Sensazione di acido in gola, bruciore allo stomaco, dolore nella zona dello sterno. Sono i sintomi classici del reflusso gastroesofageo meglio conosciuto come RGE, ovvero il ritorno dei cibi ingeriti nell’esofago dallo stomaco. Si tratta di un disturbo fastidioso e, se non si interviene il tessuto interno dell’esofago, che non è fisiologicamente adatto a sopportare l’attacco degli acidi gastrici, può andare incontro a modificazioni nella struttura, metaplasie e perfino forme pre-tumorali. Ebbene, questo disturbo tutt’altro che da poco, considerato tipico dell’età adulta o addirittura anziana, oggi si manifesta sempre più spesso tra i bambini e o ragazzi.
Colpa di cibo sbagliato e sedentarietà
Il bruciore di stomaco interessa molti bambini. E non si tratta del rigurgito che compare tra i piccolissimi. In particolare, sono in aumento i casi di giovanissimi che avvertono i sintomi tipici del reflusso gastroesofageo e del bruciore di stomaco. Lo sostiene la dottoressa Wendy Anderson Willis, pediatra al Nationwide Children’s hospital di Columbus, Ohio, che ha dedicato una nota contenente nuove raccomandazioni per i genitori, per informarli dei “nuovi” mal di pancia dei figli. Disturbi seri, dunque, dovuti a cattiva digestione e alle sue conseguenze e scambiati invece per banali mal di pancia o addirittura ritenuti sintomi di fastidi respiratori o cardiaci. Secondo l’esperta, la principale causa del problema è l’eccessivo consumo di cibi speziati, come patatine o popcorn al pepe o alla paprika, chewing-gum alla menta, oppure molto salati come patatine e bocconcini di pollo fritti, o, ancora, fritti e indigesti come ciambelle fritte e ‘junk-food’, energy drinks contenenti caffeina ma anche quelli decaffeinati e al consumo di alimenti acidi, come succo di arancia e pomodoro. Un’altra causa, secondo gli esperti Usa, del reflusso nei più piccoli è l’abuso di Ibuprofene, una molecola utilissima nel caso di febbre e infiammazioni, ma spesso usato a sproposito nei bambini, anche per un raffreddore o per un lieve mal di testa, senza che sia stato consigliato dal pediatra.
Le cause del problema
Per il reflusso probabilmente esiste una predisposizione al problema: il cardias è geneticamente più debole e non si richiude bene quando il cibo è stato ingerito. Quindi non riesce a contenerlo a sufficienza ed è sufficiente un movimento brusco, un piegamento in avanti, il mettersi in posizione distesa dopo il pasto per far risalire verso l’alto il contenuto dello stomaco assieme ai succhi gastrici. Oltre alla predisposizione personale, ci sono altri fattori che rendono più serio il problema: una di questo è l’eccesso di peso. I chili di troppo infatti esercitano una notevole pressione sugli organi addominali, contribuendo a indebolire il tessuto muscolare che costituisce il cardias. Abitudini alimentari scorrette e consumo di alcolici sono altri fattori che possono causare l’insorgenza del disturbo. Infatti il consumo di alimenti pesanti, grassi o fritti e l’eccesso di alcol rende la digestione più elaborata e difficoltosa, irritando i tessuti che costituiscono lo stomaco. Il sintomo tipico del reflusso è il bruciore intenso che si avverte nella zona del petto e che si irradia fino alla gola. Inoltre si avverte rigurgito acido in bocca, alito cattivo e si è soggetti a frequenti eruttazioni acide. Spesso la persona ha difficoltà a deglutire, sensazione di corpo estraneo in gola e salivazione eccessiva. Possono inoltre comparire sintomi meno specifici, ma comunque non gradevoli, come tosse cronica, alterazione del timbro della voce, addirittura crisi di asma e dolori al petto che somigliano a un problema al cuore.
Inoltre, la continua presenza di sostanze acide nell’esofago, in gola e in bocca può predisporre a esofagiti, infiammazioni della mucosa dell’esofago, e mal di gola. Perfino i denti, a contatto con gli acidi che hanno un effetto corrosivo, possono perdere lo smalto ed essere predisposti alla carie.
Mangiare meglio, muoversi di più
I pediatri raccomandano ai genitori di limitare al massimo il consumo di cibi speziati o fritti, di proporre farmaci ai piccoli solo dietro indicazione dei medici. Le abitudini alimentari e lo stile di vita vanno cambiati drasticamente. I bambini devono ricominciare ad alimentarsi meglio, privilegiano cibi il più possibile genuini, cucinati in modo semplice, con pochi grassi, pochissimo sale e nessuna spezia piccante. Patatine fritte, hamburger e pollo fritto, così come soft drinks e dolciumi, devono costituire l’eccezione e non la regola alimentare dei nostri figli. La base dell’alimentazione deve essere la verdura – fresca o cotta al vapore – e la frutta, oltre a pasta, riso e pesce. Sì anche a formaggi magri, latte fresco, carne bianca, uova non oltre due volte la settimana. Inoltre, per digerire bene, i bambini non devono stare tutto il giorno seduti davanti al computer o alla wii. I bambini devono imparare a rispettare le buone e sane abitudini: giocare e correre ai giardini, andare in bicicletta o semplicemente a godersi una bella passeggiata con i genitori e gli amici. Il movimento attiva tutti i muscoli, anche quelli che regolano la peristalsi, l’insieme di movimenti involontari che aiuta gli alimenti a procedere verso il canale digestivo. Così il cibo è digerito bene e non torna più indietro.
Giorgia Andretti
Consulenza della dott.ssa Rosalba Trabalzini
Psichiatra, psicoterapeuta, laureata in Psicologia medica