La circoncisione fai da te espone i maschietti a rischi gravi

Il nostro menù del giorno 06_06_2016
6 Giugno 2016
Salute sessuale: gli uomini sono poco informati
6 Giugno 2016

La circoncisione fai da te espone i maschietti a rischi gravi

Condividi sui social

È un fenomeno sommerso, ma probabilmente in ascesa, quello delle circoncisioni fatte in casa. Pochi giorni fa, a Torino, ha perso la vita un bimbo di appena un mese, nato nel capoluogo piemontese da genitori originari del Ghana. Il piccolo è giunto in ospedale con febbre molto alta e un’infezione diffusa. La ricostruzione degli eventi ha permesso di supporre che, probabilmente, il bambino era stato sottoposto a un intervento di circoncisione tra le mura domestiche, quindi, in un ambiente non sterile, senza adeguata anestesia e soprattutto senza quelle pratiche mediche di post-intervento: disinfezione locale e somministrazione di antibiotici che sono assolutamente indispensabili. Dopo l’operazione il bambino è stato preso da una forma febbrile alta, la mamma ha cercato di abbassarla somministrando del paracetamolo. inutilmente La febbre derivava da un’infezione legata alla pratica troppo aggressiva e senza copertura antibiotica adatta. In ospedale, purtroppo, i medici non hanno potuto fare nulla per il piccolo.

Circoncisione, di che cosa si tratta
La circoncisione maschile è una pratica chirurgica diffusa in molte parti del mondo: la effettuano le popolazioni di religione ebraica e musulmana, ma anche negli Usa vige questa consuetudine. È meno diffusa invece in Europa e nell’America del Sud. Consiste nell’asportazione di una parte del prepuzio, il tessuto che copre il glande, ossia l’estremità del pene. Viene effettuata per ragioni di credenza religiosa, ma c’è chi pensa che possa avere anche una funzione di protezione nei confronti di alcune malattie legate alla sfera sessuale. Secondo altri, è necessaria per una maggiore igiene genitale dell’uomo. Comunque sia, è pur sempre un intervento chirurgico ed il presupposto e che sia effettuato in ambiente sterile, con tutti gli accorgimenti pre e post operatori. Questa pratica, però, non trova adeguato riscontro nella pratica medica pubblica del nostro paese. Infatti, secondo quanto denunciato dal dottor Mustafa Qaddourah, pediatra e consigliere del Centro Islamico Culturale di Roma, nel nostro paese almeno metà delle circoncisioni viene effettuata in modo clandestino, dal momento che la circoncisione a sfondo religioso non è riconosciuta dal Servizio Sanitario Nazionale. In altre parole, è possibile richiedere l’intervento solo privatamente, negli ospedali pubblici può essere prevista ma e il costo è elevatissimo per chiunque, ma lo è ancor di più per una famiglia di immigrati spesso in condizioni di indigenza. Per una circoncisione non autorizzata, invece, sono sufficienti solo 40 euro.

Un problema sanitario importante
Dato l’alto numero di bimbi musulmani nel nostro paese, è un problema che non può essere sottovalutato: le convinzioni religiose vanno rispettate e non è il caso di fare polemica quando rischia di andarci di mezzo la salute, quando non la vita stessa, di bambini piccolissimi, ancora non in grado di decidere per sé. Secondo le nostre stime, il 30-40% dei musulmani effettua la circoncisione nel paese di origine, ma ben il 30-50% si rivolge a personale non autorizzato pronto ad operare in ambienti non adeguati con il risultato di causare malformazioni serie o addirittura mettere a rischio la vita. Solo nel Lazio era stata ottenuta un’ordinanza che autorizzava il policlinico Umberto I di Roma a effettuare l’intervento, ma era necessario pagare un ticket di ben 480 euro, che per molte famiglie era impossibile da sostenere, soprattutto se si ha più di un figlio. Il fatto è che la circoncisione dei maschi è precetto molto seguito e rispettato ed è giusto garantire a bambini musulmani, in Italia, la possibilità di essere operati in sicurezza. Per questo gli esperti si appellano alle istituzioni, per trovare una soluzione che sappia conciliare i requisiti operatori con un costo accessibile.

Giorgia Andretti

Registrati o Accedi

Lascia un commento