Sono molti i neonati che rigurgitano dopo la poppata, ma sono pochi quelli nei quali questo disagio nuoce alla crescita. Nei casi più semplici basta migliorare la tecnica di allattamento.
Il reflusso gastrico è un evento di facile riscontro in ambito pediatrico e si manifesta con sintomi diversi tra loro: intestinali, extraintestinali e soprattutto di tipo respiratorio. Il Reflusso Gastro Esofageo (RGE) è una condizione in cui si ha un passaggio involontario di materiale contenuto nello stomaco verso l’esofago: si tratta di un fenomeno fisiologico nei lattanti e può essere presente fin verso i sei/otto mesi di vita. Una buona percentuale dei lattanti, generalmente subito dopo aver mangiato, soffre di Reflusso Gastro Esofageo, dovuto alla presenza di cibo precedentemente ingerito. Questi episodi, comunque, sono di solito brevi e asintomatici.
La causa del reflusso è dovuta al rilassamento dello Sfintere Esofageo Inferiore (SEI), un anello di tessuto muscolare, normalmente si chiude subito dopo il passaggio del cibo verso lo stomaco, rimanendo chiuso quando lo stomaco, ripieno di cibo, si contrae. Nei casi di incompleta chiusura del Sfintere Esofageo Inferiore, il cibo precedentemente ingerito ritorna in direzione dell’esofago e risale verso la bocca, definendo il reflusso. Tra gli altri fattori coinvolti nel provocare il rigurgito ritroviamo l’acidità gastrica, il ritardo nello svuotamento gastrico, la diminuzione dei fattori che difendono la mucosa gastrica e l’ipersensibilità viscerale. Sebbene alcuni studi abbiano suggerito una predisposizione su base genetica al momento non è possibile confermare tale ipotesi.
La gestione del reflusso
Generalmente il Reflusso Gastro Esofageo è un evento banale e come tale non va vissuto con il timore o la preoccupazione della situazione. Le raccomandazioni dei pediatri riguardano la tecnica dell’allattamento: si consiglia di far poppare al bambino il latte in maniera controllata e regolamentata, evitare al neonato bruschi movimenti e cambi di posizione immediatamente dopo la poppata (si consiglia di effettuare il cambio del pannolino prima della poppata). Ulteriore importante raccomandazione, nel caso in cui il rigurgito fosse frequente, è mantenere il bambino in posizione eretta per alcuni minuti dopo la poppata. Se ulteriormente necessario, si consiglia di sollevare di circa 30° il materasso del lettino: questa posizione, per via della gravità, tenderà a diminuire la quota di latte che tenderà a risalire dallo stomaco all’esofago.
Non è necessario interrompere l’allattamento al seno materno in presenza del Reflusso Gastro Esofageo. Nel caso in cui il neonato assumesse latte ricostituito, la raccomandazione è quella di rendere il latte più denso con l’aggiunta di piccole quantità di crema di riso. Oggi è possibile trovare in commercio particolari tipi di latte anti rigurgito.
Quando rivolgersi allo specialista
Si possono avere vari gradi di Reflusso Gastro Esofageo, infatti la responsabilità del disturbo è come abbiamo visto, dello Sfintere Esofageo Inferiore non sufficientemente idoneo al suo lavoro di contenimento del cibo nello stomaco. Per le forme lievi-moderate, la sintomatologia è caratterizzata da frequenti episodi di rigurgito, i quali seppur fastidiosi, in genere non interferiscono con l’incremento ponderale del lattante. Queste sono le forme che più di tutte si vedono nel disturbo del lattante, sono forme destinate a risolversi spontaneamente verso il 6-7° mese di vita, con l’inizio dello svezzamento e quindi con l’assunzione di una alimentazione con cibi solidi e quando il bambino mantiene la stazione eretta per maggior tempo durante la giornata. Questi sono disagi temporanei e non necessitano di alcun tipo di trattamento.
In altre forme, per il vero poco frequenti, i fenomeni di rigurgito sono talmente tanti da interferire con il normale incremento ponderale e con il fisiologico accrescimento del bambino; inoltre in questi casi è presente anche una infiammazione locale, che prende il nome di esofagite, nella parte terminale dell’esofago e il lattante lamenta dolori epigastrici che incidono sulla qualità di vita quotidiana. In questa circostanza non si può parlare più di una situazione fisiologica, ma si deve parlare di un vero e proprio disturbo definito Malattia da Reflusso Gastro Esofageo (MRGE).
Nell’ambito della Malattia da Reflusso Gastro Esofageo il bambino presenta sintomi tipici (di natura gastroenterologica quali: vomito e rigurgito postprandiale ricorrente di materiale rosato e talvolta con tracce di sangue), sintomi atipici (a carico prevalentemente dell’apparato respiratorio come asma, broncopolmonite, cianosi, laringospasmo, apnea e stridore laringeo) e sintomi comportamentali quali distonia (movimenti involontari con contrazioni e spasmi), irritabilità, inarcamento del tronco durante l’assunzione del pasto e risveglio notturno con pianto.
Qualora poi l’infiammazione della mucosa esofagea sia particolarmente importante e protratta nel tempo si potranno avere sintomi quali vomito persistente con strie di sangue, ipoproteinemia e presenza di sangue nelle feci.
Dalla diagnosi alla terapia
Per effettuare una diagnosi di Malattia da Reflusso Gastro Esofageo non complicata spesso è sufficiente una buona anamnesi e l’effettuazione di un corretto esame obiettivo. Se la Malattia da Reflusso Gastro Esofageo è accompagnata solo da disturbi a carico dell’apparato gastrointestinale e la crescita del bambino è regolare e fisiologica, solitamente non vi è indicazione ad eseguire indagini diagnostico-strumentali, o la necessità di iniziare una terapia.
Bisogna però ricordare che, nel caso in cui è presente la sintomatologia oltre l’apparato gastrointestinale, è necessario effettuare indagini diagnostiche specifiche (quale ad esempio la pH-metria, la pH-impedenzometria multicanale o la esofagogastroduodenoscopia), in seguito alle quali potrà essere iniziata una terapia con farmaci per favorire lo svuotamento gastrico, e/o tamponare l’acidità gastrica presente e/o ridurre la secrezione acida dello stomaco. Nei casi davvero importanti è valido anche l’approccio chirurgico effettuando in laparoscopia l’intervento di fundoplicatio sec. Nissen.
Alessandro Tullio