

Non c’è dubbio che i vaccini sono protettivi per chiunque, ma esiste una categoria di persone che ne trae beneficio in modo particolare: le persone affette da una malattia infiammatoria cronica intestinale. Stiamo parlando di un gruppo di malattie che coinvolgono la mucosa intestinale, rendendola sensibile e reattiva. I vaccini difendono in modo particolare la salute di queste persone.
Le persone con Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali corrono maggiori rischi di avere complicanze dopo un’infezione, non solo causata da malattie esantematiche ma anche quelle legate al virus influenzale o rotavirus. Pochi medici però, sono consapevoli dell’importanza di promuovere le vaccinazioni tra questi pazienti: solo sei su dieci consigliano di effettuare tutti i vaccini. È quanto emerge da un’indagine presentata in occasione di un meeting organizzato dalla Italian Group for the study of Inflammatory Bowe – Ig-Ibd – e dalla Società di Malattie Infettive e Tropicali – Simit. Le malattie infiammatorie croniche dell’intestino, come il Morbo di Crohn e la Rettocolite ulcerosa causano una compromissione del sistema immunitario e aumentano i rischi di infezioni virali e batteriche. Dall’indagine, rivolta a gastroenterologi e pediatri, è emerso che solo il 66% fa eseguire le vaccinazioni al momento della diagnosi, scelta invece raccomandabile, sia perché prima dell’inizio di terapie a base di farmaci immunosoppressori o biologici i vaccini sono più efficaci e sia perché alcuni vaccini non possono essere effettuati durante l’assunzione di queste terapie. Il 60% degli esperti raccomanda tutti i vaccini, solo il 30% raccomanda il vaccino contro lo pneumococco, il 67% non raccomanda mai il vaccino per l’epatite A e il 25% raccomanda a tutti l’anti meningococco.
La Colite Ulcerosa è una malattia a base infiammatoria caratterizzata da andamento cronico e intermittente con fasi di riacutizzazione seguite da fasi di remissione. Coinvolge una parte limitata dell’intestino, localizzandosi nella mucosa del retto e del colon. A causa dell’erosione delle mucose si formano ulcerazioni multiple. È una malattia che tende alla familiarità, cioè a presentarsi all’interno della stessa famiglia, esordisce solitamente tra i quindici e i trentacinque anni ma può comparire anche prima o in età più avanzata, ossia tra i sessanta e gli ottanta anni. Sintomi: dolori addominali, diarrea mista a muco e sangue, febbre, astenia, dimagrimento ma spesso questi sintomi sono poco evidenti e quindi non è facile capire di cosa si tratta. Le complicanze intestinali includono emorragie, gonfiore, perforazioni e aumentato di rischio di tumore del colon retto. La malattia di Crohn può colpire tutti i segmenti dell’intestino sebbene nella maggioranza dei casi si localizzi nel colon e nell’ultima parte dell’intestino tenue. Non è ereditaria anche se è presente una componente genetica, infatti un quinto dei malati ha almeno un consanguineo affetto. I nuovi casi sono da 1.350 a 2 mila ogni anno. I sintomi più frequenti sono gonfiori addominali e dolori, diarrea cronica, perdita di peso, febbre, sanguinamento rettale. La malattia può dare frequentemente luogo a complicanze come la fibrosi intestinale. Il 15% dei malati inoltre sviluppa ragadi, ascessi anali e fistole entro cinque anni dalla diagnosi, oltre a problemi di malassorbimento, calcoli, infezioni del tratto urinario a causa della alterata funzionalità intestinale.
Giorgia Andretti