L’importanza del magnesio per il nostro benessere

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L’importanza del magnesio per il nostro benessere

carenza di magnesio
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L’ipomagnesemia, o bassi livelli di magnesio nel sangue, è una condizione che merita attenzione nella medicina di base, sebbene spesso trascurata. Generalmente, non si pensa frequentemente al test dei livelli sierici di magnesio, eppure una carenza di magnesio può essere grave e potenzialmente letale in casi di forte deficit. Inoltre, esiste una correlazione consolidata tra l’ipomagnesemia e l’uso degli inibitori della pompa protonica spesso prescritti come gastroprotettori bloccando la produzione di acido cloridrico nello stomaco 

Il magnesio svolge ruoli chiave nel nostro organismo

Il magnesio è un cofattore in sistemi enzimatici che coinvolgono il metabolismo energetico e la sintesi proteica. Inoltre, è anche essenziale per il trasporto attivo di calcio e potassio attraverso le membrane cellulari e gioca un ruolo importante nella conduzione dell’impulso nervoso, nella contrazione muscolare e nel mantenimento di un ritmo cardiaco regolare. I valori normali di magnesio sierico sono compresi tra 0,7 e 1,0 mmol/L. Una carenza lieve si classifica generalmente tra 0,5 e 0,7 mmol/L, moderata tra 0,4 e 0,5 mmol/L, e grave al di sotto di 0,4 mmol/L. In casi di grave ipomagnesemia, le conseguenze potrebbero essere serie e richiedere un intervento ospedaliero con sostituzione endovenosa della sostanza.

Fattori predisponenti all’ipomagnesemia

Diversi fattori possono causare ipomagnesemia, tra cui la perdita di magnesio dal sistema gastrointestinale a causa di diarrea acuta o cronica in stati di malassorbimento e malnutrizione Inoltre, la pancreatite acuta, l’uso improprio di lassativi, i disturbi alimentari come l’anoressia nervosa, e condizioni come il diabete e l’alcolismo possono indurre una perdita di magnesio attraverso i reni. Numerosi, inoltre, sono farmaci che possono contribuire alla carenza di magnesio, inclusi gli inibitori della pompa protonica, i diuretici, la digossina, la gentamicina, il salbutamolo, gli immunosoppressori e chemioterapici. Clinicamente, bassi livelli di magnesio possono portare a effetti neuromuscolari come debolezza muscolare, tremori e spasmi delle mani e dei piedi. Gli effetti cardiovascolari includono anomalie dell’ECG e aritmie ventricolari, come la torsione di punta. L’ipomagnesemia è spesso associata a ipocalcemia e ipokaliemia, oltre a sintomi come fatica, vertigini, nausea, vomito e confusione. Nella gestione dell’ipomagnesemia lieve o asintomatica, è importante identificare e affrontare eventuali cause sottostanti, come recenti perdite gastrointestinali o l’uso di farmaci specifici. In alcuni casi, potrebbe essere necessario interrompere i medicinali coinvolti o richiedere consulenza specialistica. È consigliabile monitorare periodicamente i livelli di magnesio in individui con fattori di rischio o in terapia con digossina o diuretici.

La dieta alimentare per correggere l’ipomagnesemia

Le diete ricche di magnesio giocano un ruolo importante nella correzione dei bassi livelli del sale minerale. Alimenti come verdure a foglia verde, prodotti lattiero-caseari, noci, cereali integrali, pesce e riso integrale sono ricche fonti di magnesio. La sostituzione orale di magnesio è indicata in presenza di fattori di rischio o condizione generale compromessa. Tuttavia, è fondamentale consigliare l’assunzione di integratori del sale minerale alla potenziale comparsa di disturbi gastrointestinali, come la diarrea. Per l’integrazione di magnesio in individui con filtrato glomerulare stimato inferiore a 30 mL/min, è prudente consultare specialisti renali per prevenire ipermagnesemia di rimbalzo. Infine, il ripristino dei livelli di magnesio può richiedere fino a 6-8 settimane con integrazione orale, e la sospensione degli integratori dovrebbe avvenire circa 1-2 giorni dopo la normalizzazione dei valori sierici.

Dott. Rosalba Trabalzini

Responsabile scientifico Guidagenitori.it

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