Sì a vaccino anti Hpv per le dodicenni, offerta dell’antipneumococcica e dell’antimeningococcica già previste in molte regioni. Sono queste le principali novità del nuovissimo Piano Nazionale Vaccini, pubblicato pochi giorni fa in Gazzetta Ufficiale e relativo al triennio2012-2014. Il calendario è stato messo a punto dagli esperti della Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg), della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) e della Società italiana di Igiene. Oltre a dare indicazioni per i genitori, relativamente alla scelta vaccinale da effettuare per i figli, il Piano intende soprattutto fare chiarezza sulle indicazioni, i vantaggi, i limiti e i –
rarissimi – rischi che comportano alcune vaccinazioni. Parliamo, per esempio, del vaccino anti Human Papilloma Virus o Hpv, che da tempo gli esperti raccomandano per le ragazze pre-adolescenti. Un vaccino che immunizza contro alcuni tra i più pericolosi ceppi oncogeni dell’Hpv, responsabili del carcinoma al collo dell’utero, ma non scelto da molti genitori proprio per incertezza e per scarsa convinzione.
La novità dell’anti-Hpv gratuito
Tra gli obiettivi che il piano si propone di raggiungere, c’è la gratuità per alcuni vaccini ritenuti da tempo validi, sicuri e necessari, anzi, per prevenire importanti patologie. La novità sicuramente di maggior rilievo è la vaccinazione contro l’Human Papilloma Virus o Hpv, verrà distribuito gratuitamente a tutte le ragazze di dodici anni. Si tratta di un vaccino efficace per prevenire il tumore del collo dell’utero, va effettuato in età precoce, quando si presume una ragazza non abbia ancora avuto rapporti sessuali e, quindi, non sia mai entrata in contatto con i ceppi pericolosi del virus. Questo vaccino farà parte delle vaccinazioni di tipo “raccomandato” e chi ne farà richiesta lo potrà avere, in modo completamente gratuito, presso gli ambulatori vaccinali della propria Asl o del consultorio. Prima di oggi, il vaccino si poteva ritirare in farmacia dietro richiesta del ginecologo, del pediatra o del medico di medicina generale. Il fatto che il vaccino anti-Hpv faccia oggi parte delle vaccinazioni raccomandate (come l’anti-haemophilus B e la morbillo-parotite-rosolia) rappresenta una rassicurazione in più nei confronti dei genitori che hanno preferito aspettare, nell’attesa di maggiori certezze di efficacia e di innocuità del vaccino. Oggi non sembrano esserci più dubbi: gli esperti hanno dimostrato che la risposta immunitaria è maggiore tra le bambine di età compresa tra i 9 e i 13 anni, piuttosto che tra le ragazze di 16-26 anni. L’obiettivo è vaccinare il 70% delle ragazzine nate nel 2001, per raggiungere , nel 2015, il 95% delle bambine nate nel 2003.
Contro pneumococco e meningococco
Sono entrati a far parte del Piano anche i vaccini contro lo pneumococco e il meningococco, già raccomandati, in base ai diversi piani regionali, per i soggetti a rischio. In base alle nuove indicazioni, questi due vaccini sono ora raccomandati per tutti, grazie alla loro validità. Il vaccino anti-pneumococcico ha l’obiettivo di rendere immuni contro lo pneumococco, un agente patogeno responsabile di forme serie di polmonite e anche di meningite. È in grado di produrre una buona risposta immunitaria già a partire dal terzo mese di vita ed è consigliato ai bambini al di sotto dei cinque anni. L’antimeningococcico di tipo C è un vaccino che rende immuni contro il meningococco C, responsabile di forme di meningite anche serie. Il
meningococco C non è il più diffuso nel nostro paese, ma può rivelarsi utile quando i ragazzini crescono e iniziano a viaggiare, per vacanze o per studio, in paesi dove il ceppo è diffuso. Per il profilo di sicurezza e l’assenza di rischi, oggi gli esperti consigliano di sottoporre tutti i bambini a questi due vaccini. Viene invece rimandata al prossimo pianto vaccinale, previsto per il 2015, il vaccino contro la varicella. È infatti necessario un maggior approfondimento, poiché attualmente i livelli di performance vaccinale non sono uniformemente garantiti dalle regioni.
Gli obiettivi anche per donne e adulti
Il nuovo piano vaccinale comprende anche vaccini “obbligatori” inoculati ai bambini, con il fine di assicurare una copertura anche per gli adulti. Il piano si pone l’obiettivo di raggiungere il 95% dei nuovi nati con la copertura del vaccino per Poliomelite, Epatite B, oltre che per difterite, tetano e pertosse. Altro obiettivo è ridurre a meno del 5% la percentuale di donne in età fertile non immuni alla rosolia, una malattia che, contratta in gravidanza, può avere serie conseguenze sulla salute del feto. Ambiziosi anche gli obiettivi per quanto riguarda la
copertura per il vaccino antinfluenzale: gli esperti vogliono raggiungere il 75% della popolazione vaccinata, con picco del 95% per gli anziani e le categorie a rischio, come i cardiopatici e i malati cronici. Il perseguimento degli obiettivi vaccinali intende non solo mettere al sicuro le singole persone dal rischio di contrarre malattie, ma anche di effettuare una sorveglianza epidemiologica sulle stesse, limitandone la diffusione e contribuendo a renderle sempre più rare.
Il mondo scientifico pediatrico la pensa diversamente
Abbiamo sentito in merito il professor Alberto Ugazio, Presidente della SIP (Societa’ Italiana di Pediatria), la più importante società scientifica di area pediatrica che non ha volutamente sottoscritto il documento. “Il calendario vaccinale SIP – FIMP – SiTi – FIMMG era nato con lo scopo di colmare un vuoto, durato quattro anni, determinato dai tanti ritardi che hanno caratterizzato l’approvazione del Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale” ha dichiarato il
professor Ugazio. “Tuttavia non sarebbe responsabile renderlo pubblico oggi, praticamente in simultanea con quello approvato in Conferenza Stato-Regioni. Se lo facessimo, i genitori, i ragazzi e gli stessi operatori sanitari finirebbero inevitabilmente con leggere il nostro calendario come alternativo o, peggio, contrapposto, a quello proposto dal Ministero della Salute e dalla Conferenza Stato Regioni. Finiremmo così per ingenerare confusione sui comportamenti da adottare e rischieremmo di compromettere l’adesione all’offerta vaccinale”. La SIP conferma quindi l’intenzione di continuare a farsi promotrice con le altre Società
scientifiche di settore e con i sindacati di categoria dell’aggiornamento sulle più recenti acquisizioni nel campo della prevenzione vaccinale e a fornire stimoli e documentazioni scientifiche ai decisori nazionali e regionali. A tal fine la SIP si augura che il Ministero ripristini la Commissione Nazionale Vaccini, ormai scaduta da anni, indispensabile per dare indicazioni basate sulla continua evoluzione delle evidenze, rendendo anche più agevole la collaborazione con le Società Scientifiche. La CIPe – Confederazione Italiana Pediatri – ulteriore sindacato di Categoria, condividendo in pieno le legittime perplessità della SIP e del Mondo Scientifico
Pediatrico, ribadisce invece che oggi, nell’interesse della salute dei bambini e degli adolescenti, è prioritario lavorare tutti insieme, senza ingenerare pericolose ambiguità, al fine di garantire il massimo successo al Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale.
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Sahalima Giovannini
Con la consulenza del dott. Giuseppe Gullotta
Pediatra di base