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Nel mondo si vaccina troppo poco, per necessità o per scelta

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Si è conclusa sabato 25 aprile al decima edizione della Settimana Europea dell’Immunizzazione – European Immunization Week – EIW, campagna di sensibilizzazione sulle vaccinazioni promossa dal 20 al 25 aprile dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS. Sulla scorta dello slogan – Close the immunization gap, ossia Colma il divario di immunizzazione – gli esperti intervenuti agli incontri intendono in futuro raggiungere l’equità nei livelli di immunizzazione, come indicato nel Piano d’Azione Globale per i Vaccini – Global Vaccine Action Plan – GVAP, il piano che mira a prevenire milioni di morti entro il 2020 attraverso l’accesso universale ai vaccini per le popolazioni di tutto il mondo.

I pregiudizi che impediscono di vaccinare
L’urgenza di migliorare l’offerta vaccinale è quindi all’ordine del giorno, non solo nelle zone più povere ma anche nel mondo occidentale. La realtà dei vaccini è oggi infatti divisa in due: da una parte, non ci sono abbastanza risorse per garantire ai bambini l’immunizzazione verso malattie mortali. Dall’altra, in paesi dove l’offerta vaccinale è ampia, gratuita e sicura, troppe famiglie stanno scegliendo di non avvalersi più di questo importante strumento salvavita, sulla scorta di pregiudizi del tutto infondati. Pensiamo, per esempio, alla questione del vaccino contro il morbillo: a dispetto di tutte le prove scientifiche disponibili, molti continuano ancora a credere che causi l’autismo. Per questo, non essendo obbligatorio, viene scelto meno, nonostante il morbillo e le sue complicanze: polmonite ed encefalite, rappresentino alcune delle principali cause di morte e disabilità tra i bambini.

Pochi vaccini contro il morbillo
I numeri in merito parlano chiaro: sul fronte del morbillo gli ultimi dati dell’European Center for Diseases Control – Ecdc, parlano per l’UE di circa 4mila casi nel periodo tra marzo 2014 e febbraio 2015. La Germania è lo Stato con più casi notificandone 1239, mentre l’Italia ne ha registrati 1199. Nello stesso periodo si sono registrati un morto per il virus e sette casi di encefalite acuta. Secondo l’OMS, anche se in generale la copertura vaccinale in Europa è alta, ampie porzioni della popolazione non sono protette. Degli 11,2 milioni di bambini nati nel 2012 circa 554mila non hanno ricevuto neanche le immunizzazioni di base. In Europa si rischia anche il ritorno della polio se non saranno rafforzate le politiche di vaccinazione. Lo afferma l’ufficio europeo dell’OMS in un documento per la settimana europea dell’Immunizzazione. Il virus della polio è stato trovato in Europa e in altre aree vicine, 53 paesi compreso Israele, dove, come risulta dalle documentazioni dell’OMS, sono stati segnalati casi. Lo status di ‘polio free’ che era stato raggiunto negli anni scorsi è oggi a rischio.

I vaccini devono tornare obbligatori
Eppure ci si dimentica che la poliomielite, negli anni Cinquanta, prima che fosse introdotto il vaccino di Salk-Sabin mieteva migliaia di vittime soprattutto tra i bambini e si lasciava dietro disabilità serie. I vaccini, contro la polio e altre malattie, salvano dai due ai tre milioni di bambini ogni anno nel mondo ma a quasi 22 milioni mancano anche quelli di base. Negli ultimi anni la copertura vaccinale dei bambini nel mondo è rimasta sostanzialmente stabile. Buoni risultati, aggiunge ancora l’OMS, sono stati raggiunti per il vaccino trivalente contro pertosse, tetano e difterite, per i quali c’è una copertura globale dell’84%. Molto più bassa quella per l’hemophilus influentiae, un batterio che può provocare meningite e polmonite, per il quale invece è al 52%. Più alta la copertura per epatite B, 81%, e morbillo, 84%, anche se in quest’ultimo caso si registra un trend in discesa. Molto bassa invece la percentuale dei bambini del mondo vaccinati contro lo pneumococco, intorno al 25%, e il rotavirus, la causa più comune di diarrea grave, meno del 18%. La situazione è seria, insomma: tanto che il Comitato di Bioetica sta valutando se reintrodurre l’obbligatorietà per alcuni vaccini oggi definiti facoltativi.

Lina Rossi

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