Interferenti endocrini, cosa sono e come difendersi

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Interferenti endocrini, cosa sono e come difendersi

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Cresce l’attenzione nei confronti degli inquinanti e, in particolare, quelli che si possono ingerire con gli alimenti. Questi prodotti possono essere la causa di problemi psico-fisici: rischiano infatti di alterare il funzionamento ormonale e predisporre quindi a infertilità. Per questa ragione, la Commissione Europea ha stabilito i criteri per identificare queste sostanze, chiamate interferenti endocrini, nei pesticidi e nei biocidi. Bruxelles ha presentato due atti legislativi, che dovranno essere approvati da Consiglio e Parlamento, che contengono i criteri scientifici giusti ad identificare meglio queste sostanze, per evitare che arrivino in tavola e creino quindi problemi.

Che cosa si rischia con queste sostanze
Gli interferenti endocrini esercitano sull’organismo umano un effetto simile a quello degli ormoni naturali. I rischi per la salute sono diversi. In primo luogo, potrebbero avere ripercussioni negative sulla salute del feto, entrando in contatto con queste sostanze attraverso l’organismo materno. Nei bambini, alti livelli di queste sostanze nel sangue sono state messe in relazione con problemi di iperattività e deficit dell’attenzione. Gli interferenti endocrini esercitano un’azione simile a quella degli ormoni, quindi soprattutto il sesso femminile è a rischio di problemi. Potrebbe essere collegato a queste sostanze il fatto che oggi molte bambine hanno le prime mestruazioni in età precoce, quando frequentano la scuola elementare. Potrebbe, anche se è tutto ancora da verificare, che gli interferenti endocrini siano responsabili di disturbi ginecologici come l’endometriosi, la crescita anomala di tessuto al di fuori dell’utero, con dolori fortissimi e rischio di sterilità. Il problema di queste sostanze è che sono un po’ ovunque: per questo si spera che con le nuove norme europee la loro diffusione sia limitata. Se il bisfenolo A di recente ha ricevuto una maggiore regolamentazione, ci sono altri composti come i perfluorurati – PFOS e PFOA – e gli ftalati come il – DEHP – o dietilesilftalato, in grado di alterare la produzione degli estrogeni e del testosterone, mettendo a rischio la fertilità e aumentando la predisposizione a obesità e diabete.

Difendersi in casa propria
Nell’attesa che le istituzioni provvedano a limitare la diffusione di queste sostanze nocive, difendersi è possibile, anzi doveroso: e lo si può fare attraverso una serie di comportamenti in casa propria. Per esempio, in cucina si possono evitare contenitori di plastica usurati per conservare i cibi: possono contaminare gli alimenti con il bisfenolo A. Le padelle antiaderenti rigate o vecchie vanno eliminate: possono rilasciare i perfluorurati. Non tutti i tipi di involucri per alimenti sono adatti per qualsiasi cibo: per esempio la plastica trasparente non deve andare in contatto con i cibi grassi , per esempio certi formaggi, mentre l’alluminio a contatto con alimenti acidi rilascia sostanze nocive. Per i cibi dei bambini vanno utilizzati contenitori integri anche se sono da preferire quelli in vetro o in materiale plastico assolutamente sicuro e inerte. I vecchi biberon in policarbonato, fonte di bisfenolo A, non sono più in commercio, ma nel caso se ne fosse conservato uno è meglio gettarlo via.

Giorgia Andretti

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