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Il rospo e la rana

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Gracchio aspettava il bacio che lo avrebbe trasformato in un principe, ma la sua regina era senza corona

Tanto tempo fa un Rospo di nome Gracchio passava il suo tempo raccontando a tutti gli abitanti dello stagno che una fata buona un giorno lo avrebbe trasformato nel più bel principe del mondo.
Egli disprezzava tutti gli abitanti del mare e se ne restava spesso solo sulla sua foglia di ninfea a sognare ad occhi aperti di non essere lì nello stagno, ma tra duchesse e principesse.
Un mattino nuvoloso e pieno di nebbia, una ranocchia per sbaglio finì sulla sua ninfea e urtò il rospo assorto nei suoi sogni. “Scusami” gli disse la rana “Con questa nebbia non ti avevo visto”. “Non ti scusare” le rispose gentilmente Gracchio “Ho capito tutto: tu sembri una ranocchia, ma in realtà sei la fata che aspettavo da tempo!”. La rana, che non capiva di che cosa stesse parlando il rospo, lo guardò incredula e si allontanò saltellando. Gracchio però la seguì finchè improvvisamente, si mise a piovere fortissimo.

La rana, accecata dalla nebbia e dalla pioggia, tentò di cercare un riparo senza sapere bene dove andava, ma cadde in un buco che la inghiottì. Il rospo vide la scena e pensò che se la fata avesse avuto la sua bacchetta magica si sarebbe tirata fuori da sola dal fango, ma probabilmente doveva averla dimenticata e per questo rischiava di annegare.
Così senza esitare troppo si buttò nel fango e improvvisamente sentì un grido. “Aiuto, sto annegando, qualcuno mi aiuti”, gridava la rana, poco lontana da Gracchio, mentre si dibatteva nell’acqua.

Il rospo provò ad avvicinarsi alla poverina ma non fece altro che impantanarsi. Senza perdersi d’animo però tagliò un pezzo di canna che galleggiava vicino a lui, ne attaccò i due capi e fece così un salvagente che lanciò immediatamente alla disperata ranocchia. Essa si aggrappò sfinita e con l’aiuto di Gracchio riuscì a raggiungerlo e a salvarsi.
Dopo un po’ il sole cacciò via nebbia, nuvole e pioggia e seccò il fango intorno al rospo e alla rana che poterono andare via senza problemi.
La rana abbracciò Gracchio “Mio eroe! Tu mi hai salvato” e gli diede un grosso bacio.
Il rospo arrossì. Pensò che era stato stupido a pensare alle principesse e alle duchesse. In fondo non era che un rospo come tutti gli altri nello stagno, ma da quando sposò la sua rana visse più felice di un re insieme alla sua famiglia.

 

Domizia Luzzi

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