Più svegli rispetto a quelli delle generazioni precedenti, capaci di gestire la tecnologia già a quattro o cinque anni, conoscono le lingue straniere e praticano due o tre sport. Bambini, insomma, super impegnati, in pratica non sono capaci di stare senza fare nulla. Il punto è proprio questo: oggi, sembra inammissibile che un bambino stia senza fare qualcosa. Vietato, quindi, permettere che si annoi: per questo all’inizio dell’anno scolastico è una corsa a inscrivere i ragazzi a corsi sportivi, di lingue, di musica o all’oratorio per il catechismo. È giusto offrire il meglio ai figli, per permettere alle qualità nascoste a emergere ma è bene non esagerare, un bambino ha bisogno anche di tempo libero per non fare assolutamente nulla così da lasciar viaggiare libera la fantasia.
La noia, secondo gli esperti, non è qualcosa di completamente negativo, anzi: i bambini hanno bisogno di avere il tempo per annoiarsi, perché serve loro per immaginare, seguire i propri pensieri, assimilare le esperienze vissute o semplicemente osservare il mondo che li circonda. Oggi, però, sembra che i bambini abbiano davvero poco tempo di annoiarsi e di fantasticare: le loro giornate sono ricche di impegni. Innanzitutto, restano a scuola fino a metà pomeriggio e il resto delle ore è impegnato nelle attività prescelte. È vero che tutte queste informazioni vanno ad aggiungersi a quelle apprese a scuola ma cosa al solito è necessario equilibrio: sì alle attività extra-scolastica ma anche spazio alla noia.
Per essere certi di non sovraccaricare il bambino ma di permettergli di dare al meglio sfogo alla sua creatività, è bene indagare su quali siano i desideri dei ragazzini e insieme valutarne la fattibilità concreta. Vanno rispettate le preferenze del proprio figlio, anche se non coincidono con le proprie. È giusto permettere che si confrontino anche con attività come pittura, arti marziali o scacchi, anche se noi avremmo preferito qualcosa di più tradizionale. L’anno successivo si potrà cambiare ma solo dopo aver portato a termine l’anno in corso. È bene anche evitare di fare confronti con altri genitori, i cui figli hanno impegni ogni pomeriggio della settimana. Ancora, le attività pomeridiane vanno considerate come un momento di socializzazione più che di impegno e di prestazione. Se si hanno più figli, il consiglio è cercare nel limite del possibile di assecondare le preferenze di tutti, senza standardizzarli. È vero che è più pratico iscriverli allo stesso corso, ma ogni bambino ha diritto a sviluppare le proprie attitudini, anche a costo di dedicarvi meno ore durante la settimana. È importante porre un freno alle attività se il bambino si mostra stanco e non riesce a recuperare tra un’attività e l’altra e inizia a mostrare segni di iperattività e di scarsa attenzione: secondo gli esperti questi problemi possono derivare anche dall’avere troppo da fare.
Giorgia Andretti