Disturbo del comportamento alimentare: anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata

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7 Novembre 2011
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Disturbo del comportamento alimentare: anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata

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Sono tre, le categorie raggruppate all’interno dei disturbi del comportamento alimentare: anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata.

L’anoressia nervosa è caratterizzata da una drammatica ricerca della magrezza, da una patologica paura di ingrassare, dal rifiuto di mantenere il peso entro i valori minimi normali e, nelle donne da amenorrea. Letteralmente in latino il termine anoressia significa perdere l’appetito. Il disturbo inizia a manifestare i suoi segni durante la pubertà. Ad esserne colpite sono le ragazze e anche i maschi possono esserne soggetti, anche se raramente: la proporzione è di 9 a 1. Viene considerata anoressica una paziente quando il suo peso è del 15% in meno del peso ideale. Le persone possono dimagrire pericolosamente mentre continuano a percepirsi obese, diventano così sottopeso che il ricovero in ospedale si rende obbligatorio. La personalità anoressica diventa schiava della sua ossessione per il cibo ed il peso. Alcune di loro sviluppano un particolare modo o rituale per rifiutare il cibo o si nutrono solo di cibi introdotti in un certo ordine. Sono persone a cui piace cucinare per gli altri riponendo tra l’altro una cura estrema. Fanno collezione di ricette complicate ed in casa hanno quasi sempre sofisticati libri di cucina.

La bulimia nervosa, è caratterizzata da grandi abbuffate alimentari seguite da vomito autoindotto. Il vomito rappresenta l’eliminazione totale di tutto ciò che si è ingerito e può essere provocato con le classiche dita in gola, provocando così il riflesso del vomito ma, può essere anche indotto dal bere eccessive quantità di bibite gasate. Spesso vengono usati lassativi e diuretici per eliminare gli alimenti digeriti. Inoltre, possono attuare il digiuno o l’eccesso di attività fisica per riportare il peso a quel valore ideale da loro stabilito.

Il disturbo da alimentazione incontrollata, esprime proprio il concetto portante ovvero: mangiare in modo incontrollato ma senza provocare il vomito o l’eliminazione del cibo ingerito in eccesso. Sono i grandi obesi, il 50% è costituito da uomini ed il disturbo può iniziare in età adulta.

Tutti i disturbi alimentari psicogeni – DAP

  • Anoressia nervosa: questo disturbo è caratterizzato da una perdita di peso eccesiva dovuta alla restrizione di cibo ed a un intenso esercizio fisico. Le pazienti anoressiche perseguono il loro modello di magrezza fino allo sfinimento, è questa l’unica patologia psichiatrica che può condurre alla morte. L’anoressica infatti non riesce a smettere la sua dieta perché continua a vedere il suo corpo obeso. L’esatta causa della malattia non è stata ancora stabilita, è comunque ricorrente all’interno delle stesse famiglie. Molti pensano che l’anoressia derivi da conflitti dolorosi non risolti dell’infanzia. Il ruolo di mamma e papà nella genesi dei disturbi alimentari psicogeni è infatti innegabile. I genitori inevitabilmente trasferiscono il proprio personale modo di essere nei figli attraverso l’educazione. Dall’anamnesi emerge una madre molto attenta ai bisogni corporali della figlia del tipo: “devi mangiare perché hai fame” oppure “devi coprirti perché hai freddo” anziché dare spazio alle reali esigenze della figlia. In questo modo alla bambina viene offerto il riconoscimento delle sensazioni già pronto da utilizzare senza avere la possibilità di apprendere a riconoscere il suo personale stato di bisogno. Ciò che la bimba è in grado di acquisire è che deve essere come gli altri si aspettano che lei sia. A lasciar spazio a questo tipo particolare di madre, è l’assenza o la presenza evanescente del padre. Quel padre a cui la figlia cerca inutilmente di ricorrere, utilizzando anche le armi della seduzione, quasi per competere con la figura della madre. La delusione per il mancato riconoscimento da parte della sua figura maschile di riferimento, viene vissuta dalla ragazza come una sua personale incapacità di farsi amare. Essere la figlia modello che tutti i genitori vorrebbero avere, essere la prima della classe, dare sempre il meglio di sé nello sport ed in qualsiasi altra disciplina non è sufficiente a compensare il bisogno di essere riconosciuta come persona amabile. Il bisogno di autonomia viene espresso allora attraverso il corpo. E, finalmente, con l’adolescenza ecco che l’anoressica si appropria del suo corpo, può farne ciò che desidera. Il senso della fame non essendo mai stato sperimentato come bisogno, non viene riconosciuto, ed ecco perché ora può evitare di mangiare. La paziente anoressica acquisisce la convinzione che nella vita, solo chi è magra, riesce ad avere successo ed è per questo riconosciuta.
     
