Nel confronto tra i saponi per l’igiene vince la cara e vecchia saponetta

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Nel confronto tra i saponi per l’igiene vince la cara e vecchia saponetta

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Riscopriamo le virtù della saponetta: è priva di tensioattivi, è sprovvista del contenitore in plastica e non contiene sostanze stabilizzanti come il suo omonimo liquido, inoltre, rispetta ambiente ed epidermide dei bambini.

La classica saponetta, nelle sue varie forme, colorazioni e profumazioni è unica e leggendaria. Il piacere sensoriale di averla tra le mani, così scivolosa e consistente al tempo stesso, difficilmente può essere sostituito dal contatto con il sapone liquido. Negli ultimi anni il sapone liquido ha vissuto un vero e proprio successo, sulla scia di una presunta maggiore igienicità, dovuta al fatto che il liquido detergente non entrava a contatto con le mani di tutti, soprattutto nelle grandi comunità, perché imprigionato all’interno del dispenser di plastica. Però, da sempre noi sappiamo che il detergente più igienico ed a prova di germi e batteri, è proprio lei, la vecchia e cara saponetta.

Conosciamo l’erogatore del sapone liquido
Il marketing ha compiuto il suo dovere: introdurre prepotentemente l’idea della maggiore igienicità e maneggevolezza del sapone liquido nei confronti della saponetta. Meglio utilizzare il sapone liquido, è al sicuro nel suo contenitore, con un erogatore così igienico. Proviamo però a fare una rapida analisi del contenitore: per farne uscire la giusta quantità di liquido è necessario pigiare più e più volte su quel beccuccio in plastica, magari zigrinato, con buchetti e infossature. Siamo proprio certi della pulizia che alloggia su quel beccuccio? Le persone, soprattutto i bambini, premono più volte l’erogatore per lasciar uscire il sapone, lo premono per lavarsi le mani, è ovvio, sono mani sporche. Parliamo di mani sporche di residui grassi e dolci del cibo, non raramente sono passate a contatto del naso e della bocca del piccolo proprietario con tosse e raffreddore. Così, bimbo dopo bimbo, la superficie dell’erogatore raccoglie lipidi, tracce di zucchero, germi e virus, oltre a tanta polvere, il tutto con la complicità dell’umidità diventa un ideale terreno di coltura per i germi. Inoltre, la plastica del contenitore, potrebbe rilasciare all’interno del prodotto tracce di ftalati, sostanze derivate dalla plastica stessa che hanno un’azione tossica: tanto è vero che sono state da tempo eliminate dalla fabbricazione dei giocattoli per i bambini che dai contenitori per alimenti.

I saponi liquidi nemici dell’ambiente
Gli ingredienti del sapone sono una miscela di grassi e di soda. Per la produzione vengono infatti impiegati i grassi, possono essere sia di origine animale che vegetale. I grassi animali sono lo strutto e la sugna. I grassi vegetali sono i vari oli: di oliva, di palma, di cocco. A questi grassi viene aggiunta la soda e, in questo modo, si ottengono i panetti delle saponette. Per ottenere il sapone liquido al posto della soda viene aggiunta della potassa ma per rendere il sapone allo stato liquido viene aggiunta dell’acqua, ingrediente che necessariamente va a diluirne la concentrazione. La minore concentrazione di sapone lascia spazio alla proliferazione di funghi e batteri, per evitare questo inconveniente, vengono aggiunti composti disinfettanti e fungicidi. Queste ultime sostanze non sono il massimo della naturalità, se teniamo conto che devono entrare in contatto con la pelle dei nostri figli, che noi vorremmo il più possibile lontana da additivi e sostanze chimiche varie. Ed infine, il contenitore. Un recipiente di plastica in più da smaltire, da gettare nell’apposito raccoglitore per la raccolta della plastica. E, in ogni caso, è pur sempre un materiale poco ecologico, per produrre il quale vengono consumate energie contribuendo all’inquinamento ambientale.

Focus sulla “vecchia e profumata” saponetta
Il classico sapone solido è quindi più naturale oltre che igienico rispetto al sapone liquido. È vero, può venir manipolato da tante manine diverse, ma non per questo diventa un ricettacolo di sporcizia e germi. Infatti, quando un bambino prende tra le mani la saponetta, la passa sotto l’acqua, la sfrega per produrre la schiuma, le tracce di sporco vengono lavate via dall’acqua corrente e la saponetta resta quindi pulita. E, se per caso resta qualche germe sulla sua superficie, viene inattivato dalla composizione della saponetta stessa che, essendo a pH basico, non costituisce un terreno di coltura per funghi, batteri e virus. Il sapone solido è naturale, non necessita di conservanti e altri additivi e ha impatto ambientale pari allo zero, non solo perché è privo di contenitore ma perché costituito da soda e oli vegetali, sostanze queste che vengono completamente degradate.

Dott.ssaRosalba Trabalzini
Responsabile Scientifico di Guidagenitori.it

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