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Nel pancione il feto vede

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Che il bimbo a fine gestazione ci vedesse era un’ipotesi, ora i ricercatori lo confermano. Nella cavità uterina penetra abbastanza

chiarore da permettere al feto la visione.

Gli esperti lo sospettavano già da tempo: il feto alle ultime settimane di gravidanza vede il suo

ambiente naturale, poiché il suo apparato visivo ha già raggiunto un buon livello di maturazione. Quello che non si sapeva era cosa esattamente si

potesse vedere nel ventre materno e se ci fosse abbastanza luce da permette al feto di mettere a fuoco. I risultati confermano invece che il piccolo può

vedere l’ambiente che lo circonda e forse riesce anche a distinguere il contorno delle manine e dei piedini. Negli ultimi due mesi di gravidanza,

infatti, nel pancione della mamma penetra abbastanza luce da permettere al feto di cominciare a sperimentare la visione dentro l’utero. È quanto emerso

da un lavoro condotto da Marco Del Giudice, ricercatore presso il dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino e appena pubblicato sulla

rivista Developmental Psychobiology.

Le origini della scoperta
L’esperto ha spiegato che, con il suo gruppo, non ha misurato

direttamente la luce che penetra dentro l’utero. La luce è stata invece fatta passare attraverso una “riproduzione” dello spessore dei tessuti che

costituiscono l’involucro del feto: muscolo, tessuto adiposo, diversi tipi di indumenti. È stato insomma creato un modello che imitasse la parete

dell’utero e del pancione materno, che stanno tra il feto e l’ambiente esterno, schermando la luce. Il modello messo a punto secondo i ricercatori

indica che, molto probabilmente, alcuni feti possono vedere quello che hanno intorno a sé: le pareti dell’utero e il loro stesso corpo, per esempio

mani e piedi. Questo sarebbe più semplice quando la madre si trova in un ambiente luminoso e non è vestita con indumenti troppo pesanti e coprenti. Il

sospetto che il bambino distinguesse almeno la luce dal buio in ambiente uterino era stato già avanzato in indagini precedenti: se sull’addome della

mamma veniva proiettata una luce molto intensa, il feto tendeva a girare lo sguardo in quella direzione. Questo movimento, provato da esami ecografici,

è la prova che il nervo ottico – la fibra che conduce al cervello le immagini raccolte dall’occhio sotto forma di impulsi elettrici – è funzionante già

dai primi mesi di vita intrauterina.

Per vedere bene occorre tempo
Occorre però diverso tempo prima che l’apparato visivo sia

perfettamente funzionante. Alla nascita e nei primi giorni di vita, infatti, il neonato riesce a individuare soltanto gli oggetti posti a 20-40

centimetri dai propri occhi e non li distingue secondo una logica tridimensionale, ma li percepisce come “appiattiti”. Quando ha davanti a sé il volto

della mamma, percepisce soprattutto l’ovale e l’attaccatura dei capelli: solo più avanti si concentrerà sugli occhi, quindi sul sorriso e sulla bocca e,

infine, sugli altri dettagli. Anche con i colori ci sono un po’ di difficoltà: secondo gli esperti, un bimbo di pochi mesi distingue il rosso dal verde,

ma ha difficoltà a mettere a fuoco il blu. Passerà ancora del tempo prima che il bambino acquisisca le capacità visive di un adulto. È certo, però, che

adeguati stimoli visivi proposti fin dall’inizio aiutino la maturazione del sistema della vista: fin dai primi giorni di vita il piccolo va portato a

spasso all’aria aperta il più spesso possibile. In questo modo può esercitarsi a fissare oggetti posti vicini e lontani, allenando il meccanismo

dell’accomodazione alle varie distanze sotto la luce naturale, sviluppando la capacità di distinguere le forme, i colori e le tre dimensioni. E possiamo

addirittura pensare, dopo le scoperte del team torinese, che si possa esercitare la vista di nostro figlio anche mentre è nel pancione … magari

ponendosi ad addome scoperto davanti a una fonte di luce intensa, come il sole (se la stagione lo permette) o una lampada. Una volta che sarà nato, poi,

ci si potrà decisamente sbizzarrire, mostrandogli oggetti di colori ben definiti e di forma diverse. Potete trovare spunti e consigli cliccando qui

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ampiamente dello sviluppo della vista e degli altri sensi.

 

Giorgia Andretti

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