8 marzo la mimosa è tornata a fiorire e le donne sono pronte a celebrare

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8 marzo la mimosa è tornata a fiorire e le donne sono pronte a celebrare

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I segnali sono inconfondibili. Tornano i primi tepori ad annunciare la primavera ed i negozi splendono del giallo dei mazzetti di mimosa e di torte dall’omonimo nome. Gli auguri recitati a profusione decantano le abilità delle donne a tutte le donne mentre i ristoranti contano i commensali con grande orgoglio maschilista. Non vi è nulla di male a dedicarci una serata con le amiche lasciando la crisi fuori della porta e gli impegni tra casa e lavoro all’indomani. E, per una volta, deleghiamo la cura dei figli al compagno o alla tata a tutto vantaggio del nostro benessere, tanto, il mattino seguente, tutto torna come prima.

L’origine di una data storica
Tutto torna come prima, appunto. La mamma si prende una serata di libertà, come se fosse un’eccezione, un diritto sì, ma rubato, in sordina. Eppure non dovrebbe essere così. Non è con questo obiettivo che le femministe, le lavoratrici e le suffragette hanno aperto la strada ai diritti femminili, lottando fino allo stremo. L’idea della Giornata Internazionale della Donna nasce proprio da queste lotte: battaglie combattute per garantire all’universo femminile pari dignità femminile. La data dell’8 marzo venne stabilita per convenzione, di fatto era la data occidentale e corrispondeva al 23 febbraio, in memoria di un grande corteo di donne, le quali si riunirono a San Pietroburgo nel lontano 1917 per celebrare la fine della Grande Guerra. È ormai accettato che la data dell’8 marzo 1908, conosciuta come giornata in cui tante operaie morirono per un incendio in fabbrica negli Usa, è un falso storico. O, per lo meno, viene confusa con un altro grande evento accaduto negli Usa, però il 25 marzo e non l’8. In una fabbrica si sviluppò un incendio e morirono molti operai, ma erano uomini e donne. E la mimosa? Il fiore simbolo della Festa della Donna è stato scelto solo ed unicamente perché la stagione questo offre.

Non solo un’occasione per festeggiare
Noi crediamo fermamente nell’impossibilità di ridurre la festa della donna solo a un momento per festeggiare tra amiche, regalare o farsi regalare mimose e cioccolatini: in questo caso, sarebbe davvero solo un’occasione ridotta a una pura festività commerciale. Sarebbe bello, invece, pensare all’8 marzo di quest’anno e di tutti gli altri che verranno come se fosse un momento di riflessione e raccoglimento spirituale. Riflessione sulle donne: su tutte quelle che, nonostante le conquiste e l’emancipazione, restano alla stregua di corpi in possesso del maschio e questo purtroppo, anche in paesi considerati civili. Sono ancora molte le donne violentate, uccise e mortificate dai compagni di vita che avrebbero dovuto proteggerle. Donne salite agli onori della cronaca, i cui nomi sono legati a delitti perfetti e solo menti malate sono in grado di partorire. E poi ancora donne chiuse nel silenzio della quotidianità obbligate a sopportare matrimoni infelici e violenti solo perché non sanno e non possono ribellarsi, magari perché non hanno un lavoro e hanno paura di non essere credute dalla loro stessa famiglia oltre che dalle istituzioni. Donne piene di speranza di vedere quel livido per l’ultima volta ed invece non è che l’ultimo di una serie infinita. Ed infine, donne con il proprio fardello indissolubile per tutta la vita per essersi macchiate del più atroce dei delitti: l’infanticidio..

Educhiamo i figli al valore della donna
Iniziamo, allora, ad onorare l’essere donne nel nostro quotidiano. Magari partendo proprio dai nostri figli e dalla loro educazione. Siamo mamme di femmine? Insegniamo loro a combattere per i loro sogni, a realizzare la propria femminilità, certo, ma a sentirsi persone prima ancora che donne. Se hanno un’aspirazione lavorativa e vogliono diventare conducenti di autobus, ingegneri, saldatrici o pilota di aerei non inibiamole indirizzandole verso qualche altra professione solo perché consenta di stare vicina ai bambini. Solo se riusciranno a divenire quello che aspirano a essere si sentiranno persone complete, migliori e, quindi, anche genitrici migliori. Certo, la guerra dei sessi esisterà sempre, inutile negarlo: siamo diversi e le schermaglie fanno parte anche del rituale della crescita. Con l’esempio, però, mostrando di essere solidali con i colleghi uomini, con il partner, di avere amici maschi, facciamo capire che l’universo maschile è quella cosa differente e complementare al tempo stesso. Ma anche le mamme dei maschi hanno la loro parte di responsabilità. Sono ancora tante, troppe, quelle famiglie che insegnano alle femmine a rassettare la casa e il letto solo alle ragazzine, mentre sul disordine dei maschietti si chiude benevolmente ben più di un occhio, con la scusa: non sono portati per certe faccende…. Smettiamo di influenzare le scelte di studi o di attività sportive. E, soprattutto, mostriamo di amarci: siamo noi mamme a doverci prendere i nostri spazi, ma ogni momento in cui sentiamo di averne bisogno, senza aspettare la ricorrenza annuale, per questo non abbiamo bisogno di quell’8 marzo che arriva solo una volta all’anno. Occupiamoci della nostra salute e non solo di quella di genitori anziani, figli e compagno. Impariamo a dire un NO senza sentirci in colpa. Forse così facendo insegneremo a noi stesse e ai figli un nuovo modo di concepire la figura femminile. In fondo sono loro il futuro e tocca a loro cambiarlo: anche – ma non solo – per le donne.

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Sahalima Giovannini

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