossi invecchiati, che vengono continuamente rinnovati con altri, prodotti dal midollo osseo.
La bilirubina così formatasi viene definita “indiretta” o “non coniugata”. Essa viene successivamente trasformata dal fegato in “bilirubina diretta” (o “coniugata”), che è poi eliminata con le feci.

Le cause della manifestazione
I valori di bilirubina nel sangue, di norma inferiori a 1,5 milligrammi per decilitro, aumentano se la quantità che viene prodotta è troppo elevata rispetto a quella che l’organismo riesce ad eliminare. L’aumento della bilirubina (iperbilirubinemia) si manifesta spesso nel neonato: è infatti presente in circa il 50% dei nati a termine e nell’80% di quelli pretermine. L’Ittero che ne deriva può essere a “bilirubina indiretta” oppure a “bilirubina diretta”. Le cause più comuni degli ittero a bilirubina indiretta, che sono poi quelli più frequenti nei bambini, sono l’aumentata distruzione dei globuli rossi o la riduzione della trasformazione epatica della bilirubina indiretta in bilirubina diretta. L’aumentata distruzione dei globuli rossi può essere causata da ittero fisiologico, incompatibilità dei gruppi sanguigni tra madre e feto, malattie emolitiche, riassorbimento di ematomi o di emorragie, trasfusione gemello-gemello o trasfusione materno-fetale, ritardata legatura del cordone ombelicale.
La riduzione della trasformazione epatica della bilirubina indiretta in bilirubina diretta può essere causata da ittero da latte materno, difetti congeniti della coniugazione della bilirubina, malattie endocrino-metaboliche (ipotiroidismo, ipopituitarismo, galattosemia, ipoglicemia), ipossia, ipovolemia, prematurità.

Vari tipi di ittero

L’ittero comunemente osservato dai genitori è l’ittero fisiologico. Esso è dovuto alla rapida distruzione dei globuli rossi che si verifica normalmente dopo la nascita. I globuli rossi fetali, infatti, contengono un tipo di emoglobina (detta appunto “fetale”) che è necessaria per estrarre l’ossigeno dalla placenta, ma che deve essere sostituita da una diversa emoglobina (detta “adulta”) quando il bambino comincia a respirare con i polmoni. I globuli rossi di tipo fetale vengono quindi distrutti nelle prime ore dopo la nascita e questo determina un aumento della bilirubina indiretta. Se il fegato del neonato è “maturo” riesce a smaltire la bilirubina prodotta, altrimenti la sostanza non smaltita si accumula nei tessuti superficiali, provocando l’ittero. L’ittero viene definito “fisiologico” quando i valori della bilirubina non raggiungono livelli tali da arrecare danni alla salute del neonato e quando la comparsa dell’iperbilirubinemia si verifica dopo le prime 24 ore di vita, si accentua in terza giornata e si risolve spontaneamente entro la prima settimana di vita. Se l’ittero è già presente al momento della nascita non è mai fisiologico. Esiste poi un altro tipo di ittero, piuttosto comune nei neonati ed è quello definito ittero da latte materno, caratterizzato dalla comparsa tardiva e dall’attenuazione in caso di temporanea sospensione dell’allattamento al seno (per 24-48 ore). Questo tipo di ittero è provocato da un ormone presente nel latte materno. I livelli di bilirubina che vengono raggiunti non sono però dannosi per il neonato e pertanto l’allattamento al seno può tranquillamente essere proseguito.

I sistemi per affrontarlo
In linea di massima né l’ittero fisiologico né, tantomeno, l’ittero da latte materno necessitano di terapia. Tuttavia, poiché c’è il rischio che, arrivando nel cervello, la bilirubina provochi danni al sistema nervoso del bambino, quando i livelli risultano troppo elevati (i valori variano a seconda dell’età gestazionale del neonato e alla giornata di vita in cui si verifica l’iperbilirubinemia) si ricorre a terapie che permettono di abbassare il livello di bilirubina. La soluzione più comune è la fototerapia: il bambino viene esposto ad una luce ad alta densità, sotto una lampada a raggi ultravioletti. La bilirubina è sensibile a questo tipo di luce e si degrada in una forma non tossica. Anche la luce del sole contiene in parte raggi ultravioletti: è per questo che a volte si consiglia ai genitori di esporre il bambino con ittero alla luce, facilitando così l’eliminazione della bilirubina. Nei casi in cui la fototerapia non venga considerata sufficiente si ricorre a farmaci di tipo barbiturico o, in situazioni più gravi, alla exanguinotrasfusione, che è la sostituzione del sangue ricco di bilirubina con sangue fresco normale. Gli ittero più frequenti nei bambini sono ittero a bilirubina indiretta. Gli ittero a bilirubina diretta sono molto più rari nei neonati e sono causati da malattie che danneggiano il fegato o che ostacolano l’eliminazione della bile, attraverso la quale la bilirubina viene eliminata nelle feci dopo essere stata “coniugata”. La terapia in questi casi dipende dalla causa che determina la malattia. In ogni caso la bilirubina diretta non arreca danni al sistema nervoso.

 

Prof. Luigi Tarani

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