  • Bulimia nervosa è questa una condizione caratterizzata dalla circolarità del comportamento alimentare alterata: la persona si nutre in abbondanza di cibi ipercalorici, mettendo in atto la classica abbuffata. In genere questo pasto luculliano viene consumato di nascosto da tutti. Al termine dell’orgia alimentare, lo stop viene attivato solo quando la paziente stabilisce che è il cibo ingoiato è sufficiente. La distensione delle pareti dello stomaco crea un disagio così intenso che, per liberarsene, deve essere provocato il vomito.
     
  • Disturbo da alimentazione incontrollata: questo disturbo è caratterizzato da abbuffate non seguite dal vomito auto-indotto. A differenza della bulimia nervosa , il disturbo si manifesta nelle persone obese con l’ulteriore apporto calorico. Questi soggetti tendono ad essere di età maggiore e ad esserne colpiti sono per il 50% uomini.

I disordini alimentari tendono a svilupparsi nell’adolescenza e nella prima parte dell’età adulta. Associati al disturbo alimentare si ritrovano i disturbi psichici tra cui: scarsa autostima, depressione, l’ansia, abuso di sostanze anoressizzanti e farmaci diuretici e lassativi. Alcune persone iniziano pian piano una dieta e lentamente prende il sopravvento il controllo del peso. Quando i familiari si accorgono del problema, questo è già abbastanza avanzato. Per molte pazienti la preoccupazione principale è trovare il modo per mantenere sempre il controllo del peso corporeo. L’anoressia è come una spirale che stringe sempre più la persona al controllo del peso senza più rendersene conto. Inoltre tendono a nascondere il momento del pasto, cosicché nessuno sa effettivamente quanto mangiano.

I segni dell’anoressia nervosa

La paura di ingrassare è talmente forte da provocare crisi di ansia. Circa la metà delle anoressiche utilizza il vomito o i lassativi per tenere sotto controllo il peso ed ha un’immagine totalmente distorta del corpo. Se vengono messe davanti ad uno specchio e si chiede di disegnare con un pennarello il loro stesso profilo del corpo, continuano a dirsi grasse nonostante l’immagine disegnata sia filiforme. Controllano le calorie ingurgitate in modo ossessivo riducendosi a mangiare solo pochi grammi di cibo al giorno. Se messe a confronto con altre pazienti anoressiche, sostengono che le altre sono malate ma non loro. All’inizio sono portate a scegliere un’attività in cui è richiesta inizialmente una dieta, come danza classica o ginnastica ritmica. Comportamenti comuni a tutte sono:

  • Drammatica perdita di peso;
  • indossare abiti larghi per nascondere il dimagrimento;
  • eccessiva preoccupazione per il cibo, calorie, diete, ecc.;
  • rifiuto di assumere alcuni cibi come zuccheri, grassi e carboidrati;
  • non mangiare mai insieme agli altri;
  • preparare pietanze elaborate per gli ospiti ma rifiutare di mangiarne;
  • praticare eccessiva attività sportiva ed esercizi fisici;
  • mestruazioni di bloccate;
  • problemi di stitichezza o dolori gastrici;
  • trasformazione dei capelli in lanugo.

Se non trattata l’anoressia crea dei problemi serissimi ed il 10% delle pazienti anoressiche arriva alla morte. Con il trattamento in combinata di psicoterapia cognitivo-comportamentale e farmaci mirati, è possibile uscire fuori dal tunnel dell’anoressia, anche se la personalità tipica dell’anoressica purtroppo resta tale.

I segni della bulimia nervosa

I soggetti con bulimia nervosa hanno frequenti episodi in cui mangiano tanto e di più di tutto a cui fanno seguito: vomito autoindotto, uso dei lassativi e/o esercizi fisici eccessivi per bruciare le calorie mangiate. Il peso è spesso normale anche se hanno una paura intensa di guadagnare chili. Hanno comunque un’immagine distorta del corpo. Si vedono sempre disperatamente grasse e vorrebbero perdere peso. Provano un profondo senso di vergogna e disgusto con loro stesse. Sono molto abili a nascondere il loro comportamento alimentare.

Comportamenti comuni a tutte:

  • Evidenti orge alimentari, che consistono nel mangiare eccessivamente in brevissimo tempo;
  • a seguito dell’abbuffata si chiudono in bagno e ci restano almeno fintanto che non sono certe di aver vomitato tutto il cibo ingerito o aver liberato gli intestini con lassativi e diuretici vari;
  • evitano di mangiare davanti agli altri o mangiano piccolissime porzioni;
  • esercizio sportivo eccessivo;
  • indossano abiti larghi per nascondere il peso;
  • usano spesso masticare chewing gum. I denti incisivi sono rovinati dall’acido del vomito e le mani mostrano un callo sul dorso per lo sfregamento con i denti incisivi dovuti all’atto di provocare il vomito mettendo le dita in bocca;
  • sono costantemente a dieta.

Se non trattata la bulimia può dare a lungo termine a problemi fisici, come per esempio anomalie nel ritmo cardiaco, disturbi gastrointestinali, reflusso gastroesofageo e problemi renali dovuti all’uso eccessivo dei diuretici. La bulimia può essere trattata efficacemente con la terapia cognitivo – comportamentale ed antidepressivi o entrambi in associazione.

I segni del disturbo da alimentazione incontrollata

E’ questo il disturbo caratterizzato da episodi in cui il paziente ingerisce grandissime quantità di cibo ed immediatamente dopo inizia il senso di colpa e vergogna per aver mangiato. A differenza della bulimia nervosa, il disturbo si manifesta nelle persone obese con tendenza a guadagnare costantemente peso. Ad esserne colpiti sono per la maggioranza uomini con età più avanzata rispetto agli a adolescenti.

Comportamenti comuni a tutti:

  • Grandi quantità di cibo mangiata in pochissimo tempo;
  • Rifornimento di cibo nascosto nei posti più strani;
  • Indossare abiti molto larghi per nascondere il corpo;
  • Evitare di mangiare quando si è in compagnia;
  • Essere costantemente a dieta senza perdere peso.

Se non trattata, questa forma può rappresentare un serio problema da gestire. Dovrebbe quindi essere attivato il prima possibile un programma di controllo del peso. Considerato che diete severe possono stimolare la depressione, è necessario ricorrere all’utilizzo di antidepressivi associati alla psicoterapia.

La prevenzione dei disturbi alimentari psicogeni – DAP

La prevenzione deve essere assolutamente privilegiata, soprattutto oggi, quando sappiamo molto di più sulla genesi e mantenimento del disturbo alimentare e su cosa debbano fare i genitori per evitare l’anoressia nei propri figli. I genitori devono essere aiutati nel riconoscere le loro difficoltà, senza nascondersi dietro l’apparenza della famiglia felice. La conoscenza può aiutare i genitori a ricercare soluzioni alle loro personali difficoltà, può aiutare ad essere una madre ed un padre attenti ai bisogni emozionali, oltre che a lasciare alle figlie la possibilità di imparare a riconoscere le loro sensazioni interne. Vorrei concludere con una citazione della dottoressa Hilde Bruch, principale studiosa dell’anoressia: “L’adolescente non riesce ad organizzarsi per diventare proprietaria delle proprie azioni, sensazioni e padronanza del proprio corpo. Le manca la capacità di riconoscere i segnali dei suoi impulsi e la mancanza di consapevolezza la porta a fare delle attribuzioni di causalità vaghe, imprecise. L’alternativa è la ricerca di una definizione di se stessa attraverso stimoli e riconoscimenti esterni.”

Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Psichiatra, Piscoterapeuta, Laureata in psicologia medica

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